MONTE ROSOLA: LA VITE E IL VINO POLIGLOTTA

La giornata non è delle migliori, come capita ormai da molti giorni, le temperature sono basse, l’estate sembra un miraggio. Dal finestrino il paesaggio fugge, cambiano le sagome dei declivi, più spigolosi nell’Orvietano,  più morbidi  e rotondi in Val di Chiana, poi lo sguardo è costretto all’impennata di un paesaggio frastagliato, dove la continuità della linea d’orizzonte è spezzata  dai collassi improvvisi dei piani e dalle inaspettate emergenze irregolari della Val di Cecina.  Le alture sembrano chiudersi a coprire le vallate, diventano cortine verdi che sfumano nel grigio di questa giornata carica di umidità. La strada che porta a Monte Rosola è tutta curve, si inerpica tra gli alberi, intorno grandi distese verde brillante. Le poche case disseminate in mezzo alla campagna sembrano aggrapparsi per non scivolare sui pendii, sono curate, si mimetizzano, non disturbano il bel paesaggio toscano riconosciuto e amato da tutto il mondo. Finalmente, in lontananza scorgiamo il cancello con il logo di Monte Rosola.

Lui Gottfried Schmitt è un ingegnere tedesco, lei Carmen Vieytes è una psicologa

uruguaiana, insieme hanno concretizzato il loro sogno di fare vino e vivere in Italia.

Ci accolgono con molta cordialità sul versante meridionale della  Val di Cecina. Il legame con l’Italia è profondo, Gottfried Schmitt viene nel nostro Paese fin

Carlo Zucchetti e Gottfried Schmitt

da giovanissimo, prima con i genitori, poi da solo e infine con Carmen Vieytes uruguayana con avi italiani. “Quando ci siamo trasferiti a Roma per motivi di lavoro, ho sentito di essere a casa. Da allora abbiamo iniziato a pensare alla possibilità di vivere qui.” Parla fluentemente e con eleganza la nostra lingua Carmen Vieytes, con i modi garbati, ma determinati e fieri delle donne forti.

“Noi tedeschi siamo come gli uccelli che cercano continuamente il caldo, la luce, il Sud. È qualcosa che ci portiamo dentro. Quando sono andato in pensione abbiamo cercato casa nel Mediterraneo, non solo in Italia, anche in Grecia. Poi una piccola agenzia di San Gimignano ci ha contattato, ci ha fatto conoscere la zona e con molto entusiasmo ci ha mostrato Monte Rosola. È stato un coup de foudre, ci siamo afifdati all’istinto e abbiamo fatto un’offerta”. Francese, in questo caso, ma anche tedesco, spagnolo e inglese arricchiscono il discorso di Gottfried e ne svelano la natura cosmopolita che condivide con Carmen.

“Quando siamo arrivati era un rudere, attaccato dallo scorrere degli anni e dalla mancata manutenzione, ma il corpo di fabbrica era intatto e riusciva ancora a esercitare il suo fascino. I particolari architettonici rivelavano  l’antica funzione militare, era, infatti, un avamposto. Dal 1956 era diventata una casa colonica, pressoché abbandonata, i terreni circostanti erano a seminativo, perlopiù grano duro” aggiunge Carmen come a confermare il coup de foudre.

Carlo Zucchetti: “L’aspetto più interessante della cantina Monte Rosola è che grazie al vostro impegno siete riusciti non  solo a creare un’ottima cantina con vini di altissima qualità, ma anche ad aprire nuove possibilità per l’economia agricola in  una zona che non ha una forte cultura vitivinicola.  Il vino viene prodotto per autoconsumo, senza particolari investimenti sulla qualità o attenzioni  per la vinificazione. Ho visto invece che qualcosa si sta movendo in questo senso. Avete il merito di aver puntato su un vitigno autoctono e di grande interesse come il Sangiovese e di aver riportato la viticoltura in un territorio caro agli Etruschi, un popolo che ha sempre dato grande rilevanza all’allevamento della vite e al vino, sia per motivi legati ai riti religiosi, sia come bevanda.  ”.

