Sandro Sangiorgi e Angiolino Maule: disciplinare vino naturale. Sì, No, Perché

vinnatur-sangiorgi-mauleUn bel faccia a faccia al naturale che fa bene al naturale. Si potrebbe sintetizzare così l’incontro tenutosi a Roma lo scorso 12 novembre tra Sandro Sangiorgi, giornalista fondatore di Porthos e Angiolino Maule presidente di VinNatur. Sul tavolo perplessità e proposte in buona parte già esposte da Sangiorgi nel suo articolo Sulla certificazione Vinnatur  scritto a proposito dell’approvazione del disciplinare di VinNatur avvenuto a metà luglio.

In particolare due sono stati i punti su cui si è approfondito il dibattito: chi avrà la responsabilità dei controlli, e la possibilità di riunire intorno a un unico disciplinare tutte le associazioni che si prefiggono la produzione di vini naturali.

In questo momento ha spiegato Maule è in fase di elaborazione la versione definitiva del Piano di Controlli che vede la collaborazione di alcuni enti certificatori riconosciuti dal MIPAAF. La proposta di Sangiorgi è che sia una squadra selezionata tra gli stessi associati ad attuare le verifiche di adesione al disciplinare con l’intento di far crescere appartenenza e responsabilità nei soci stessi, come dire “Se voglio che la mia associazione sia credibile devo dare certezza e garanzia al marchio”. Se da un lato la posizione di Sangiorgi è senz’altro la più civile, dall’altro viene da chiedersi se il consumatore sia pronto a dare credito a un marchio autocertificato che non sia validato da un ente esterno. Maule, da parte sua, evidenzia una collaborazione dei soci con gli enti certificatori in questa fase redazionale del Piano di Controlli, con l’obiettivo di arrivare a “un piano serio, un metodo inattaccabile” ma, come ha ribattuto il giornalista, ci sono elementi, pratiche e situazioni che solo un vignaiolo esperto riesce a vedere sul campo e nella pratica. La presenza di alcuni soci durante le verifiche potrebbe essere effettivamente un valore aggiunto non indifferente.

In questo momento il vino naturale riscuote un forte interesse e vede finalmente l’attenzione del mondo scientifico e accademico. Ricerche, studi e approfondimenti sono indispensabili per la crescita di consapevolezza e conoscenza da parte dei produttori e di conseguenza per i risultati nel calice. A questo punto è necessario evitare le semplificazioni e riuscire a comunicare la complessità del vino naturale. Le sue peculiarità non possono ridursi a un elemento che – come ha sostenuto il fondatore di Porthos – diventa un vessillo, basti pensare alla solforosa e al collegamento immediato tra la sua assenza e la naturalità. Anche per questo sarebbe necessario un marchio unico per il vino naturale. “La certificazione è un mezzo importante, delicato e decisivo – ha scritto Sangiorgi– credo si rischi di perdere la grande occasione di riunire le associazioni, i gruppi e i consorzi che hanno a cuore il vino naturale e concordare un documento comune.” A rafforzare il concetto ci sono i numeri: i 160 soci di VinNatur per quanto importanti sono poca cosa rispetto al mondo del naturale, i cui confini sono già di per sé labili e appannati declinati nelle tante associazioni che attingendo in vario modo allo stesso campo semantico cercano l’appartenenza a questo ambito. Un disciplinare unico darebbe forza al concetto e chiarezza al consumatore, anche a quello meno attento.

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