Nei giorni scorsi è stata citata più volte durante le degustazioni guidate a proposito di odori e analogie. C’è chi la chiama porcacchia, chi porcellana, porcaccia, e ancora pucchiacchella, porcinacchia, procacchia, erba dei porci, erba grassa, pursana, erba gnàgnoa, grassule, chiaccunella, andraca, si tratta della Portulaca Oleracea, una succulenta dal portamento strisciante, con accrescimento a raggiera, dai rami carnosi e rossastri. La portulaca era nota e utilizzata già dai Romani, sia Varrone che Plinio il Vecchio ne sottolinenao le proprietà alimentari. Molto ricca di mucillagine, proteine, calcio, vitamine E, A, è tra le piante più ricche di beta-carotene, è soprattutto un’ottima fonte di Omega 3. è depurativa, diuretica e rinfrescante, mentre facendone uso topico risulta un buon antinfiammatorio.
Le foglie hanno sapore acidulo e salino e in cucina si adattano bene alle insalate, soprattutto quelle di pomodoro e alle frittate, è ideale per zuppe e minestre perché grazie alla componente mucillaginosa ha funzione addensante.
Oggi proponiamo una ricetta di Carlo Zucchetti:
Ingredienti per 4 persone
400 gr di pasta
6 Pomodori Scatolone di Bolsena
Parmigiano reggiano
Olio EVO Dop Tuscia Oleificio Sociale Cooperativo Agricolo di Tuscania
sale
pepe
Preparazione
Dividete le foglie della portulaca dai gambi e lavatele con acqua fredda. Sciacquate i pomodori e tagliateli al coltello insieme alle foglie di portulaca. Lasciate riposare il tutto in un recipiente
Cuocete le pasta, e scolatela 3-4 minuti prima.
el frattempo avrete messo sul fuoco una padella grande con 4 cucchiai di olio EVO, aggiungete i pomodori, la portulaca e la pasta mescolate fino a terminare la cottura della pasta.
Spolverate con abbondante parmigiano reggiano, mantecate aggiungete un filo d’olio EVO a crudo e servite