Volcanic Wines 2015: vocazione vigneto

Il vulcano continua a esercitare l’indubbia malia dell’ambivalenza tra forza distruttiva e creatrice. Simbolo anfibio, rappresenta l’elemento di connessione fra due mondi: quello ctonio, infero e occulto e quello conosciuto, manifesto e solare. Attraverso il vulcano, la natura mostra la sua forza primordiale, catastrofica e invincibile, ma anche la sua capacità creativa e la sua indole bonaria, procreatrice, feconda. Per questo l’uomo, nei secoli, ha sfidato le proprie paure e ha coltivato sulle pendici di vulcani quiescenti, ha cercato le terre magmatiche, rese fertili grazie alla ricchezza di nutrienti messi a disposizione dall’attività tettonica, come ha raccontato il professor Sandro Conticelli (dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze) a Pitigliano durante la recente tappa di Volcanic Wines 2015. Un progetto, quello di Volcanic Wines, che  mira ad esplorare a tutto tondo il vincolo vino-vulcano nel calice, attraverso degustazioni e seminari, ma anche attraverso i luoghi con approfondimenti scientifici ed escursioni. Agenda ricca di appuntamenti dunque,  per  Volcanic Wines 2015 con un maggio che è stato un susseguirsi di eventi esplosivi. Nelle terre del presidente del Consorzio Tutela Vini  Soave, Arturo Stocchetti  ha avuto luogo la Volcanic Preview il 21 e 22 maggio e vulcaniche  bottiglie sono state stappate nel Gambellara il 16 e 17 maggio. Franco Cavallon, direttore del Consorzio di Gambellara, ha voluto mediante la Garganiga, aprire una finestra alla scoperta dei vini vulcanici. Originali i banchi d’assaggio all’aperto sulle barriques. Divertente la degustazione “Derby enogastronomico” tra Capretto di Gambellara e Coniglio ischitano, Gambellara Classico e Bianco d’Ischia D.O.C.

Il 20 maggio i vini vulcanici sono approdati nella splendida città di Firenze. L’occasione è data da A God Save The Wine, nella bellissima Gallery Art Hotel a due passi da Ponte Vecchio. La location e l’attenta organizzazione di Andrea Gori ne hanno fatto un successo per operatori e appassionati.

 Dalle  terre del Soave   a Pitigliano, Montefiascone e Orvieto. Paesaggi che cambiano, forme di allevamento diverse, unite dalla vocazione del vulcano alla vita e alla vite.  Esempi non solo italiani, basti pensare al seminario Vulcani, isole ed eroi. Il giro del Mondo in 12 vini organizzato dal Consorzio Tutela Vini Soave, tenuto nella Sala delle Feste  di Palazzo del Capitano a Soave  da  Andrea Gabbrielli, giornalista, autore di “Il Vino e il Mare”  e da Giovanni Ponchia, enologo del Consorzio Tutela Vini Soave che ha visto la partecipazione da Capo Verde di Ottavio Fasano e Nicola Trabucco.

E mentre sullo  sfondo restano le colline del Soave su cui l’allevamento a pergola crea incisioni orizzontali dando l’impressione di essere di fronte a morbide torte  farcite,  cambia l’ambientazione. Ci spostiamo verso L’Italia centrale, ma il vulcano rimane il denominatore comune, un vulcano ampio dai sette crateri come quello del complesso dei Monti Vulsini da cui è nato il bacino vulcanico più grande d’Europa, ovvero il Lago di Bolsena. Come  ha raccontato a Montefiascone, Sara Ronca (Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università La Sapienza di Roma)  che ha illustrato il vulcanismo della zona e le diverse formazioni.

cena

Paesaggio più spigoloso, scabroso, ruvido, terre etrusche di vie cave e tufo quelle di Pitigliano Orvieto e Montefiascone: tre paesi arroccati che dall’alto guardano alle distese dei propri vigneti e a una natura rigogliosa. Un territorio di confine tra tre regioni unite da Volcanic Wines e dal vino. Al lavoro per questa tappa di Volcanic Wines 2015, il Consorzio di Tutela del Bianco di Pitigliano e Sovana, il Consorzio di Tutela Vini Orvieto,  l’Enoteca Provinciale Tuscia e l’immancabile partecipazione per la parte organizzativa di Carlo Zucchetti.  È a Orvieto, nel chiostro rinascimentale  del Palazzo del Gusto che si apre ufficialmente questa tappa di Volcanic Wines, con l’assaggio dei vini  del Consorzio Vini di Orvieto.

