In quella fredda e ventosa mattina il Capitan Aglio, con il suo plotone distaccato alla trincea del Monte Macinato di Maiale, osservava pensoso il nemico al di là della collina. Se avesse attaccato per primo avrebbe condotto i suoi al massacro. Sapeva che oltre il Monte Macinato di Vitello c’era la verde pianura in cui era appostato l’alleato, il Generale Prezzemolo. L’Uovo nemico era circondato. Il valoroso Aglio, insieme allo stratega Prezzemolo, dovevano solo aspettare una crepa nella Formazione a Guscio d’Uovo per attaccare. Il segnale concordato era attendere che scendesse la prima neve condotta dal Reggiano Comandante Parmigiano. Il Capitan Aglio osservava l’alba rossa di pomodoro lasciare il posto alle nuvole grigie di mollica di pane. Tra poco sarebbe iniziata la battaglia. Sentiva già che nel combattimento avrebbe perso l’anima. Istintivamente, come se fosse possibile trattenerla sotto il vestito, si chiuse la camicia fino all’ultimo bottone.
Per quanto Eugenio si sforzasse, alla piccola sorellina Amelie non interessavano proprio le storie di battaglie. Nemmeno quelle con le polpette e tantomeno quelle con gli indiani e le penne colorate in testa. Quelle mattine da trascorrere in casa a vedere la mamma cucinare avevano solo un paio di cose buone: il profumo che di lì a poco avrebbe inondato la casa e il gusto di giocare con i pentolini. Amelie sbatacchiava tazzette, piattini gialli e rosa promettendo fantasiosi te’ ed offrendo plasticosi pasticcini.
La mamma cacciò un urlo nel vedere che tra gli ingredienti per le polpette al sugo erano finiti i personaggi Lego di Eugenio! Mini astronauti, poliziotti, ginnasti, operai e sub si trovavano in mezzo a: 200 gr di macinato di maiale; 200 gr di macinato di vitello; 100 gr di mortadella tagliata spessa; una manciata di mollica di pane ammollata nel latte; 100 gr di parmigiano Reggiano; 1 spicchio d’aglio; 1 uovo; prezzemolo; pangrattato; sale; pepe. Pomodori freschi da sugo; polpa di pomodoro; cipolla; sedano ed olio E.V.O.
Amelie si colpiva la fronte con la manina imitando la mamma che cercava di ripulire quel campo di battaglia e insieme invitavano il piccolo a fare la guerra da un’altra parte.
Il momento era importante: si doveva tagliare a tocchetti la mortadella. Unirla in una ciotola con i due macinati, aggiungere l’aglio e il prezzemolo tritato, la mollica di pane ammollata, il parmigiano, l’uovo, regolare di sale e di pepe ed amalgamare il tutto. Le mani della cuoca affondavano mescolando tutti gli ingredienti. La bimba le guardava attraverso il recipiente di vetro e si ricordò di quella volta all’acquario di Genova. Persino la pagnotta, da cui era stata tolta un po’ di mollica, le rassomigliava alle fauci di un cattivissimo squalo assassino.
Dalle mani a cucchiaio uscivano le polpette tonde e rosa. Mentre nel tegame imbiondiva la cipolla con il sedano e la carota in attesa dei pomodori e della polpa. Le polpette appena composte dovevano aspettare per tuffarsi nel sugo. Prima dovevano essere spolverate nel pangrattato e finire in padella a friggere. Che bello sfrigolio! Solo pochi minuti, il tempo d’indorarsi e di caricarsi di quel gusto d’EVO che avrebbe conferito al piatto quel tocco in più in sapore, il così detto “passaggio del goloso”. Scolate e ben asciugate ecco tutte le polpette a rotolare nella pentola di rame ad abbracciare il sugo al doppio pomodoro.
Amelie ed Eugenio avevano seguito tutta la preparazione con interesse.
I pupazzetti erano sparsi in tutta la cucina. Eugenio nel frattempo aveva ingaggiato circa 3 o 4 battaglie da cui non era uscito mai sconfitto e, soprattutto, nessuno si era fatto un graffio.
La piccola chiedendo il racconto della guerra domandò: “quanti morti?”
Lui rispose: “ A pranzo 20 polpette e nessun ferito!”
Per accompagnare la “battaglia delle polpette” vi consigliamo il Cesanese di Olevano Romano DOC Superiore Silene Damiano Ciolli.
info@damianociolli.it