Chiamatemi Grechetto

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Carlo Zucchetti e Sergio Mottura – Nelle Terre del Grechetto 2014

Con il Vinitaly alle porte si inseguono sui social e sul web suggerimenti e indicazioni su cosa assaggiare. Orientarsi con più di 4000 espositori può diventare effettivamente complicato. Diverso è per chi, come noi, coglie l’occasione di avere più territori contemporaneamente a disposizione per assaggi mirati che vadano ad accrescere l’esperienza su determinati vitigni. Da anni il Vinitaly è diventato, in particolare, uno dei momenti cardine di una ricerca e di un percorso sul Grechetto condotto da Carlo Zucchetti e iniziato da oltre 5 anni. Un interesse che scaturisce dai luoghi, la Tuscia, dove questo vitigno ha acquisito dignità e importanza. Grazie al lavoro di Sergio Mottura e degli altri validi vignaioli che hanno capito e valorizzato le potenzialità di questo bianco dal cuore rosso, il Grechetto è diventato un autoctono di riferimento della Tuscia, portatore sano di una forte identità territoriale. Da queste premesse è nato, anni fa, Nelle Terre del Grechetto, la manifestazione che porta a Civitella d’Agliano, uno dei suggestivi borghi della Tuscia, giornalisti, sommelier e appassionati per scoprire tutte le sfumature del Grechetto, non solo locale. Nei calici infatti si confronta il Grechetto nelle sue diverse espressioni: della nostra regione, dell’Umbria, della Toscana, delle Marche, della IMG_9381Repubblica di San Marino fino al Pignoletto dei Colli Bolognesi, o meglio fino al Grechetto Gentile dell’Emilia. Dalla vendemmia 2014, infatti, il Pignoletto ha cessato di essere il nome di un vitigno ed è diventato ufficialmente quello di un vino e di una località nel Comune di Monteveglio, lasciando all’uva l’appellativo di Grechetto Gentile. La vicenda di questo bianco tipico dei Colli Bolognesi ricalca quanto fatto in precedenza dal Prosecco con un tocco di fantasia in più. Il problema di fondo era lo stesso: proteggere le proprie produzioni dalle imitazioni che iniziavano a diffondersi e a intaccare il mercato. Il nome di un vitigno è infatti, per la normativa internazionale, alla portata di tutti, per cui cominciava a comparire un Prosecco brasiliano, australiano, croato. Per ovviare al problema bisognava legare la denominazione alla località, non al vitigno. Così Prosecco, già nome di una frazione del comune di Trieste, a metà strada circa tra le frazioni di Opicina e di Santa Croce, è diventato esclusiva del territorio, eliminando qualsiasi possibilità metonimica e restituendo al vitigno l’antico nome di Glera o Glera Lungo.IMG_3191 Nei Colli bolognesi è stata necessaria la collaborazione proficua delle istituzioni che hanno battezzato Pignoletto un’area nel Comune di Monteveglio. Ne è nata la D.O.C. Pignoletto  e  la D.O.C.G. Colli Bolognesi Pignoletto (La zona di produzione dei Vini Colli Bolognesi comprende solo comuni di collina: in provincia di Bologna l’intero territorio amministrativo dei comuni di Monteveglio, Savigno, Castello di Serravalle, Monte S. Pietro, Sasso Marconi, Marzabotto, Pianoro ed in parte quelli di Bazzano, Crespellano, Casalecchio di Reno, Bologna, S. Lazzaro di Savena, Zola Pedrosa,, Monterenzio; in provincia di Modena, parte del territorio amministrativo del Comune di Savignano sul Panaro) , mentre il Pignoletto IGT Emilia è diventato IGT Emilia Grechetto Gentile.

Pignoletto direttore
Giacomo Savorini

Quando, non molto tempo fa, siamo andati a trovarlo, il direttore del Consorzio del Pignoletto Emilia-Romagna Giacomo Savorini ci ha detto con motivato orgoglio: “Il nostro è un caso da copiare. La normativa non prevede la storicità del luogo, così abbiamo potuto aggirare il problema. Il Governo Italiano ha approvato i nuovi disciplinari, ora attendiamo il parere europeo. L’interesse verso il nostro prodotto ha reso necessario un intervento mirato alla difesa della produzione e della sua unicità”. Tanto per fare qualche numero, stiamo parlando di oltre nove milioni di bottiglie, con tassi di crescita a due cifre che si confermano di anno in anno. Il Consorzio Pignoletto Emilia-Romagna, nato per tutelare e valorizzare questo vino, è fra i più grandi d’Italia, con i suoi tremila ettari di vigna affidati alle cure di 8mila viticoltori. L’ente riunisce al suo interno anche i produttori di Pignoletto della D.O.C.G. Colli Bolognesi, all’apice di una piramide di viticultori che interpretano la qualità come un obiettivo primario.

carlo e direttore pignoletto
Carlo Zucchetti e Giacomo Savorini

“Il lavoro fatto per l’ottenimento nel 2010 della D.O.C.G. è stato condotto con l’intento di dare valore patrimoniale alla zona.” Prosegue Savorini “Bisogna dare stimolo e forza a queste zone, e contribuire a creare reddito per produzioni di qualità. Il compito del Consorzio è incoraggiare le piccole realtà a crescere. Abbiamo iniziato quest’anno uno studio clonale e in collina promuoviamo l’innovazione tecnologica mirata, come l’utilizzo dei droni per monitorare le viti e prevenire le malattie”. Un territorio dunque in fermento che anche grazie all’attenzione da parte di enti e istituzioni vuole dare spazio alle sue vocazioni e possibilità. Una lettura concreta da parte del Consorzio del Pignoletto Emilia-Romagna delle risorse a disposizione, delle lacune da colmare e del grande patrimonio da preservare. L’interesse verso il Grechetto non è però confinato all’Emilia Romagna. Cominciano a moltiplicarsi le aziende che si sono fatte promotrici di iniziative e degustazioni, si percepisce la necessità di un dialogo e di uno scambio di esperienze fra produttori e soprattutto di approfondimenti e di momenti dedicati alla ricerca, come l’annuale convegno, parte integrante di Nelle terre del Grechetto che ha visto presentare negli anni i risultati di studio dell’Università della Tuscia di Viterbo.

Il nostro viaggio di conoscenza del vitigno, come gruppo di lavoro, passa anche e necessariamente dalla comunicazione. È importante dare rilievo a un tracciato conosciuto, disegnato nel tempo da incontri, degustazioni, momenti di fertile discussione con esperti e giornalisti del settore, ed è altrettanto importante portare nuove idee e creare nuove occasioni di diffusione. Da tutto questo è nato il nostro progetto dedicato al Grechetto che prevede la pubblicazione di un e-book per cui stiamo raccogliendo dati e informazioni sui vignaioli che, in purezza o in uvaggio, danno al vitigno la possibilità di esprimersi, e una serie di iniziative che diano a questo vitigno l’attenzione che merita.

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