Cucina seriale: ricette episodiche l’Ortolano

Spoiler-alert: lettura altamente sconsigliata a vegetariani, vegani e deboli di cuore

Non so quanti di voi siano appassionati di serie tv, in particolare di parodie che dileggiano allegramente i grandi generi serial come i polizieschi, con personaggi surreali e un po’ idioti e caratterizzazioni spiccate. Ebbene se apparteneste a questa specie di animale seriale e non vi fosse ancora capitato, guardate Brooklyn Nine-Nine, un gustoso telefilm che vede tra i protagonisti Andy Samberg.

Ora capisco che la premessa possa suscitare legittime perplessità del tipo “Forse hanno postato un articolo sbagliato, sicuramente era

Brooklyn99Insider-Lo Truglio-Boyle-Proud Moment Trash 1diretto a un’altra redazione. Magari tra un Amarone e un altro si sono confusi”, ma c’è un simpatico motivo per cui parlare di questa serie in questa sede. Intanto uno dei detective protagonisti, Charles Boyle (Joe Lo Truglio) ha un blog di enogastronomia, e proprio la sua abilità gustativa consentirà di risolvere un caso di incendio doloso a una pizzeria. La parte più esilarante dell’episodio è il tasting condotto con tanto di sputacchiera per la pizza. Altrove , il goffo Charles esibisce una masticazione a bocca rigorosamente aperta perché l’ossigenazione permette di cogliere i sapori in tutte le sfumature.Ma la spinta a scrivere viene dalla puntata The Party della prima stagione in cui sempre Charles incontra Vivian Ludley, famosa autrice dell’imperdibile Frutti col nocciolo e noccioli come pietre: cibi del paleolitico – che in inglese risulta come un vero e proprio scioglilingua –  con la migliore ricetta per fare una magnifica insalata con il muschio – chi non ha mai cercato di fare un’insalata con il muschio scagli il primo nocciolo!

Potrebbe non scattare la scintilla? Il momento di massima passione si accende sulla romantica domanda “Cosa vorresti come ultimo pasto sulla terra?” E Charles, citando implicitamente Mitterand, indica l’Ortolano: “Piccolo usignolo che si mangia in un boccone, ossa e tutto in una aperta sfida con Dio”.

L’ortolano, o meglio lo zigolo ortolano, è un piccolo uccello ormai in via d’estinzione, la cui caccia è vietata in Europa dal 1979 e dal 1999 ne è severamente vietato il consumo. Cibo a quanto si dice prelibatissimo, l’ortolano di recente è tornato agli onori delle cronache per la richiesta di quattro chef, Michel Guérard, Alain Ducasse, Jean Coussau e Alain Dutournier, di poterlo riportare sulle tavole dei francesi. Sembra che Mitterand ne fosse particolarmente ghiotto tanto da inserirlo nella cena del 31 dicembre 1995, una sorta di pasto di commiato visto il cancro devastante che lo attanagliava. “Se la colpa è il sapore, e non c’è dubbio che lo sia, allora l’ortolan è uno dei piatti più sublimi al mondo” scrive Stewart Lee Allen (Nel giardino del diavolo. Storia lussuriosa dei cibi proibiti).  Catturati vivi, gli ortolani vengono accecati o tenuti al buio in minuscole gabbie, cibati con miglio, uva e fichi e fatti ingrassare fino al quadruplo  del loro peso e infine annegati nell’Armagnac. “Questo sadico cerimoniale ha trasformato gli ortolani da simboli di innocenza a vittime di un atto di gola che rappresenta la perdita della grazia divina” dice Lee Allen. “L’ortolano va servito appena tolto dal forno, ed è così caldo che, mentre lo tenete sulla lingua, dovete inspirare rapidamente attraverso la bocca per farlo raffreddare. Ma il vero scopo è assaporare tutta la delicatezza del grasso che si scioglie in gola. Una volta raffreddato si comincia a masticare. Ci vogliono ancora circa quindici minuti per gustarne il minuscolo petto, le ali, i teneri ossicini e tutte le interiora.” Tanto che la tradizione prevede di coprirsi la testa con un panno ricamato mentre si mangia il  granguignolesco boccone. Non per niente è anche una delle ricette della nuova serie The Annibal (2×11 Ko No Mono), ma questa è un’altra storia.

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