Sassotondo: una cantina da film

ESTERNO GIORNO

Campo lungo.

Un altipiano  e una casa bianca con le mura scrostate dal tempo. Intorno una campagna ruvida e  schietta.

Parte la tromba di Fresu.

In lontananza il rumore di un auto.

La telecamera si avvicina. Inquadra un cartello “vendesi” con il nome di un’agenzia locale, poi si sposta sulla macchina, stringe sul sedile posteriore, asciugamani, una bottiglia d’acqua quasi vuota, un borsone da piscina, riviste di viaggio e  una cartina della Scozia.

La telecamera allarga e inquadra un uomo e una donna che scendono dalla macchina,

Panoramica del posto, la tromba di Fresu in assolo.

Primo piano su di lei: magra, tratti nervosi e occhi vivacissimi che si illuminano come quelli di chi ha trovato quello che cercava da lungo tempo.

Lui è Edoardo Ventimiglia, documentarista e figlio d’arte del mondo cinematografico – suo nonno è stato il primo cameraman di Hitchcock – lei, la moglie, è Carla Benini, agronomo trentino con il sogno di lavorare in campagna.

Insieme hanno dato vita alla cantina Sassotondo.

Edoardo Ventimiglia
Carla Benini
Carlo Zucchetti

Era il 1990 quando Edoardo e Carla decisero di acquistare questa azienda agricola a 6 km da Sovana e a 5 km da Pitigliano, in un’area “marginale” della Maremma Toscana.  L’hanno chiamata  poi Sassotondo in onore a un sasso, ovviamente rotondo, attorno a cui amava giocare  la loro figlia. 72 ettari tra vigneti, oliveti, pascolo e bosco; all’inizio il progetto della cantina non si era ancora configurato, c’era l’allevamento della vite, ma le uve venivano conferite alla cantina sociale. “Avevamo fatto il corso per sommelier nel 1988 e ci aveva appassionato, ma eravamo ancora lontani dall’idea di una cantina nostra. All’epoca abitavamo a Roma, in Toscana ci venivamo in vacanza o il fine settimana. Carla, come agronomo, si occupava di grandi progetti internazionali che la portavano più vicino alle scartoffie burocratiche che non alla terra e le mancava l’agricoltura “sul campo”- ci dice Edoardo con la sua aria bonariamente smaliziata – Capitò poi, di ritorno da un viaggio in Scozia, di venire a Saturnia e di fare un giro nei dintorni. Un po’ per caso ci siamo imbattuti nella vendita di questa azienda e abbiamo deciso di comprare. Sono passati otto anni prima di lasciare definitivamente Roma per trasferirci qui, nel frattempo abbiamo acquistato il vigneto di San Lorenzo e abbiamo dato avvio al progetto della cantina”.

Abbiamo incontrato Edoardo e Carla a Pitigliano, suggestivo paese della bassa Toscana arroccato su uno sperone tufaceo. In questi giorni il borgo è più animato del solito perché si sta svolgendo Vulcania (15-16 giugno), Banchi d’Assaggio e degustazioni di più di 130 vini dalle DOC Vulcaniche italiane, organizzata dal Consorzio del Bianco di Pitigliano di cui Edoardo è presidente. Carlo Zucchetti è stato coinvolto da Edoardo per una supervisione sull’organizzazione dell’evento. Approfittiamo di un momento di pausa per scambiare quattro chiacchiere, in questa giornata piena di sole di fronte agli archi dell’acquedotto mediceo che caratterizzano il paese.

 

“Che cosa o chi vi ha fatto considerare l’idea di fondare una cantina?” chiede Carlo ben riparato dalle tese del suo Borsalino estivo.

Sassotondo cantina

“Il confronto con l’amico Gianvittorio Baldi, regista e produttore cinematografico di spessore, ma anche grande produttore di vini è stato determinante. La sua esperienza con il Ronco del Re, il suo invito, da grande sperimentatore, a sperimentare hanno segnato l’inizio. È stato lui che ci ha presentato il nostro enologo Attilio Pagli con cui abbiamo dato il via al percorso. Il legame tra l’artigianalità del cinema, che mi era familiare, e la creazione del vino rimane ancora oggi uno degli aspetti che mi fa sentire a casa anche in ambito enologico. Ogni anno, così come succede per ogni progetto cinematografico, è una sfida che si rinnova”. Ha una  faccia simpatica e aperta Edoardo, e dei modi che tradiscono il suo essere in bilico fra concretezza e astrazione, con un occhio sempre attento al dettaglio e alla pulizia formale.

