“Col tempo e con la paglia, si maturano le Nespole”. Il Liquore Nespolino e la Confettura

Il tempo e l’attesa. Concetti che la natura continua ad insegnarci di contro alla velocità che imprimiamo e imponiamo nel nostro lavoro, nelle nostre scelte e nei giudizi. “Subito pronto”. Ritmi serrati anche per il buono ed il bello. Famiglie festanti in tv attorno ad un sacchetto di plastica che uscito dal congelatore e inserito nel microonde regala in “5 minuti” preparazioni pronte e complete di salse, sughi e spezie.

Attonita con una tazza di caffè in mano esco di casa, è maggio. Dai rovi spinosi dell’inverno sono nate rose bianche il cui profumo mi stordisce. rosetoUn papavero arrossa il prato verde e fa il verso al nespolo che lo sovrasta carico di verde e d’arancio.

Alle Coste, dove si trova la mia casa, nella tradizione popolare il sito montefiasconese dove abitavano le streghe, non poteva mancare un nespolo. Si narra infatti che nell’antichità ogni abitazione ne avesse almeno un albero in cortile, perché si credeva che tenesse lontane le streghe e la sfortuna. Secondo una leggenda abbastanza diffusa in molte zone d’Italia, streghe e stregoni potevano privare il nespolo delle sue foglie rendendolo sterile ma solo se la pianta non era stata benedetta il primo giorno di maggio.

I contadini, oltre a utilizzare il suo legno duro e nodoso per lavori d’intaglio, si servivano della pianta per scandire il passare delle stagioni, essendo il nespolo comune il primo albero a fiorire e l’ultimo a maturare i suoi frutti, e una buona fioritura veniva considerata come premonitrice di un ricco e abbondante raccolto.

Mi accorgo di possedere ben due alberi di Nespole molto differenti tra loro.Nespolo Giapponese (Eriobotrya)

Il Nespolo Giapponese (Eriobotrya) deriva dai vocaboli “erion” (peloso) e “botrys” (grappolo), a indicare il particolare aspetto assunto dalle nespole che, oltre a crescere a grappoli, presentano da acerbe una superficie quasi cotonosa. La pianta possiede foglie coriacee sempreverdi e fiori bianchi pronti a sbocciare con i primi freddi dell’inverno. I suoi frutti, le nespole del Giappone, maturano a maggio e sono, insieme con le fragole, uno dei primi frutti dell’anno. Di colore giallastro chiaro, giallo o arancione, la nespola ha una buccia sottile e di forma tondeggiante che da acerba, a causa dell’alto contenuto di tannini, provoca un effetto astringente dando la sensazione di legare la bocca, mentre da matura i tannini si trasformano in zuccheri e il frutto diventa più dolce. Questa è la varietà ad oggi più comunemente commercializzato ed è un albero sempreverde di medie dimensioni, facilmente adattatosi al clima europeo. Anche se sulle nostre tavole siamo soliti consumare la varietà di nespole classificate come nespole del Giappone, esiste in natura un’altra specie di nespolo anch’essa appartenente alla famiglia delle rosacee: il nespolo comune.Nespolo Comune (Mespilus germanica)

L’origine del Nespolo Comune (Mespilus germanica) è incerta: pare sia autoctono della regione caucasica a nord della Persia. Le prime notizie sulla sua coltivazione lo fanno risalire al primo millennio a.C. sulle rive del Mar Caspio per poi diffondersi in Asia Minore e da qui in Grecia, dove veniva consacrato al dio Cronos e raffigurato negli affreschi dell’antica Pompei. Il nespolo comune è oggi presente principalmente come pianta selvatica in tutta la parte meridionale d’Europa. Secondo alcuni, pare sia stato introdotto in Italia dalla Germania, paese nel quale è diffuso in abbondanza. Conosciuto e coltivato dagli antichi romani, le foglie e i frutti acerbi di questo albero trovarono un’ampia diffusione durante il Medioevo, quando entrarono a far parte della farmacopea domestica come pianta medicamentosa con proprietà diuretiche, astringenti e di regolazione delle funzioni intestinali. Con lo svilupparsi delle attività agricole, la coltivazione di questo antico albero e di altre piante meno redditizie da un punto di vista economico venne poco alla volta abbandonata. Oggi il nespolo comune, oltre a essere coltivato dagli appassionati come pianta ornamentale, è utilizzato per la produzione di carbone e la concia delle pelli, e fa parte dei cosiddetti “frutti antichi da salvare” insieme ad alberi quali il corbezzolo, il sorbo, la giuggiola, la pera cotogna e tanti altri. La raccolta della nespola comune, a differenza di quella germanica, avviene tra fine ottobre e la prima metà di novembre. Una volta raccolti ancora acerbi, questi frutti vengono fatti maturare fino a gennaio-febbraio in luogo asciutto e ventilato come i fienili, dove rimangono per lungo tempo nella paglia. Usanza dalla quale è derivato il detto popolare: “Con il tempo e con la paglia maturano le nespole”.

