Decugnano dei Barbi. A Orvieto si torna in cantina

Questo è il momento per reinventarsi e per fare un’analisi sincera delle proprie potenzialità e degli aspetti su cui concentrare il lavoro, guardare alle mancanze e sanarle. Noi, in particolare, abbiamo deciso di migliorare l’organizzazione del lavoro e di investire maggiormente in comunicazione e nel rapporto diretto con il consumatore.

Secondo il XVI ‘Rapporto sul Turismo del vino in Italia curato da Città del Vino in collaborazione con lo staff del Corso di ‘Wine Business’ dell’Università di Salerno, nel 2019 il settore enoturistico ha fatto registrare un +6,74% di presenze rispetto al 2018 e un fatturato di 2,65 miliardi di euro. Questi numeri saranno ovviamente ben diversi per il 2020. È da poco che iniziano ad arrivare i segnali di una ripresa.
Proprio lo scorso sabato, Decugnano dei Barbi ha riaperto la stagione delle degustazioni agli appassionati. I vigneti dell’azienda occupano le alture di località Fossatello, ne cavalcano l’ondulazione morbida dei profili mentre guardano, in lontananza, le guglie del Duomo di Orvieto. Queste terre che già dal 1212, come  dimostrano i documenti degli archivi dell’Opera del Duomo, erano attive nella produzione di vino appartenevano allora alla Chiesa di Santa Maria di Decugnano, dagli anni ‘70, dopo secoli di passaggi e cambi di proprietà, sono state scelte dalla famiglia Barbi per la fondazione di un’azienda imperniata sulla produzione e sulla diffusione della cultura del vino, in particolare dell’Orvieto classico. Se la viticoltura non si è fermata durante il lockdown,  e non ha fatto eccezione Decugnano, diverso è il discorso per quanto riguarda la vendita di vino e l’enoturismo che hanno subito una forte battuta d’arresto con la pandemia.
Con Vino e Terroir – una miniverticale dedicata all’ Orvieto Classico Superiore D.O.C. Il Bianco a partire dall’anteprima 2018 proseguendo con la 2016 e la 2014 – la cantina ha aperto le sue porte agli appassionati. Alla degustazione sono stati abbinati dei piatti pensati e realizzati da Febo Officina del Gusto di Orvieto.

Positivo e gentile come è nelle sue corde Enzo Barbi ci ha parlato dell’iniziativa
Avevamo già iniziato a fare piccoli incontri con i commerciali e i ristoratori, ma questo è altro. Con questa serata abbiamo dato il via alla riapertura delle visite in cantina. Sono state ovviamente pensate per mantenere il rispetto delle disposizioni di sicurezza, ma la bellezza dei luoghi ci aiuta a sopportare il peso delle mascherine e il distanziamento. Si sente ovunque il bisogno di riprendere, per quanto possibile, la strada della normalità e di tornare a vivere delle esperienze profonde e coinvolgenti come quelle del mondo enoico.

La degustazione è stata curata da Maurizio Talanti, entrato in forze a Decugnano di recente, che ci ha spiegato l’importanza di riprendere le degustazioni perché significa rafforzare il rapporto diretto con il cliente. La sala degustazioni è stata ripensata per garantire la sicurezza di tutti e comprende 25 posti seduti, la prenotazione è obbligatoria. Altro aspetto su cui si sta lavorando è la sempre maggiore importanza data al territorio e ai suoi prodotti, un profilo locale più forte dunque e una spinta verso l’inclusività con l’apertura di collaborazioni con aziende del luogo.

In generale com’è la situazione di Decugnano dei Barbi oggi?
Sono ottimista di carattere, ma non si può nascondere che ci troviamo in una crisi profonda. Decugnano ha le stesse problematiche delle altre aziende legate alla produzione di vino. Finora è mancato un 70% dal canale HORECA e in particolare un 30% di richieste dalle enoteche. La ristorazione si sta lentamente riprendendo, ma gli ordini sono diminuiti, in qualche caso sono cambiati: sono più piccoli e più frequenti. C’è molta voglia di ripartire in tutti i settori, ma la situazione è delicata. Molti paesi sono in una fase critica della pandemia. I voli e i rapporti commerciali sono rallentati. La chiusura del Canada e degli USA si fa sentire. Luoghi come Orvieto che vivono di turismo devono trovare soluzioni alternative. La città è svuotata, la mancanza dei turisti stranieri pesa. C’è bisogno di reinventarsi.

Qual è la ricetta di Decugnano dei Barbi per affrontare il momento?
Cogliere l’occasione per migliorare. Questo è il momento per reinventarsi e per fare un’analisi sincera delle proprie potenzialità e degli aspetti su cui concentrare il lavoro, guardare alle mancanze e sanarle. Noi, in particolare, abbiamo deciso di migliorare l’organizzazione del lavoro e di investire maggiormente in comunicazione e nel rapporto diretto con il consumatore, a partire dall’iniziativa di sabato scorso a cui ne seguiranno altre. Puntare insomma sulle relazioni. E questo implica anche potenziare i rapporti con il territorio. A Orvieto ho notato che si sta sviluppando un’esigenza di fare squadra anche fra i ristoratori, sono sorte associazioni e c’è più cooperazione, più voglia di confronto. Ecco, penso che questa sia la strada giusta, riuscire a creare relazioni più stabili e forti, insomma far crescere il territorio e non far mai mancare un’energia positiva e trascinante, soprattutto in circostanze complicate come queste.

Tenuta Decugnano dei Barbi

Località Fossatello 50
05018 Orvieto (TR), Italia
+39 0763 308255
+39 334 3567935
www.decugnanodeibarbi.com

info@decugnano.it
Degustazioni: visit@decugnano.it

 

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