Continua ad arrivare gente ai Banchi d’Assaggio di Vulcania, dalla porta si intravede l’istallazione  di Maurizio Cont che ha interpretato il rapporto tra i vini e i territori vulcanici. Carlo: “Grande merito di Sassotondo è l’aver riscoperto e dato dignità al Ciliegiolo, un vitigno spesso trascurato, raramente vinificato in purezza e in ogni caso considerato non adatto all’invecchiamento. Oggi invece, nella degustazione in cantina, abbiamo assaggiato un San Lorenzo del 1997 che aveva mantenuto perfettamente il suo carattere e la sua piacevole complessità. Peccato che il ’98 sia finito, racchiudeva veramente la quintessenza del Ciliegiolo.”

Sassotondo, cantina

“Abbiamo comprato il vigneto di San Lorenzo nel 1992, il Ciliegiolo era lì dagli anni ’70, in parte abbiamo espiantato e reimpiantato, ma sempre usando solo selezioni massali.  Posso dire con orgoglio che San Lorenzo è un vero cru. Per scelte di vita personali abbiamo adottato il regime biologico e dal 2007 ci siamo orientati alla biodinamica.  In cantina non usiamo lieviti e ricorriamo alle quantità minime di solforosa. La nostra è una vinificazione non interventista. Cerchiamo di lavorare bene in vigna, nel rispetto del terreno e della pianta per poter portare in cantina uva sana”.

Ci raggiunge Carla, la lunga treccia sulla spalla sinistra, una gestualità esuberante, il modo di parlare veloce che tenta di stare dietro a un pensiero vivace e brillante, è un concentrato di energia e di entusiasmo. Carlo le chiede di spiegarci la scelta della biodinamica.

Carla Benini in vigna

“Ho iniziato a interessarmi di biodinamica su indicazioni di amici produttori, poi ho seguito dei corsi.  Mi ha colpito molto il pensiero di Nicolas Joly. È un personaggio interessante, con una marcia in più. In particolare ho trovato importante la sua attenzione alla forma e allo sviluppo della pianta. Sintetizzando e semplificando: ogni pianta  ha una sua verticalità che vive in modo diverso. Da una parte c’è una spinta verso il basso, verso la terra e il sottosuolo attraverso le radici, e dall’altra un’attrazione verso l’alto, verso il sole e la luce. Per bilanciare queste forze opposte, per regolare il rapporto di forma, la biodinamica prevede l’uso di preparati, in quantità minime, dinamizzate: il corno letame che agisce sull’apparato radicale e il corno silice che opera sullo sviluppo della pianta e delle foglie.  Bisogna saper guardare le piante singolarmente, capire il loro modo di esprimersi”. Interviene Edoardo: “La vendemmia del 2007, un anno difficile per la viticoltura,  è stata la prima fatta dopo la scelta di applicare i principi della biodinamica e per noi ha rappresentato un aumento di produzione del 30% con una qualità molto alta. I nostri operai, meravigliati dai risultati, riferendosi ai preparati usati da Carla, le dicevano: «Hai dato l’acqua santa»”.

Carla aggiunge: “La coltivazione biologica è passiva, si tratta di non usare prodotti di sintesi, la biodinamica è il passo successivo, ovvero instaurare un rapporto rispettoso, ma attivo con le coltivazioni, stimolandone le energie. Come ho detto, l’aspetto più interessante riguarda questa attenzione alla forma della pianta. Questa è la  biodinamica che apprezzo e cerco di mettere in opera e mi ha dato   un soddisfacente riscontro in vigna. Non ho  voluto approfondire ulteriormente perché in alcuni casi si arriva a un misticismo troppo esasperato per me che ho già abbandonato molti credo.”

Un gruppo di ragazzi esce dai Banchi d’Assaggi con il bicchiere in mano: “Vini interessanti questi delle zone vulcaniche, il Carricante siciliano mi ha sorpreso, ma nel San Lorenzo di Sassotondo si sente il sapore di casa”.

Edoardo e Carla si lanciano uno sguardo complice, pieno di soddisfazione: quale migliore complimento per un vino che desidera essere espressione del territorio?

 

 

 

 

C.S. Pian di Conati, 52

58010 Sovana (GR)

Tel. +39 0564 614218

fax +39 0564 617714

www.sassotondo.it

info@sassotondo.it

anno di fondazione: 1990

agronomo: Carla Benini

enologo: Attilio Pagli

superficie vitata:10 ha

bottiglie prodotte: 50.000

Vini:

Bianco di Pitigliano Superiore DOC Isolina (Trebbiano, Greco, Sauvignon)

Maremma Toscana DOC Tufo Bianco

Numero Dieci IGT Maremma Toscana Bianco  (Trebbiano)

Numero Sei IGT Maremma Toscana Bianco  (Greco, Sauvignon)

Maremma Toscana DOC Ciliegiolo

Maremma Toscana DOC Tufo Rosso

Franze IGT Toscana Rosso   (Ciliegiolo, Sangiovese, Teroldego)

San Lorenzo IGT Maremma Toscana Rosso  (Ciliegiolo)

Sovana Rosso Superiore DOC (Sangiovese, Ciliegiolo, Merlot)

 

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