Molte sono le proprietà benefiche di questo frutto: la nespola giapponese contiene molta acqua e una discreta quantità di fibre, oltre a sali minerali, potassio, fosforo, magnesio, calcio e un buon apporto di vitamine B e C. Inoltre contengono vitamina A e sali minerali. Sono inoltre un blando antipiretico. La loro assunzione potrebbe dunque risultare utile in caso di febbre. Presentano anche un ottimo potere saziante. Tale caratteristica, insieme al loro scarso apporto calorico, le rendono utili come alimento da assumere all’interno di un regime dietetico dimagrante. I noccioli delle nespole non devono essere consumati e devono essere dunque scartati, in quanto contenenti sostanze ritenute tossiche per il nostro organismo. I contadini erano soliti utilizzarli per produrre un liquore e la ricetta era tramandata di generazione in generazione

La ricetta del Liquore Nespolinosemi di nespolo

Ingredienti

200 gr di noccioli di nespole

500 gr di zucchero

500 millilitri di alcol alimentare a 90 o 95 gradi

600 millilitri d’acqua

Preparazione

Recuperate i noccioli dalle nespole, sciacquateli e fateli essiccare per un paio di giorni. Una volta essiccati tritateli grossolanamente (per un gusto più delicato potete eliminare parte delle bucce marroni), uniteli allo zucchero, all’alcol, all’acqua e ponete tutto nel barattolo. Lasciate in infusione per 40 giorni in un luogo fresco e buio e ricordatevi di agitare il barattolo almeno un paio di volte al giorno. Passato questo periodo filtrate il tutto con un panno fine. Quando il liquore sarà limpido potete procedere imbottigliandolo. A questo punto riponete le bottiglie al buio e al fresco e dimenticatevele per altri 40 giorni. Il Nespolino richiede circa tre mesi di attesa prima di poterlo gustare. Il sapore derivante sarà simile al Nocino. Se con il tempo si forma ancora un po’ di deposito sul fondo della bottiglia è solo una conseguenza del fatto che il vostro liquore è stato fatto artigianalmente e con ingredienti genuini. L’andamento della stagione influisce parecchio sul gusto di questo liquore: più i frutti matureranno in un periodo secco e assolato, più sarà accentuata la vena amarognola presente nel Nespolino. Il liquore può anche servire per la preparazione di dolci a cui vogliamo dare un leggero sentore di mandorla.

La Confettura di Nespolemarmellata di nespole

Ingredienti

500 grammi di nespole

1 mela

400 grammi di zucchero di canna integrale

Succo di limone

Preparazione

La frutta dovrà essere ridotta in piccoli pezzi, irrorata con del succo di limone e posta sul fornello a cuocere a fuoco basso insieme allo zucchero. La cottura dovrà proseguire, mescolando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno, fino a quando la marmellata non avrà raggiunto la consistenza desiderata. Potrà dunque essere trasferita non appena pronta – ancora molto calda – in barattoli precedentemente sterilizzati con acqua bollente, che potranno essere conservati in dispensa per almeno sei mesi. La durata della cottura della confettura è di circa 45 minuti.

Curiosità – un esperimento da fare con i vostri bambini

Per mostrare ai bambini il processo di crescita delle piante, vi basterà mettere uno dei grossi noccioli di nespola nell’ovatta, ricordandovi di lasciarla sempre umida. Così facendo il nocciolo germoglierà presto e potrete a quel punto trapiantarlo in un piccolo vaso con del terriccio universale, aspettando che cresca fino a diventare un vero e proprio albero.

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