Le Calcinaie: la raffinata chiarezza della Vernaccia di San Gimignano

Superata Colle Val d’Elsa, appare, sullo sfondo, il profilo di San Gimignano. Le sue 13 torri si mostrano sfrontate e sfidano il tempo e la gravità, mentre il borgo a chi viene da lontano come diceva Benjamin, sembra scivolato, di soppiatto come una porta, nella campagna. Esso non dà l’impressione che sia possibile raggiungerlo. IMG_4970Se si arriva al tramonto, un silenzio di tempi remoti avvolge tutto: anche l’illuminazione è sussurrata, i passi sono suoni smorzati che si perdono nell’oscurità. Le ombre lunghe delle torri e degli edifici medievali si riflettono sulla pavimentazione in cotto creando un curioso un gioco di rimandi di linee e contorni reali e proiettati. Quando arriva, la notte inghiotte la campagna e libera San Gimignano dal peso della materia. Il borgo rimane sospeso nel tempo e nello spazio fino al mattino, quando la luce diurna restituisce gravità alle cose, e intorno compaiono le strade delimitate da cipressi, i campi coltivati a zafferano e i bei vigneti. Questo è il territorio della Vernaccia di San Gimignano, una piccola isola bianca in un mare di vino rosso l’ha definito il giornalista Carlo Macchi. Vitigno antico la cui produzione si andò assottigliando fin quasi a diventare merce rara e preziosa ai primi del ‘900, la Vernaccia di San Gimignano è stata recuperata dalla coltivazione promiscua negli anni ’60 e reimpiantata aprendo la strada a una viticoltura specializzata, tanto da ottenere la D.O.C. nel 1966 trasformata in D.O.C.G. nel 1993. Una tra le prime 5 D.O.C. italiane insieme all’Est!Est!!Est!!! di Montefiascone, al Brunello di Montalcino, a Ischia e Frascati, celebrate da Carlo Zucchetti e Alessandra Di Tommaso in un “percorso nel percorso” che si svolge ormai da diversi anni all’interno della Fiera del Vino di Montefiascone. 

Nel tempo  la Vernaccia si è fatta conoscere per la sua vocazione all’invecchiamento, usando le parole di Giampaolo Gravina, è un vino che richiede pazienza e disponibilità a un ascolto attento e differito nel tempo, capace di cogliere tra le inflessioni talvolta un po’ “vernacolari” del suo accento, la più genuina espressività di un bianco sapido e cremoso, di schietto ascendente territoriale. E non è detto che la pazienza sappia albergare solo in animi pacati, lo dimostra Simone Santini della Tenuta Le Calcinaie. 

le calcinaie- terreno mano

Dinamico, ostinato ed esuberante, ha trovato in vigna la sua dimensione. La passione per la vitivinicoltura l’ha sempre avuta, e appena diplomato come enotecnico all’istituto agrario di Siena ha cercato di mettere a frutto gli studi. C’è riuscito nel 1986 impiantando il primo vigneto e iniziando a vinificare nel 1993. “La terra era di mio zio, 1 ha e ½, e ho iniziato con una vecchia pressa. Mia madre mi ha dato un grande aiuto, lei lavorava in una casa vinicola e aveva esperienza, io fino a quel momento, a parte gli studi, avevo fatto il muratore. Avevo 23 anni. Provai una vernaccia e cominciai a cercare altri terreni. Qui intorno in quegli anni le vigne le pigliavi in affitto per nulla, poi ho cominciato anche a comprare. Poi ho fatto un PSR (Piano di Sviluppo Rurale) e oggi l’azienda produce 70.000 bottiglie provenienti dai 12 ha aziendali con terreni ed esposizioni diverse.” Sguardo irrequieto accentuato dal profilo rosso eccentrico degli occhiali e un’aria da “simpatica canaglia” Simone ha idee precise, una solida preparazione e non prende scorciatoie, ma va diretto verso i suoi obiettivi. In vigna ci mostra la natura del terreno: “Questa è una terra ricca fertile, sabbie e argille gialle con poco o niente scheletro, molto ricca di potassio, deriva da depositi pliocenici marini” dice raccogliendo una minuscola conchiglia bianca, poi indicando il suolo nudo: “È una terra grassa e setosa e il nome dell’azienda rivela la presenza di calce. Siamo a 240 m s.l.m., un po’ bassi rispetto a San Gimignano, ma da qui dove la grana è più fine, proviene la vernaccia che diventa Riserva Vigna ai Sassi perché è più delicata e gentile nei profumi”.