Gottfried Schmitt “Molti contadini hanno il loro piccolo vigneto da cui traggono il vino per il consumo privato, ma noi volevamo fare un vino che rispecchiasse la bellezza di questo territorio. Volevamo dei vini rossi speciali, complessi ed eleganti. Quando siamo arrivati tutti ci hanno sconsigliato di impiantare il vigneto, ci dicevano che eravamo troppo alti  per il Sangiovese e fuori di 2-3 km dalla DOC San Gimignano. Inoltre c’erano degli impedimenti burocratici, erano scaduti i termini per i nuovi impianti. Ma non abbiamo desistito e finalmente siamo riusciti a iniziare con ½ ha di Sangiovese e ½ ha di vitigni francesi. Ci siamo subito resi conto che la zona contrariamente a quanto si credeva dava ottimi risultati, il terroir era ottimale per avere il rosso che cercavamo e così abbiamo impiantato un altro ha di vitigni internazionali, Cabernet e Shiraz”

Carmen Vieytes, Michele Senesi, Carlo Zucchetti, Gottfried Schmitt

Interviene Carmen sempre sorridente: “Sono stata io a volere il Shiraz, perché è un vitigno che dà fuoco e vivacità al vino. L’idea con cui abbiamo iniziato era quella di fare un vino veramente buono, ma per arrivare ad avere risultati soddisfacenti ci vuole tempo, un buon lavoro in vigna e soprattutto la cura del dettaglio”

Gottfried: “Abbiamo iniziato come amateur, oggi siamo sulle 8000/9000 bottiglie l’anno per 2 ha di vigneto. Abbiamo iniziato con Tobias un project manager fantastico, adesso la cantina è seguita da Alberto Antonini, un grande enologo. È stato lui a riorganizzare la cantina. ”

“Quando Antonini ha accettato di seguire la nostra azienda è stata veramente una grande soddisfazione”. aggiunge Carmen.

“Ma torniamo a Monte Rosola: le rese sono basse, circa 45qli a ha, poi c’è un’ulteriore cernita in cantina. Chi si occupa di questa operazione delicata?” chiede Carlo.

”Carmen è impareggiabile in questo lavoro, attentissima e precisa. La selezione viene compiuta acino per acino.”

È Michele Senesi che risponde, agronomo dell’azienda Monte Rosola, giovane, dinamico e con una grande comunicativa che gli permette di occuparsi anche del marketing sul territorio. Carlo Zucchetti: “Avete mai pensato al bianco?”

Ma Carmen risponde decisa: “Rimaniamo fedeli alla nostra idea di partenza di riuscire a fare il migliore rosso su questo territorio”

Gottfried aggiunge: “È  il nostro desafio personale: arrivare a un vino eccellente”

Siamo a ridosso dell’apertura del DiVino Etrusco a Volterra (da oggi a lunedì 10 giugno ndr), Monterosola è una delle cantine della Dodecapoli inserita nel percorso enoico. Gottfried si complimenta con Carlo: “Siamo molto contenti del DiVino Etrusco. Abbiamo subito pensato che fosse un’idea brillante sia per i contenuti che per il gioco linguistico del titolo della manifestazione. Ci fa piacere partecipare a un’iniziativa che riesce a unire cultura, territorio e vino e soprattutto che rimandi alla storia Etrusca di cui siamo appassionati”.

Sul tavolo c’è la guida Veronelli che ha assegnato 3 stelle blu ai vini Monte Rosola.  Questo permette a Volterra di entrare per la prima volta nella guida come sottolinea con soddisfazione Michele. Ma non è l’unico riconoscimento a questa azienda che ha partecipato a degustazioni internazionali raggiungendo sempre ottimi risultati.

Anche l’apprezzamento fuori dall’Italia è molto buono, le esportazioni infatti coprono il 50% del prodotto.

Ma si è fatto tardi e l’organizzazione del DiVino Etrusco ci aspetta: calici, tovaglie, grafiche da ricontrollare, logistica da rivedere, è proprio il momento di andare.  I complimenti e le gratificazioni danno nuovo impulso al desiderio di lavorare bene e con professionalità su un territorio dinamico che ha mostrato interesse e capacità di crescere anche sotto il profilo vitivinicolo.
 

Fraz. Pignano 56048 Volterra (PI)

Tel.  e fax 0588 35062

www.monterosola.com

tenutamonterosola@gmail.com

anno di fondazione: 1999

agronomo: Michele Senesi

enologo: A. Antonini; G. Cesari

superficie vitata: 2 ha

bottiglie prodotte: 8000

Vini:

Corpo Notte IGT Toscana Rosso (Sangiovese,  Cabernet S., Shiraz)

Canto della Civetta IGT Toscana Rosso (Merlot)

Crescendo IGT Toscana Rosso (Sangiovese)

Indomito IGT Toscana Rosso (Shiraz, Cabernet S., Sangiovese)

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