Di questi tempi in Italia sta crescendo considerevolmente l’attenzione alla tavola e con essa la scelta degli alimenti e degli ingredienti più sani e naturali, in definitiva il “buon mangiare” e la passione per la cucina sembrano aver contagiato tantissime persone, complici i mass-media e i tutorial di cucina.
Da uno studio del settore condotto dall’ Istituto di Ricerca IXE, che riproponiamo di seguito, la percentuale di italiani che amano cucinare è salita dal 68% del 2016 al 74% nel 2018.
L’amore per il buon cibo si allinea col tentativo di seguire una dieta specifica, sia essa dimagrante, (prima tra le altre e seguita da circa ¼ della popolazione italiana), salutista, purificante, Mediterranea o altro. In contro tendenza troviamo una bassissima percentuale di buongustai che non rinuncia alla gratificazione del cibo succulento e ”confortante”.
Questo a seguire è il risultato di un’indagine sul tipo di alimentazione consumata da un campione di intervistati e lo spaccato che ne deriva è corrispondente con quanto suddetto.
Al primo posto troviamo la scelta per un’alimentazione sana e genuina, ma cosa intendono i consumatori con questa definizione? Gli è stato chiesto.
Le risposte mettono in evidenza un uso e/o una rinuncia a determinati alimenti, (o condimenti), che, a ben vedere, rappresentano le basi della dieta Mediterranea: varietà dei cibi, frutta e verdura, buon olio, scelta del biologico e, ove possibile, il km zero.
Chi scientemente segue la dieta Mediterranea, conosce i suoi benefici sul sistema circolatorio e cardiovascolare, gli effetti positivi sulla longevità ed l’azione mirata che ha sul controllo del peso.
Un altro passo fondamentale del mangiar sano è quello del controllo dei contenuti dei cibi che si acquistano, ovvero la lettura delle etichette. Il 95% dei consumatori dichiara di consultarle per la maggior parte dei prodotti acquistati. L’etichetta, quindi, è considerata uno strumento fondamentale di controllo della propria scelta alimentare.
La lettura delle etichette alimentari quindi rappresenta un’ulteriore arma per contrastare prodotti meno qualitativi, provenienti da luoghi remoti e con non chiara tracciabilità, o semplicemente per avere un quadro chiaro di ciò che i cibi contengono e semplificarne la scelta.
Purtroppo a tutt’oggi la leggibilità delle etichette alimentari non è considerata soddisfacente, né semplice da interpretare dai consumatori finali, un limite purtroppo considerevole per chi produce e per chi consuma.