Il grido di allarme di Paolo Bianchini (M.I.O.): “Metà dei locali sono a rischio chiusura”

Chiediamo al Governo interventi immediati su credito, C.I.G. e sfratti

Lui ha riaperto lo scorso primo luglio perché “ho aspettato che si chiudesse il precedente trimestre fiscale e, come previsto, purtroppo gli incassi non arrivano al 30% del pre Covid. Lo dico subito e chiaro: c’è il serio rischio che metà di bar, ristoranti ed alberghi in autunno chiuda, servono misure immediate da parte del Governo”.
Paolo Bianchini, titolare del ristorante Osteria del Vecchio Orologio di Viterbo, nel giro di qualche mese è balzato agli onori della cronaca nazionale dopo aver fondato il M.I.O (Movimento imprese ospitalità), con l’intento di cercare un’interlocuzione tra il mondo dell’horeca e il Governo.

Partiamo dall’inizio. A fine febbraio – inizio marzo, su sollecitazione di Mirko Zuffi, titolare di un’azienda di distribuzione, ho deciso di fare qualcosa per il nostro mondo, visto che il Governo era sordo alle nostre richieste. Per inciso: ora non è che sia cambiato granché.

Cosa è e cosa vuole il vostro Movimento?
Giuridicamente siamo un’associazione, che dallo scorso 25 giugno aderisce a Federturismo, l’unico soggetto da cui ci sentiamo rappresentati. Ci siamo costituiti ad inizio maggio e la struttura prevede un presidente (lo stesso Bianchini, ndr), due vicepresidenti che sono Gherardo Manaigo, di Cortina e Salvo Longo di Palermo ai quali si aggiunge Roberta Pepi per l’area metropolitana di Roma. Da una decina di giorni stiamo raccogliendo le adesioni.

Il seguito che avevate eppure sembrava ampio
Era ed è così se è vero come è vero che il 29 aprile, giorno della manifestazione in cui abbiamo consegnato simbolicamente le chiavi, hanno partecipato in 200mila in tutta Italia. Così il giorno prima, quando abbiamo acceso per l’ultima volta le luci.  Ma si tratta di un percorso lungo, appena iniziato, che ha bisogno di tempo per strutturarsi.

Qualcuno si è perso per strada quindi?
Non direi. In tanti per fortuna stanno lavorando e hanno meno tempo, c’è chi è iscritto ad altre associazioni, qualcuno è meno interessato perché preferisce stare alla finestra, ma l’attenzione rimane altissima perché è in gioco la nostra sopravvivenza.

Eppure già ci sono associazioni che rappresentano il commercio, come ha fatto notare: perché un ristoratore dovrebbe affidarsi al M.I.O?
A mio parere, e l’ho detto spesso, non tutte fanno il nostro interesse. Penso per esempio alla Fipe e soprattutto al suo presidente Stoppani, non alla totalità dell’associazione. Poi, come detto, M.I.O ora fa parte di Federturismo

Cosa risponde a chi vi accusa di essere ondivaghi nelle richieste e poco chiari?
Chi pensa questo non ci conosce e non ci ha seguito. Abbiamo più volte ribadito che aprire a maggio alle condizioni imposte dal Governo era impossibile per chi non ha un’attività a conduzione familiare, non è proprietario delle mura e non ha ampi spazi. Discorso differente perché si trova nelle condizioni sopra citate, anche noi consigliavamo subito di aprire. Qualcuno che infatti ha riaperto ha subito chiuso e ha aspettato luglio per aprire di nuovo. Mi riferisco soprattutto ai ristoranti perché l’80% degli alberghi ancora è chiuso

Da maggio però le regole sono all’incirca le stesse
A parte che non si può stare chiusi per sempre, anche da un punto di vista psicologico, poi qualcosa si muove, come per esempio la delibera della Regione Sicilia che consente anche a chi ha una frequentazione abituale di stare allo stesso tavolo: potrebbe essere un esempio da seguire, ma ovviamente non basta. A proposito di richieste poco chiare vorrei però precisare anche perché se non interviene subito c’è il rischio concreto che la metà dei locali non arrivi all’autunno, il Governo deve agire subito su accesso al credito, Cassa integrazione in deroga e sfratti. Abbiamo già presentato tre proposte.

Prego
Ci deve essere anzi tutto il blocco della segnalazione nella centrale rischi per chi è insolvente, in modo da non avere problemi di accesso al credito. È facile, con questi incassi, avere problemi di liquidità. Poi deve essere immediatamente rifinanziata la cassa integrazione in deroga che scade in questi giorni e portarla perlomeno al 17 agosto, quando cadrà il divieto di licenziamento. Se non ci fa così molte imprese in poche settimane chiuderanno perché già stanno accumulando debiti e non avranno risorse per pagare i dipendenti. I quali, purtroppo, saranno costretti a chiedere la Naspi e i costi sociali saranno altissimi.

La terza proposta?
Come detto è relativa agli sfratti, che devono essere sospesi facendo pagare meno tasse ai proprietari degli immobili attraverso una cedolare secca. Tanti infatti non accettano il credito di imposta che è riconosciuto per il semplice fatto che non hanno utili e sono incapienti fiscalmente.

Tutto da buttare il lavoro del Governo per il vostro settore?
Rispondo così: la prima volta che Conte ha pronunciato la parola ristorante è stata il 4 maggio. Non si possono fare protocolli d’intesa sulla ristorazione senza mai essere stati in cucina, senza avere parlato con un cuoco, un barista, un pizzaiolo.

Eppure il M.I.O ha avuto un grande impatto mediatico nazionale.
Segno che la stampa e in generale il mondo dei media in generale hanno capito che parlavamo di argomenti importanti dicendo cose sensate.

A Viterbo vi hanno capito?
Alcuni si, alcuni no. Però noto con ovvio dispiacere che quelli che in città lavorano sono 2 o 3, qualcosa deve cambiare per forza.

Per guidare il M.I.O lei si è dimesso da consigliere comunale di Fratelli d’Italia, di cui è un esponente di spicco. In passato è stato anche assessore provinciale e ha ottimi rapporti con Giorgia Meloni: non c’è il rischio che questa sia una battaglia politica?
Mi sono dimesso appunto perché dovevo rappresentare un movimento di imprese e lavoratori eterogeneo e trasversale, con la più ampia partecipazione all’interno, visto che tra noi c’è gente che vota e aderisce a tutti i partiti. Noi vogliamo tutelare le aziende e i lavoratori, basta, non sono interessato ad altro. E se qualcuno lo pensa non posso farci nulla. 

 

 

 

 

Via Orologio Vecchio, 25
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335.337754
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