Prosegue poi  tra Pitigliano e Sovana, nelle gole del fiume Lente, dove, all’interno di una cava di profonda suggestione, il professor Conticelli ha spiegato la formazione del territorio e la fertilità di questi suoli. Da queste parti il tufo è la materia dominante, roccia piroclastica che rivela l’antico legame magmatico. Su uno sperone di tufo si erge Pitigliano con la sua ragnatela di vicoli e strette vie, e su una di queste si apre la  Cantina Sociale di Pitigliano. Una visita nelle viscere della terra dove i vini riposano tranquilli grazie a una naturale temperatura costante. E nella campagna circostante si scorgono i vigneti, quelli del Consorzio del Bianco di Pitigliano e anche quelli del suo presidente Edoardo Ventimiglia che con la sua etichetta Sassotondo  da anni porta in auge non solo i bianchi, ma anche i rossi soprattutto il Ciliegiolo, come si è potuto vedere durante la visita in azienda.

E poi il grande Banco d’Assaggio di Orvieto con oltre 200 vini provenienti dai suoli vulcanici italiani presenti nell’ex Chiesa di San Giacomo Maggiore accanto a quel capolavoro policromo che è il Duomo, custode degli affollati e torniti affreschi del Signorelli, meta di turisti provenienti da tutto il mondo. Più di 800 persone hanno degustato in un percorso enoico che ha attraversato l’Italia dal nord a sud, comprese le isole,  i vini vulcanici del Consorzio Tutela Vino Lessini Durello, Consorzio Tutela Vini Gambellara, Consorzio Vini DOC Colli Euganei,  Consorzio  Tutela Vini Campi Flegrei, Consorzio Tutela Vini Vesuvio, Consorzio Tutela Vini Etna DOC, Consorzio del Bianco di Pitigliano e Sovana, Consorzio Tutela Vini  di Orvieto, Consorzio Tutela Vini Frascati, Enoteca Provinciale Tuscia, Strada Terre Etrusco Romane, Comune di Milo, Comune di Pantelleria, Cantina di Mogoro.

Il momento conclusivo di questa densa tappa è stato nella duecentesca Rocca dei Papi di Montefiascone con l’interessante degustazione guidata da Armando Castagno, giornalista, critico, relatore e degustatore ufficiale AIS, prima firma della rivista dei sommelier italiani, “Vitae”­. Tredici vini da suolo vulcanico a confronto. degu bottiglieIl vulcano, custode di un tesoro di nutrienti importanti per la vita – ha ricordato Castagno– regala spesso anche “suoli assai inadatti alla proliferazione della fillossera e quindi  non  è infrequente trovare su suoli vulcanici piante a piede franco”.  Il giornalista ha poi rimesso in gioco il dibattuto concetto della mineralità sottolineando come  la presenza di elementi descrivibili con descrittori minerali (che non significa che i minerali del terreno abbiano un sapore) sono nettissimi ed evidenti e fanno parte di una famiglia di profumi ricorrenti in questi vini, riconfermando una  corrispondenza diretta tra territorio  vulcanico ed espressione del vino  nel bicchiere. A seguire un ricco banco d’assaggio con i vini dell’Enoteca Provinciale Tuscia.

Era presente anche  Riccardo Valentini, consigliere regionale del Lazio che ha sottolineato come “il Viterbese ha delle eccellenze enogastronomiche inespresse che vanno sostenute. Ben vengano manifestazioni come questa”.

E nella Rocca,  tra le antiche mura che guardano il Lago di Bolsena,  Leonardo Belcapo, presidente dell’Enoteca Provinciale Tuscia, Edoardo Ventimiglia, presidente del Consorzio Bianco di Pitigliano e Sovana ed Enzo Barbi presidente del Consorzio Tutela Vini Orvieto insieme ad Aldo Lorenzoni, direttore  del Consorzio Tutela Vini del Soave, ideatore del progetto, hanno salutato la sala gremita di giornalisti ricordando che Volcanic Wines non finisce qui.

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