Petra: botti e Botta per una cantina superstar

Quello del vino è un mondo molto articolato, fatto di mille sfaccettature, gesti, ritualità, lessico, ma anche luoghi deputati. Le cantine sono diventati spazi da visitare non solo per degustare, ma anche per apprezzarne le strutture.  Spesso sono meravigliosi edifici architettonici che modellano lo spazio e dialogano con il paesaggio,  a volte sommessamente, altre volte in toni roboanti. Le cosiddette archistar hanno dato vita a progetti intriganti, intelligenti, in qualche caso rocamboleschi, ma che sono un motivo in più per una visita.

Noi abbiamo cominciato da quella che ha raggiunto il podio  nel  sondaggio le “7 Meraviglie” del vino, ovvero  le più belle cantine d’Italia per architettura, bellezza e funzionalità,  indetto a marzo scorso da Winenews-Vinitaly . Si tratta di  Petra, cantina del Gruppo Terra Moretti progettata da Mario Botta. Ci troviamo a Suvereto, nell’estremità meridionale della provincia di Livorno, nell’etrusca  Val di Cornia, tra le  colline metallifere.

Quando il cancello si apre,  appare il grande cilindro in pietra di Prun . Un elemento imponente, solido che si prolunga nelle ali laterali riprendendo l’idea delle barchesse delle antiche residenze toscane o delle eleganti ville palladiane. Con i suoi volumi e il suo disegno originale, Petra imprime un segno forte sul paesaggio, ma al tempo stesso cerca un rapporto con il territorio. Attinge ai colori tipici della Toscana, il cotto a cui rimanda la pietra di Prun, e,   attraverso il piano inclinato che seziona il corpo cilindrico centrale,  intesse una relazione con la collina retrostante di cui riflette la curvatura e ne prosegue  la vegetazione nel giardino pensile. Si  crea così  un gioco di piani e di profondità davvero interessante.IMG_5437

Il progetto, interamente realizzato con materiali prefabbricati, è riuscito a fondere le due anime di Vittorio Moretti, quella vinicola e quella edile, raggiungendo perfettamente lo scopo di rappresentare il produttore e, in questo caso, i suoi prodotti.

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Carlo Zucchetti, Sergio Marchetti, Piergiuseppe D’Alessandro

Iniziata nel 2001, la Cantina Petra con i suoi 7200 metri quadrati, viene conclusa due anni dopo. La creatività dell’architetto Mario Botta ha trovato, in questo progetto, una valida spalla nell’accessibilità a tecnologie costruttive avanzate e nell’esperienza tecnico-realizzativa del Moretti imprenditore edile.

Intorno alla cantina si estendono 40 ha di vigneto. Altre due aree fanno parte dell’azienda: Rio Torto a 10 Km da qui e Monte Bomboli  verso l’interno, per un totale di 97 ha di superficie vitata. “La forza dell’azienda è poter lavorare su zone con caratteristiche diverse, più vicino al mare o con un’altitudine più rilevante che arriva a 400 m. s.l.m. I nostri vitigni, Sangiovese, Merlot e Cabernet, sono rappresentati nei tre appezzamenti, ma la maggior parte del nostro Sangiovese è a Monte Bomboli dove il terreno è meno pesante e più sassoso.

Qui i terreni sono argillosi con un buono scheletro. Il nostro sottosuolo è roccioso, molto minerale, dobbiamo tener presente che siamo ai piedi delle colline metallifere”. Ci racconta Piergiuseppe D’Alessandro, l’enologo. Alto, faccia simpatica, Piergiuseppe, detto Pippo, è di Pescara, ha studiato a Piacenza ed è entrato nel 2001 all’azienda La Badiola  sempre  del Gruppo Moretti (insieme a Bellavista), per poi arrivare a Petra.

“Se non sbaglio, è stato Attlio Scienza a fare uno studio sulla vocazionalità dei terreni aziendali.” Chiede conferma Carlo Zucchetti mentre camminiamo verso i vigneti.

“Vedo che sei bene informato, sì, il professor Scienza ha studiato la zonazione e ha individuato tre principali tipologie di suolo. Una, sommatale, di origine tettonica che presenta  terreni pietrosi, talvolta calcarei, poveri, siccitosi, non molto argillosi; una seconda zona costituita da fenomeni alluvionali, erosivi e di accumulo, ricchi di manganese e di metalli; e nella parte più bassa terreni ricchi di limo”. Pippo ha un tono di voce basso, modi garbati e un’intelligenza fine che lascia spazio all’interlocutore, non lo sovrasta.

“L’azienda è gestita in biologico, stiamo completando la conversione per avere la certificazione. Sul vino biologico ci stiamo ragionando. Francesca Moretti (figlia di Vittorio Moretti n.d.r.) è molto attenta a queste tematiche, è stata lei a orientare l’azienda in tal senso con tutte le difficoltà dei cambiamenti forti, soprattutto all’interno di un’azienda così grande, ma c’è anche tanta soddisfazione quando si riesce.”

Passeggiamo nella campagna, i filari salgono e scendono assecondando la linea morbida del terreno. Arriviamo a un bacino che è il punto di raccolta dei fossi: “Nell’ottica biologica e del rispetto dell’ambiente è stato fatto anche questo impianto fotovoltaico galleggiante – continua Pippo –  è uno dei  primi progetti di questo genere in Italia. I pannelli sono montati su zattere  che ruotano seguendo la luce del sole”.

