Se vi avessero sbattuto fuori dall’Istituto Pencey insieme al ribelle Holden probabilmente avreste condiviso con lui un panino al formaggio svizzero e un latte al malto. Come dice lo stesso protagonista: “ Non è molto, ma si ottengono un sacco di vitamine dal latte al malto”. E se aveste inseguito il Bianconiglio insieme ad Alice? Sicuramente avrete più volte immaginato la tavola del famoso tè con tanto di Cappellaio Matto e Lepre marzolina, complice anche Tim Burton & Co. Meno scontata e di per sé di impatto più forte e rispondente all’asfittica e angosciosa idea kafkiana, una cena modello Metamorfosi.
Mentre noi lasciavamo libera la fantasia che intrecciava righe e parole per trasformarle in scene nella nostra mente, Dinah Fried, fotografa americana, si calava nelle storie attraverso i particolari gastronomici e ne faceva veri e propri scatti. Curate nei particolari, pulite e brillanti, le sue immagini rimangono saldamente fedeli alle descrizioni degli autori riuscendo a dire qualcosa di più.
Al di là dell’approccio sensoriale alla lettura che mettono in gioco, rendono in immagine lo stile e la visione del mondo che è dietro ogni autore. Nella cena di Gregor, la fotografa mette in contrasto l’abitudinaria quotidianità del giornale con il claustrofobico ammasso di rifiuti che copre quasi per intero la pagina stampata. Curato e raffinato come la scrittura di Proust è il tè (ma quanto è letterario il tè!) con tanto di briciole in cui Swan inzuppa “uno di quei dolci corti e paffuti, chiamati madeleine, che sembrano lo stampo della valva scanalata di una conchiglia di San Giacomo” lasciandosi invadere dai piacevoli ricordi della domenica mattina in compagnia di zia Léonie.
Dalle prime 5 foto realizzate quando era ancora una studentessa alla Rhode Island School of Design, Dinah Fried ha sviluppato un progetto diventato libro: Fictitious Dishes, in cui ha ricreato 50 piatti della letteratura.
Dinah Fried
Fictitious Dishes testo eng
pp. 128
2014
ISBN 978-0-06-227983-5
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