Anteprima Amarone: mantenere il successo conquistato

Si è chiusa domenica la due giorni al Palazzo della Gran Guardia di Verona dedicata all’Amarone 2010, la prima annata contrassegnata dalla DOCG.

L'affinamento in bottigliaI dati del 2013 presentati dal direttore Christian Marchesini del Consorzio Tutela Vini della Valpolicella all’Anteprima Amarone 2010 sono molto positivi,  indicano una crescita a livello di produzione e di ettari coltivati, 7288 ha vitati (con un aumento di oltre 1500 ha in 10 anni), 2246 aziende produttrici di uva Valpolicella, 299.000 qli di uva messi in appassimento per Amarone e Recioto,13,8 milioni di bottiglie. Provocatoriamente Sebastiano Barisoni, vice direttore di Radio 24, moderatore del convegno, ha sintetizzato in un titolo, “Amarone, grande successo. Quando e dove vi fermate?”, il pericolo che i buoni risultati commerciali portino a inflazionare la produzione, con il rischio di indebolirne il prestigio. Lo spunto prende avvio dalle polemiche sulla modifica dell’articolo 4 del disciplinare che incrementano le dimensioni della denominazione e portano le viti anche in fondovalle. Per il Consorzio della Valpolicella una presa d’atto formale, per  le  famiglie dell’Amarone d’Arte il rischio di vedere snaturato il prodotto, a breve un confronto sollecitato dalla Regione Veneto chiarirà la situazione.  Rimane certo che in questo momento l’Amarone dimostra buona salute con il 90% ca della produzione assorbita dall’esportazione, nuove opportunità con Russia, Olanda, Germania e  Svizzera.   “Qualche difficoltà in più c’è sulla Cina, dove dobbiamo valutare come muoverci” afferma Christian Marchesini che  sottolinea poi l’importanza di fare sistema anche fra Consorzi partendo da quelli del Veneto. Arrivati a questo punto è necessario puntare sull’innovazione, per costruire il valore e rafforzare le interazioni tra vitigno, azienda e territorio, percepite dai consumatori come inimitabili e quindi strategiche per i vini di alta gamma, come ha evidenziato   il prof. Andrea Marchini, dell’Università degli Studi di Perugia: «L’innovazione, principale strumento di sviluppo rurale, viene posta al centro dell’agenda politica dell’Unione Europea che con la recente riforma della PAC affronta la sfida di riuscire a produrre di più con un uso più efficiente delle risorse naturali. Produttività ed ambiente diventano le parole chiave di una politica per l’innovazione che intende ridurre la distanza tra mondo della ricerca e quello delle imprese di produzione. Le opportunità di sostegno che si aprono in tale percorso sono numerose. In primo luogo il Programma Horizon 2020 per la ricerca e l’innovazione, che per le tematiche agricole rende disponibili 4,6 miliardi di euro. Non meno rilevante il nuovo Programma di Sostegno per il vino all’interno dell’OCM Unica. In questo caso nelle 8 linee di intervento le novità sono rappresentate dall’introduzione di un’azione specifica per l’innovazione dei sistemi produttivi e la possibilità di realizzare investimenti per la competitività delle imprese. La possibilità infine di poter sostenere le azioni di comunicazione conta su un budget di 337 milioni di euro». Intanto, come spiega Olga Bussinello Direttore del Consorzio Tutela Vini Valpolicella,  VendemmiaLogoConsorzioValpolicella2014è finalmente arrivato il nuovo marchio per  il Consorzio che sintetizza il legame irripetibile fra territorio, filiera e tipicità. Registrato a livello comunitario, godrà di piena protezione in 28 paesi a partire già dall’anno in corso. Per quanto riguarda nello specifico la produzione 2010 il vicepresidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Daniele Accordini, ha commentato «Prima di tutto, va sottolineato che l’andamento climatico del 2010 non è stato tra i più facili, se rapportato alleultime vendemmie. L’annata è stata piuttosto fredda e si è tradotta in una notevole variabilità. Uniforme è stato invece l’impegno dei produttori per raggiungere un livello qualitativo complessivamente elevato, che mantiene fede al nome e alla fama dell’Amarone. Entrando nel dettaglio – prosegue – abbiamo visto che le vallate della parte più pianeggiante hanno sofferto di più mentre le vallate dove le altitudini sono un po’ più elevate hanno dato risultati migliori, Marano su tutte. Dal punto di vista organolettico – aggiunge il vicepresidente – ci siamo trovati di fronte ad Amaroni di grande longevità, con un’acidità più sostenuta della media, gradazioni alcoliche leggermente più basse e aspetto molto positivo, una riduzione del grado zuccherino che ha conferito a questi vini una maggior gradevolezza, in controtendenza rispetto agli ultimi anni, dove l’innalzamento degli zuccheri aveva come esito vini più semplici e omogenei, vicini al consumatore ma dalla personalità meno spiccata».

In conclusione per l’Amarone è arrivato il momento di riflettere per capire quale strada intraprendere, tenendo presente errori e buone pratiche di altri grandi vini, per evitare scelte sbagliate e consolidare un prestigio ormai riconosciuto a livello mondiale.

 

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