“Qui c’è qualcosa di più interessante”. Il tono ridanciano di Sergio Marchetti, brand manager delle cantine Petra attira l’attenzione.  Ci avviciniamo a un recinto dove corrono maiali di cinta senese.

Anna Maria Olivieri, Piergiuseppe D'alessandro, Carlo Zucchetti, Alessandra Di Tommaso, Patrizia Sensi, Sergio Marchetti
Anna Maria Olivieri, Piergiuseppe D’alessandro, Carlo Zucchetti, Alessandra Di Tommaso, Patrizia Sensi, Sergio Marchetti

Sergio è un toscanaccio dalla battuta sagace e dalla risata aperta e trascinante. Nasconde una sensibilità delicata dietro una naturale lepidezza e al gusto arguto per l’ironia.  “L’idea di Vittorio Moretti è quella di tornare a una concezione antica dell’azienda con una buona parte dedicata all’autoconsumo. In questo caso a favore degli ospiti della cantina”.

Si torna presto a ragionare di vino e Carlo chiede il posizionamento dell’azienda sul mercato. Quando si parla di numeri e di vendite, Sergio mostra  tutta la sua professionalità e una solida esperienza: “ Petra è nata nel 1997, adesso iniziamo ad avere uno storico interessante su cui poter lavorare. Quello che ci interessa è perseguire un’identificabilità. Per quanto riguarda la produzione siamo sulle 350.000 bottiglie.  L’esportazione raggiunge il 60% ed è indirizzata soprattutto verso USA, Giappone, Germania e Svizzera”.

Carlo, osservando i filari ordinati: “Vedo che avete mantenuto l’allevamento a cordone speronato. Che vantaggi ci sono?”

“Il Cordone ci permette una gestione più facile, anche la meccanizzazione, almeno nelle zone dove la stiamo applicando in via sperimentale,  è più semplice. Quercegobbe invece è a guyot.” Riprende l’enologo.

“Quante persone lavorano qui durante la vendemmia e quanto prodotto entra in cantina?”

“In piena lavorazione abbiamo circa 50 persone che fanno arrivare in cantina 400/500 quintali al giorno su cui viene fatta la cernita.”

IMG_5450Finalmente entriamo in cantina, dalla parte della collina, dove la maggior parte del volume è interrato.   Illuminati in modo naturale da finestrature ottenute dall’intersecarsi delle travi secondarie in legno lamellare su quelle principali, gli spazi amplissimi degli interni sono una sintesi efficace di valori estetici e funzionali. Il contrasto visivo tra il calore del legno e la freddezza dell’acciaio trova una sublimazione nell’azzurro intenso dei particolari e rinnova ancora una volta il legame tra natura e tecnologia, binomio fondante di Petra.   L’attenzione alle fasi produzione, ha portato a una struttura architettonica progettata per la lavorazione a caduta, o gravità consentendo il minimo uso di pompe idrauliche.   Scendiamo nelle barricaie, colonne e pilastri a tortiglione  geometrizzano lo spazio,  a terra il cemento è rivestito con il cotto d’Impruneta e si interrompe dove iniziano le lunghe file di  barrique che poggiano su un letto di ghiaia. La luce, soffusa per creare le giuste condizioni di conservazione,  si riscalda nel rosso del cotto e si diffonde negli ampi spazi, si rarefa nelle volte al crociera del soffitto che ricordano la sacralità del luogo.

Concludiamo la visita con un bel pranzo in azienda, dove si continua a discutere di vino, di tecniche enologiche e di vendite, ma in maniera più conviviale e rilassata. Il grande senso di ospitalità di Sergio e la sua abilità nel mettere a proprio agio i commensali porta a una conversazione piacevole. Un’ ottima occasione di degustazione con i calici dei vini targati Petra, ma anche qualcosa di Bellavista.  Sul tavolo sfilano gli affettati, delle crepe asparagi e pomodoro, maialino arrosto, fragole.

IMG_5574“Cinzia alla consolle e Valeria ai piatti”.   Annuncia Sergio scherzando, mentre  ci presenta chi ha reso possibile questo bel pranzo.

 

 

 

 

 

 

IMG_5387Petra

Località San Lorenzo Alto, 131 – 57028 Suvereto (LI)

Tel. 0565-84.53.08 – Fax 0565-84.57.28

info@petrawine.it

www.petrawine.it

Visita in cantina tutti i giorni
su prenotazione: 0565-84.53.08

 

i vini

Petra  Igt Toscana Rosso (Cabernet Sauvignon E Merlot)

Alto Igt Toscana Rosso (Sangiovese)

Potenti Igt Toscana Rosso (Cabernet Sauvignon)

Quercegobbe Igt Toscana Rosso (Merlot)

Ebo Igt Toscana Rosso (Cabernet Sauvignon, Merlot, Sangiovese)

Zingari Igt Toscana Rosso (Merlot, Syrah, Petit verdot, Sangiovese

Mareto Igt Toscana Rosso (Merlot, Syrah, Malbec)

L’Angelo di San Lorenzo (Malvasia, Trebbiano,Clarette e Vermentino)

 

 

 

 

 

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