Gratena Nero: un nuovo vitigno storico

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Fabio De Ambrogi e Carlo Zucchetti – Fattoria di Gratena
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Da sin. Fabio De Ambrogi, Rosanna Siei, Paolo Sieni, Carlo Zucchetti

IMG_9967La lunga fila di cipressi ordinata e regolare segna la cadenza dello sguardo che tenta di insinuarsi tra i tronchi slanciati. Porzioni di vigneti in primo piano scivolati sul saliscendi di colline lasciano scoprire in lontananza macchie boschive dalla natura più prepotente e sfacciata. Siamo già all’interno della Fattoria di Gratena che si estende per 180 ettari sulle pendici del Pratomagno, in località Pieve a Maiano. Il podere come si legge sul sito “è stato fondato prima della battaglia di Campaldino del 1289 dai frati che custodivano il canale della Chiana e venne ampliato ogni anno vincendo il bosco nel quale ancora all’inizio del nostro secolo era transitabile un tratto di strada etrusca e poi romana che da Bucine portava ad Arezzo”.  Fabio De Ambrogi vive qui dal 1999, nel vecchio casale che ancora profuma di ricordi di una semplice e signorile vita rurale. Il modo di parlare e di muoversi tradiscono urbane origini romane e trascorsi lavorativi in un ambito diverso. “Mio padre era top manager da Gucci e inizialmente ne ho seguito le tracce. Ho lavorato nel campo della moda occupandomi dell’export. Mi era capitato di lavorare ad Arezzo e di venire a dormire qui. Il passaggio è stato naturale, da una parte la crisi dell’azienda in cui lavoravo dall’altra il sempre maggiore attaccamento a questo posto e il  progetto  di dedicarmi al vino  puntando su innovazioni tecnologiche e sulla qualità.   Fino a quel momento, infatti, Fattoria di Gratena, acquistata dai nonni e passata nel 1968 a mia madre Rosanna e a mio zio Paolo Sieni, era stata  condotta egregiamente, ma  in modo tradizionale. Le uve venivano vendute alla Cantina Sociale di Arezzo”. Per Fabio, abituato a seguire il nonno in campagna durante l’estate è stata una sorta di ritorno o riscoperta delle radici.

IMG_9955Nel riconsiderare le potenzialità aziendali e volendo operare nella viticoltura, Fabio decide di puntare sul Sangiovese e arrivano le prime riuscitissime prove tra cui il Chianti Riserva Rapozzo da Maiano. Si inizia a reimpiantare e a capire cosa estirpare, soprattutto di fronte alle vecchie vigne. Capita così di trovare nella vigna situata al colmo della collina, in posizione elevata, quella chiamata del Beppone, dal nome dell’ultimo mezzadro che l’aveva allevata fino al 1980, un vitigno particolare. È  una vigna di 700 piante risalente al 1954 circa. Le foglie sono diverse da quelle del Sangiovese, più simili a quelle del Cabernet. Si vinifica separatamente. Si assaggia a dicembre. Il risultato è deludente. Non è Cabernet, è un vino denso, scuro fortemente tannico, per niente erbaceo e al naso non proprio gradevole. L’intensità cromatica farebbe pensare a un vino usato nei tagli per dare colore, un po’ come il Colorino, ma il gusto lascia molte perplessità. Un nuovo assaggio. Quattro mesi dopo. È un altro vino, intenso, corposo, estremamente piacevole.

Carlo Zucchetti: “La scoperta del vitigno Gratena Nero deve essere stata una bella sorpresa, emozionante. Chi si è occupato della ricerca scientifica ?”

Fabio: “Giacomo Tachis fece un assaggio e ipotizzò che si trattasse di un’evoluzione del Cabernet, ma fu Attilio Scienza a condurre un attento studio ampelografico con l’Università di Milano che lo portò  dopo tre anni di micro vinificazioni a stabilire l’individuazione di un nuovo DNA quindi di un vitigno originale registrato con Decreto Ministeriale del 28 maggio 2010 con il nome di Gratena Nero ”.