le calcinaie-simone santini
Simone Santini

“Vinifichi separatamente, immagino” dice Carlo cercando di evitare una pozzanghera.

le calcinaie -cordone
Carlo Zucchetti e Simone Santini

“Sì, lo Chardonnay, che partecipa circa per il 5% alla Riserva, lo raccolgo a fine agosto, viene pressato e lasciato fermentare dopo una decantazione statica. La Vernaccia si vendemmia circa tre settimane più tardi, una volta pigiata la lascio macerare sulle bucce per 3 o 4 ore. Il mosto rimane a decantare a freddo e poi viene unito allo chardonnay nelle vasche d’acciaio e qui resta ad affinare per due anni sulle fecce fini, quindi va in bottiglia per altri 12 mesi prime di entrare in commercio. Il passaggio in legno l’ho abbandonato nel 2002”.

Carlo si avvicina ai filari: “Non solo Vernaccia a Le Calcinaie: hai deciso di fare anche dei rossi, ma, immagino su un terreno diverso”

“Oltre la collina, dove i suoli sono più minerali, ricchi di scheletro e calcare: è un vecchio vigneto di 40 anni che ho in affitto. E poi il merlot, piantato nel 1999 nella parte più alta e più bassa di questa collina, dove il suolo è ricco di calcare, la grana è grossa e presenta una tessitura argillosa”. L’azienda è in regime biologico, si usa zolfo, rame e concimi organici, perché come spiega Simone esibendo la sua bella toscanità: “Mi dà noia di sta’ fra le cose che fanno male, anche se c’è qualche ammattimento in più per controllare le erbe e i parassiti”.

simone santini e il cappello
Simone Santini e la bottiglia con il cappello di Carlo Zucchetti

IMG_4952 IMG_4949Simone mette in tavola una bottiglia di Vernaccia di San Gimignano 2013, poi il 2012 e il Vigna ai Sassi 2010. “La Vernaccia di San Gimignano è uno dei grandi vini bianchi italiani che non teme l’invecchiamento, ma anzi concede il meglio di sé nella maturità – quasi riflettendo ad alta voce Carlo ribadisce un pensiero che porta avanti da anni ovvero la longevità di molti vini bianchi italiani –   Corpo, acidità, sapidità e raffinatezza dei profumi riescono nel tempo a offrire una complessità incredibile. Capisco che non è facile per l’economia aziendale, ma le vecchie annate di Vernaccia di San Gimignano riservano sempre belle sorprese, sarebbe interessante riassaggiare la Vernaccia Le Calcinaie tra qualche anno”. 

 Ora basta parlare è il momento di ascoltare, prestando attenzione alle delicate sfumature idiomatiche dei calici.

le calcinaie-i vini le calcinaie-i vini2piccoloTenuta Le Calcinaie

Loc. Santa Lucia, 36 – 53037 San Gimignano

Tel 0577 943007 – Fax: 0577 940561

Cell. 393 9061056

E-mail:info@tenutalecalcinaie.com

www.tenutalecalcinaie.com/

I  Vini

Vernaccia di San Gimignano D.O.C.G.

Vernaccia di San Gimignano D.O.C.G. Riserva Vigna ai Sassi (Vernaccia di San Gimignano, Chardonnay)

Chianti Colli Senesi D.O.C.G. (Sangiovese, Canaiolo, Colorino)

Chianti Colli Senesi D.O.C.G. Riserva Vigna Santa Maria (Sangiovese, Canaiolo)

Gabriele I.G.T. Toscana  rosso (Merlot)

Teodoro I.G.T. Toscana rosso (Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon)

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