La Cantina di Mogoro e il vino del destino

La statale 131 o Carlo Felice è un nastro di modernità che si srotola da Cagliari a Porto Torres passando per Oristano. È  un’incisione profonda che scopre spazi ampi, pietre nuragiche e nomi di paesi che scivolano via lasciando l’eco di una musicalità in cui si condensano tutti i suoni dell’isola. IMG_2258 Il grande grappolo d’uva stilizzato e impresso sulla torre di vinificazione della cantina di Mogoro  svetta anomalo sulla verde orizzontalità circostante e si impone facilmente alla vista.

Siamo nelle terre fertili dell’Alta Marmilla, sulle vie dell’ossidiana ai piedi del vulcanico Monte Arci, all’interno del Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna riconosciuto dall’UNESCO. I vigneti si alternano alle ampie estensioni a seminativo, in una zona che fin dall’antichità, insieme al Campidano, è stata il granaio della Sardegna. In questi luoghi ricchi di rovine, dove la civiltà  nuragica ha disseminato le sue tracce megalitiche, la Cantina di Mogoro contribuisce a mantenere  viva la viticoltura nei 450 ettari dei suoi soci senza discostarsi dalle medie dei vigneti sardi di 0,73 ha. Vitigni autoctoni e forte identità territoriale costituiscono la base per questa realtà che ha legato il suo nome alla riscoperta e alla valorizzazione di un vitigno difficile e delicato: il Semidano.  Vino del fato o del destino, come sembrerebbe indicare uno studio fatto sui nomi dei vitigni sardi, il Semidano ha intrecciato i fili della sua sopravvivenza alla Cantina di Mogoro che ha deciso di  superare la naturale ritrosia e vulnerabilità del vitigno riuscendo a impiantarne 33 ha (in totale in Sardegna se ne contano 40ha). Il Semidano ha ricambiato tanta generosità con uve che solo qui e a Sedara offrono il meglio di sé. La DOC assegnata nel 1996 riporta infatti come sottozona Mogoro. “Il semidano rappresenta la nostra storia e la nostra tradizione – ci dice Daniele Manca, enologo della Cantina di Mogoro –  Era usato per tagliare i vini e dare morbidezza, ma il grappolo piccolo, compatto e serrato è particolarmente sensibile alla peronospora, all’oidio e al marciume. Fragilità e scarsa produttività avevano quasi portato alla sua scomparsa”. IMG_2320Giovane, serio, competente, Daniele Manca si è laureato in enologia a San Michele all’Adige e ha fatto esperienza a Udine e in Toscana prima di rientrare nella sua Sardegna. “La cantina di Mogoro sta puntando molto sul Semidano. Abbiamo un vigneto sperimentale per rilevare le migliori tecniche colturali, procediamo con le microvinificazioni per poter capire di cosa è capace il vitigno. La caratteristica forse più interessante è che si tratta di una delle poche varietà sarde che si presta all’invecchiamento. Non ha grande intensità olfattiva, ma nel lungo affinamento sviluppa note che sui vini giovani non sono presenti acquisendo una complessità interessante”. Vitigno dalle origini incerte il semidano potrebbe essere arrivato sull’isola insieme ai popoli erranti o addirittura far parte di quelle viti che potrebbero essere nate insieme all’isola. Vicino Cabras infatti l’equipe archeobotanica del Centro di Conservazione Biodiversità guidata dal professor bacchetta ha rinvenuto pochi mesi fa semi di vernaccia e malvasia di epoca nuragica risalenti a circa 3000 anni fa confermando l’ipotesi che in Sardegna la coltivazione della vite non sia stata un fenomeno di importazione ma autoctono.

11099722_937827046280030_6697815067113974438_nNel frattempo siamo arrivati  a Mogoro, alla  Fiera del Tappeto – Mostra dell’artigianato artistico e del tappeto della Sardegna. Quel filo arrendevole annodato a pibiois (letteralmente acino d’uva) in cui mito, natura, paura e pazienza  si condensano diventa il legame con il lavoro artigiano in vigna.  Mentre attraversiamo le sale colorate dalle figure dei tappeti e degli arazzi, Carlo chiede a Daniele:

“Il problema delle cantine sociali è dover impostare un lavoro che va fatto recepire a tutti i soci, spesso cambiando tecniche colturali e abitudini ormai consolidate, voi come procedete?”

