Salviamo il Museo Borsalino

Vino, chef, ristoranti, stelle, forchette, bicchieri, olio EVO, prodotti tipici, territori… questi di solito sono i nostri argomenti, ma non possiamo restare indifferenti di fronte al rischio di chiusura del Museo Borsalino di Alessandria. In parte perché come si legge in una nota del FAI: “Non dimenticare chi siamo  è un diritto e dovere civile: conoscere la nostra storia, preservarla per poterla tramandare è il compito di ogni cittadino responsabile. Sarebbe da stolti non prodigarsi per il recupero e la valorizzazione del patrimonio del nostro territorio”

borsalino_museo3bige poi  perché è un elemento importante del nostro logo. Ci sentiamo quindi chiamati in causa. Ci sembra importante dare il nostro piccolo contributo, quantomeno per diffondere la notizia e aiutare il raggiungimento entro il 30 novembre  delle 50 mila firme necessarie  per accedere ai fondi messi a disposizione dal Fai stesso assieme a Intesa Sanpaolo e salvare così il Museo Borsalino (Per votare collegarsi a questo link.  ). Oggi della vecchia fabbrica nata nel 1857 rimane solo la parte adibita a museo e sede universitaria, il resto è stato demolito per lasciare spazio a moderne costruzioni. Inaugurato nel 2006 il Museo del Cappello Borsalino è ospitato nella Sala Campioni dove sono ancora presenti gli arredi disegnati e progettati dall’architetto Arnaldo Gardella. L’indimenticabile cappello di Humphrey Bogart in Casablanca, di Alain Delon e Jean-Paul Belmondo nel film Borsalino, Leonardo DiCaprio in Revolutionary Road è diventato dagli anni Quaranta ad oggi un simbolo di stile e un pezzo importante del Made in Italy.

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Carlo Zucchetti con il Borsalino

 

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