L’Arco di Pierre

Nel parlare con un’amica del rapporto tra Arte e vino m’è tornata in mente la memorabile installazione dell’artista norvegese Per Barclay a Montalcino, nel 2004, intitolata L’arco di Pierre . L’opera era costituita da un tubo trasparente di un chilometro dove scorreva vino rosso, situata ad arte lungo la navata della chiesa di San Francesco. Il tubo irrorato, al centro della chiesa, si innalzava ad arco sopra un Crocefisso ligneo per avvitarsi poi a spirale sul pavimento. Sangue e vino, metafora della transustanziazione, che Per Barclay (Oslo 1955) aveva creato per la manifestazione Arte all’ arte, una rassegna che collocava installazioni contemporanee nel cuore del paesaggio senese. Nell’Arco di Pierre, Barclay racconta il misticismo della Toscana evocando sia la Passione di Cristo che la fama mondiale dei vini di Montalcino. L’effetto era impressionante. Il  tubo trasparente pompava vino da un cuore di acciaio, quasi fosse asportato dal corpo abituale della cantina, creando  un gigantesco circuito vascolare che animava la vacuità candida del rivestimento barocco di una chiesa situata là dal medioevo. San Francesco sorse, infatti, su una chiesa pre esistente intitolata a Sant’Angelo e prese il nome del Santo di Assisi nel XIII Secolo. Quella che oggi si vede è la sua ri sistemazione settecentesca. Dentro la chiesa, ricordo, che si potevano vedere gli freschi di Tamagni  dipinti nel  primissimo Cinquecento che sembravano prender nuova vita dal gorgo inarrestabile del vino. Il moto generale sembrava portare un flusso venoso anche ai personaggi delle Storie della Vergine Maria affrescati sulle pareti. L’intera architettura era compromessa da quella folle corsa ematica, vibrante ripetizione del travaso dalla botte oltre che trasfusione. Il vino era evocato dalla furia vorticosa del flusso così presente che evocava il turbine della danza dionisiaca e la vertigine di quel circuito pazzesco ubriacava lo spazio vuoto della chiesa. Quell’esperienza faceva parte della riuscitissima formula messa in atto dall’associazione Continua che dalla sua centrale di San Gimignano operava in contatto con il mondo per fare quella che fu un irripetibile e riuscito connubio tra arte contemporanea e territorio. Presieduta da Mario Cristiani, l’associazione si occupò anche dell’apertura di pozzi d’acqua in zone aride e desertiche ottenendo successi in barclay01 barclay06Senegal, India, Palesina e Brasile, dopo aver radunato ben 110 mila euro dalla vendita di bottiglie di vino di qualità etichettate con opere di artisti del calibro di Michelangelo Pistoletto. Questa operazione chiamata arte X vino = Acqua rimane uno dei miracoli dell’arte, trasformare il piacere in azione  umanitaria, il vino in acqua.

Ti piace questo articolo?

Condividilo su Facebook
Condividilo su Twitter
Condividilo su Linkdin
Condividilo su Whatsapp


Spazio disponibile

Per la tua pubblicità in questo spazio contatta advertising@carlozucchetti.it

Ultimi articoli


Spazio disponibile

Per la tua pubblicità in questo spazio contatta advertising@carlozucchetti.it

Iscriviti alla Newsletter di Carlo Zucchetti