Soldati del Papa, otto a cavare una rapa

Mio marito mi racconta di quando, a volte, da piccolo, il padre lo portava a cavare le rape nei campi. Era un lavoro faticoso, a mano, fila per fila. Lui, suo fratello e il padre a tirare la cima per cavarle fuori dal terreno, bisognava prenderle nel verso giusto, altrimenti si strappava, la rapa restava sotto ed era poi più difficile tirarla fuori. Le lanciavano per farne dei grandi mucchi. Erano poi insaccate, caricate e portate nella stalla. Sarebbero servite, durante l’inverno, come foraggio per le bestie, che poi, una volta cresciute, erano vendute per la carne.image

Se mangiamo direttamente le rape, secondo me, facciamo prima e meglio, anche se sono considerate insipide, cibo da poveri o da foraggio, a me piacciono.
Un detto che gira tra i vegani cita così: “I vegani mangiano di tutto senza mangiare nessuno”.
Tanti anni fa Ludovico Ariosto scriveva: “In casa mia mi sa meglio una rapa, ch’io cuoca, e cotta s’uno stecco inforco e mondo e spargo poi di aceto, e sapa, che all’altrui mensa tordo, starna o porco”.
Esistono di diverse specie, lunghe o tonde, bianche, gialline, sfumate di violetto, quelle da foraggio più grosse, quelle da orto più piccole e tenere e quelle da olio o ravizzone. Sono ricche di vitamina C, A, del gruppo B, acido folico, betacarotene, sali minerali soprattutto fosforo, calcio, ferro e potassio. Contengono solo 20 calorie per 100 grammi. Non contengono glutine quindi adatte anche all’alimentazione dei celiaci. Hanno proprietà disintossicanti, antiossidanti e antiinfiammatorie.
Le rape di Caprauna, una località dell’alta Val Tanaro, tra Liguria e Piemonte sono presidio Slow Food, grandi e particolarmente dolci.
IMG_4032Le rape appartengono alla famiglia delle Brassicaceae di cui fanno parte cavoli e broccoli, da non confondere con la Beta vulgaris cui appartengono le biete e che noi comunemente chiamiamo rapa rossa. Questa, è particolarmente ricca di ferro, quindi, utile per chi soffre di anemia, ottimo, in questo caso, un centrifugato di rape rosse e limone, che ne facilita l’assimilazione.
Le rape bianche si possono mangiare sia crude che cotte. Meglio non esagerare con quelle crude che potrebbero provocare mal di pancia, un vecchio detto a questo proposito dice: “Donna nuda e rapa cruda portano l’uomo a sepoltura”.
Tagliate finemente con una mandolina o alla julienne si possono aggiungere alle insalate. Le cime possono essere lessate e ripassate in padella. Sono famose le orecchiette con le cime di rapa. Le radici si possono mangiare semplicemente lessate e condite con olio e limone. Dopo averle bollite, possono essere aggiunte alle verdure nell’insalata russa, ne possiamo fare un purè, da sole o anche aggiunte alle patate. Ottime ripassate in padella con olio, aglio, sale e pepe, se vi piace potete aggiungere una spruzzatina di aceto bianco. Si possono utilizzare nel risotto, al forno gratinate, sempre dopo averle lessate, oppure ci possiamo fare l’acquacotta, piatto tipico della Tuscia, utilizzando sia le foglie sia le radici.
Oggi, per cambiare, le ho cucinate al forno, vi scrivo la ricetta, come sempre priva di prodotti di derivazione animale e senza glutine adatta a tutti.image

TEGLIA DI RAPE E PORRI
Ingredienti per 6 persone:
2 porri
1 kg circa di rape
50 g di pomodori secchi
250 g di panna di riso da cucina
Olio extravergine do oliva
Sale, pepe
Lievito alimentare a scaglie (facoltativo.)
Mettete sul fuoco una grande pentola piena di acqua. Con un pelapatate pulite le rape, lavatele e tagliatele a fette di circa mezzo centimetro di spessore ma anche più spesse, come le preferite. Quando l’acqua bolle aggiungete un pugnetto di sale e unite le fette di rapa. Lasciatele bollire per circa dieci  minuti, provate a testarle con una forchetta, devono essere cotte, ma non sfatte.
Pulite, lavate e affettate finemente i porri, metteteli in una padella con olio extravergine di oliva e lasciateli appassire lentamente. Tagliate a pezzetti piccoli i pomodori secchi, senza ammollarli, e aggiungeteli ai porri. Quando i porri sono cotti, versate nella padella la panna di riso, salate,  pepate, mescolate bene e spegnete il fuoco.
Quando le rape sono cotte, scolatele molto bene e lasciatele raffreddare. Prendete una teglia da forno, ungetela con dell’olio e fate uno strato di fette di rapa, condite con il porro e la panna, cospargete con un cucchiaio di lievito alimentare in scaglie e coprite con un altro strato di rape. Procedete così finché avrete finito tutti gli ingredienti. Finite con il condimento sul quale metterete un filo di olio extravergine di oliva.

Infornate in forno già caldo a 180-200 gradi finché la superficie sarà bella dorata. Lasciate intiepidire per tagliare meglio le porzioni. Servite come secondo piatto accompagnato con una verdura lessa o ripassata, magari con le cime che avete tolto alle rape.

Un asiatico adulto consuma 130-180 chilogrammi di cereali nell’arco di un anno,
mentre un americano di classe media ne consuma più di una tonnellata,
di cui l’80 per cento attraverso il consumo di carni di animali alimentati con i cereali.
Ecocidio, Jeremy Rifkin

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