Questo lungo periodo di chiusura ci ha permesso di rallentare i ritmi e di riflettere con calma. Abbiamo approfittato del lockdown per ripensare il nostro giornale, per cercare il senso di una narrazione incentrata sull’enogastronomia e sul turismo al tempo del Coronavirus. Non è facile riprendere le fila di un discorso interrotto perché il contesto è cambiato, nonostante la nostra ostinata negazione di una nuova realtà è con essa che dovremo fare i conti. Prendere coscienza della fine di un’era non è mai facile, lo è ancora meno se la cesura è innescata da un elemento eccezionale, quasi fantascientifico come una pandemia. Si deve ripartire quindi dalla consapevolezza di muoversi su un territorio solo illusoriamente conosciuto, ma di cui in effetti sappiamo ben poco. Ed è per questo che abbiamo deciso di respingere le lamentele e rifiutare le soffocanti e inconcludenti spinte corporative e solipsistiche e di affidarci invece ad una luminosa creatività innestata sulla collaborazione. Da qui (ri)partirà il nostro racconto. Perché siamo convinti che in questo nuovo mondo bisogna imparare a camminare insieme.
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redazione
Come giornale specializzato sui temi di enogastronomia, abbiamo posto al centro dei nostri articoli il racconto: di territori, di persone, di suggestioni, di odori, saperi e sapori. Vogliamo far vedere quello che c’è dietro un prodotto: il lavoro, il percorso la fatica che portano quotidianamente verso la qualità.
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