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Carlo Zucchetti:” Per quanto riguarda la potatura: sei della squadra guyot o cordone speronato?”

Fabio: “Sto crecando di trasformare tutto a guyot, c’è più lavoro, ma meno problemi, almeno nelle mie vigne. Il particolare microclima, la posizione, questa bella sinergia di sole, luce, pietra e vento favoriscono la vegetazione e questo richiede già nel vigneto una buona manodop

era che garantisca  una cura assidua, una buona gestione del verde per il mantenimento della pianta in equilibrio”.

Camminiamo nel vigneto circondato da boschi, dall’altezza della collina il paesaggio si apre verso le vallate.

Carlo:”Un’azienda come questa  immersa in un contesto naturalistico davvero eccezionale richiede un profondo rispetto dell’ecosistema. La scelta del biologico immagino sia stata quasi obbligata visto il contesto, sapendo come la pensi credo che per te sia  stata una strada naturale, scusa il gioco di parole! Gli ospiti dell’agriturismo  saranno ben felici di trovare questi panorami ”

Fabio: “Sì, è vero. Siamo in regime biologico dal 1994, e per me è davvero importante cercare di seguire la natura senza forzarla. Anche in cantina sto iniziando a pensare di fare un lavoro diverso sui lieviti. Non ti nascondo però che  abbiamo anche grossi problemi, in particolare con gli animali, soprattutto cinghiali e caprioli alla ricerca di germogli teneri e freschi“.

Carlo:” Parliamo di vino, hai cambiato qualcosa nella vinificazione?”.

Fabio: “Sto cercando di spostarmi gradatamente verso una maggiore freschezza, di usare legno grande e barrique vecchie. Mi piace la semplicità, la tipicità, la naturalezza. Cerco un vino diverso, che abbia un carattere riconoscibile. Vorrei un vino di territorio dove si senta il profumo intenso dei frutti rossi. Non voglio un vino internazionale. E sto rivedendo la gamma della cantina, al momento ho deciso di togliere il Rapozzo da Maiano”.

IMG_0022”Devo dire che non approvo questa tua scelta – dice Carlo sorridendo – Il Rapozzo è stato il vino che ti ha fatto conoscere, un po’ il biglietto da visita dell’azienda. Anche per quanto mi riguarda, ricordo che mi colpì a una degustazione fatta ad Arezzo dove poi ci siamo conosciuti, ma capisco che avere un vitigno unico  impone un ripensamento, ho visto che stai puntando molto sul Gratena Nero proposto  in purezza o  in “vinaggio” con il Sangiovese e che, nelle annate migliori,  dà uno splendido passito.” Intanto siamo passati sul fianco opposto del crinale dove c’è l’oliveto. Oltre alle 120.000 bottiglie di vino provenienti dai circa 16 ettari di vigneto infatti Fattoria di Gratena produce anche olio extravergine di oliva (Frantoio, Leccino e Moraiolo).

La visita si avvia alla conclusione, torniamo verso la macchina. Sulla strada il dislivello mostra le stratificazioni del terreno, emergono  il galestro e la pietra che sembrano piccole pennellate  grigioverde chiaro. La luce intensa di mezzogiorno  si ammorbidisce nelle ruvide ed eleganti sfumature pastello e lo sguardo  naufraga dolcemente in un mare di serenità .

 Logo Divini Etruschi.blogFattoria di Gratena fa parte dei Divini Etruschi, la manifestazione volta a  promuovere  i vini dell’antica Dodecapoli Etrusca  che si terrà  a Volterra a Palazzo Pretorio  il prossimo 1-2-3 maggio 2015.

 

 

IMG_0025Fattoria di Gratena

Località Pieve a Maiano – Civitella in Val di Chiana (Arezzo)

Tel. 0575 368664 Fax 0575 987935

www.gratena.it

gratena@katamail.com

 

Visite in canina su prenotazione

Agriturismo

 

I Vini

Chianti DOCG Gratena (Sangiovese)

One Hundred IGT Toscana rosso Siro One Hundred (Gratena Nero)

Siro Fifty IGT Toscana rosso (Gratena Nero, Sangiovese)

 

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