 “Prima si faceva una vinificazione massale, dal 2006 si è iniziato una razionalizzazione dei processi di produzione e da due anni si lavora ancora più alacremente sui soci. Si opera su fasce di conferimento divise in base alle analisi da cui derivano diverse categorie di prezzo, per il Semidano sono previste delle Royalty. È vero, i passaggi sono lenti, ma c’è un bel gruppo di lavoro. Con Gianni Argiolas, l’agronomo c’è un bel confronto, lui segue e dà l’impostazione in vigna. Per adesso il lavoro più grande si fa sul Semidano che ha dei giorni di conferimento dedicati e viene lavorato separatamente.  Pian piano si dovrebbero estendere questi metodi a tutte le tipologie di uva, al Bovale, al Monica, al Cannonau e al Vermentino. Per il Puisteris, c’è un ulteriore lavoro,  selezioniamo solo le uve provenienti dai vigneti ad alberello e vendemmiate nella prima decade di ottobre, in questo modo diamo ai precursori degli aromi la possibilità di  accumularsi  sulle bucce e di svilupparsi ulteriormente durante l’affinamento. Il 30% affina in botte grande per tre mesi, mentre il 70% resta in vasca, poi proseguono l’affinamento insieme. ” Nel frattempo abbiamo raggiunto il Convento e la Chiesa del Carmine, dove si terrà il grande banco d’assaggio di Volcanic Wine Mogoro 2015 che riunisce i vini provenienti dai territori vulcanici di tutta Italia. Qualcuno si avvicina curioso ai banchi per un assaggio magmatico fuori dall’isola, qualcun altro va deciso alla ricerca del vino da degustare.

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In primo piano Daniele Manca con il presidente della Cantina di Mogoro Mauro Orrù

“La Cantina di Mogoro sta crescendo  e si sta facendo conoscere, questo di solito è un momento molto delicato, fatto di cambiamenti e di maggiore razionalizzazione. Sei diventato presidente da qualche mese, è una bella responsabilità e una grande sfida, quali sono gli obiettivi che ti sei posto?” chiede Carlo a Mauro Orrù , neo presidente dalla Cantina di Mogoro.

“Prima di tutto vorrei dare una maggiore centralità alla Cantina di Mogoro, acquisire nuovi soci. C’è poi la necessità di riorganizzarci in maniera funzionale, dare alla Cantina maggior valore spingendo sui vini migliori. Comunicazione e promozione sono fondamentali, abbiamo bisogno di uscire dal nostro isolamento. Volcanic Wines, per esempio, è una bella occasione per noi sia per  uscire dall’ambito territoriale sia come possibilità di incontro e di confronto con realtà più strutturate da cui prendere esempio. Per il resto bisogna consolidare i nostri punti di forza: il legame con la cultura del luogo, la territorialità il lavoro sui vitigni autoctoni. Per questo la Cantina di Mogoro ha aderito al progetto Akinas, vitigni autoctoni a bacca bianca,  promosso dalle Agenzie Agris e Laore rivolto alla conservazione della biodiversità e sta lavorando anche su altri vitigni a rischio come il Monica bianca.”.  Accanto al presidente, Linda Argiolas, direttore amministrativo e anima della Cantina di Mogoro annuisce. Vicino a lei c’è Giuseppina Maccioni, la prima donna a far parte del Consiglio di Amministrazione della Cantina risoluta, con le idee chiare aggiunge “Vorrei riuscire con il mio contributo a rafforzare il legame culturale della Cantina con la nostra terra”. Linda infaticabile, sempre sorridente, ha quella rara e magica capacità di dissolvere problemi nel suo sorriso dolce e intelligente e di tenere le fila di tutto grazie a una granitica forza di carattere, afferma “Il vino è cultura e tradizione, ed è un modo bellissimo per scoprire il territorio e l’Italia. –  Poi aggiunge –  La Cantina di Mogoro ha potenzialità enormi che in parte deve ancora esprimere. Siamo sulla strada giusta, abbiamo professionalità, serietà e un forte legame con il territorio, quello che ancora dobbiamo acquisire è il coraggio di osare”.

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Cantina di Mogoro

SS. 131 Km. 62 – 09095 Mogoro (OR)

Tel. +39 0783 990285

Fax +39 0783 990496

cantina@ilnuraghe.it

www.cantinadimogoro.it

 

I Vini

Anima

Sardegna Semidano di Mogoro D.O.C. Superiore Puisteris

Monica di Sardegna D.O.C. Superiore Nabui (Monica 85%, Bovale 15%)

Cannonau di Sardegna D.O.C. Riserva Chio (Cannonau 90%,  Bovale 10% )

Terra

Anastasia Brut (Semidano)

Nuragus di Cagliari D.O.C. Ajo

Sardegna Semidano di Mogoro D.O.C. Anastasia

Vermentino di Sardegna D.O.C. Don Giovanni

Monica di Sardegna D.O.C. San Bernardino (Monica 85%, Bovale 15%)

Sardegna Terralba D.O.C. Bovale Tiernu

Cannonau di Sardegna D.O.C. Vignaruja (Cannonau 90%,  Bovale 10% )

Moscato di Sardegna D.O.C. Dolce Capodolce

 

 

 

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