Ferragosto in Sicilia: braciole di Pescespada alla messinese

Un’antichissima leggenda narra che i Mirmidoni disperati per l’uccisione di Achille per mano di Paride, attaccarono i Troiani, ma questi rifiutarono la battaglia e fuggirono. Presi dalla disperazione, i Mirmidoni si lasciarono annegare  in mare. Tetide, la ninfa marina madre di Achille , li trasformò allora  in pesci e, per ricordarne il valore, tramutò le loro spade in un lungo rostro sul muso. Come ricorda Vincenzo Consolo la pesca nello Stretto di Messina era praticata fin dal tempo dei Romani. La pesca era quella del pescespada “il pesce dello Stretto, che si faceva prima solo nei pressi di Scilla, dov’erano a picco sul mare le alte rupi per l’avvistamento della preda. vicino alle coste messinesi si praticò solo a partire dal Cinquecento”. Lo scrittore siciliano aggiunge:”Rimanendo qui, sulle acque di Scilla o su quelle di Ganzirri o del Faro, rimanendo sopra le barche, constatiamo che dal tempo di Polibio (…) la pesca del pescespada è rimasta tale e quale fino a ieri. Questo pesce dal muso allungato dal terribile rostro (…) snello e veloce, sorgendo dai fondali del basso Tirreno, compare nello Stretto all’avvento della Primavera e vi sosta, nelle acque calabre di Cannitello, Scilla, Bagnara, Palmi e in quelle siciliane di Ganzirri, del Faro e giù dello Jonio, presso Scaletta e Giardini per la stagione dell’amore e della riproduzione, fino a settembre. In questa stagione chi, venendo da occidente entrava in Messina una volta dalla parte costiera di Manzelle e Ganzirri, vedeva lo stretto affollato di feluche (imbarcazioni ndr) con altissime antenne, in cima alle quali era l’uomo in vedetta, attorniate da piccoli neri e sveltissimi luntri, le barche a remi scorrenti con sulla prora l’uomo che tiene in mano il lungo arpione”.  Altre  immagini bellissime e terribili della caccia al pescespada si trovano in Horcynus  Orca di Stefano D’Arrigo. In queste pagine dove la parola ha la forza dell’oracolo e la potenza dell’epos, emerge l’identificazione tra lo spasimo e la fatica dei pescatori e quella del pescespada che si nasconde per avere salva la vita in  “un mare di lagrime fatto e disfatto a ogni colpo di remo” .

L’importanza del pescespada la ritroviamo ovviamente, anche  nella cucina siciliana. Quella di oggi  è una ricetta tipica messinese che offre, come ogni ricetta che si rispetti, una serie di varianti. Noi seguiamo la preparazione che abbiamo potuto apprezzare qualche tempo fa a Gioiosa Marea, grazie alla splendida ospitalità di Pino ed Enza Pinello. Alla loro tavola, guardando il mare e all’orizzonte le Eolie,  davvero non si invecchia mai.

Ingredienti per 4 persone:
700 gr  di pesce spada tagliato a fettine sottili di circa 2-3 mm.
2 cucchiai di capperi dissalati
2 cucchiai di uva sultanina
2 cucchiai di pinoli
1 pizzico di parmigiano  (o caciocavallo)
Mollica di pane raffermo (o 200 gr di pangrattato)
Olio extravergine d’oliva q.b.
1 mazzetto di prezzemolo finemente tagliato
Sale e pepe q.b.

Per il “sarmurigghiu”, il salmoriglio

Succo di 1 limone
Olio extravergine d’oliva q.b.
Prezzemolo
Origano
Sale
Pepe nero

pescespada - involtini impastoPreparazione

La signora Enza preferisce usare la mollica di pane raffermo che sbriciola nel mixer, qualcuno preferisce utilizzare il pangrattato.

Unite in una ciotola la mollica sbriciolata, i capperi, l’uva passa che avrete ammollato e strizzato, i pinoli. Laciate insaporire il composto  in una padella con poco olio fino a rendere croccante il pane.  Togliete dal fuoco e aggiungete il parmigiano grattugiato ( o se preferite un sapore più deciso il caciocavallo), il prezzemolo tritato e una spolverata di pepe macinato.

Adagiate le fettine di pesce spada su un piano e ungetele con l’olio. Disponete al centro di ogni fettina un cucchiaino di composto e arrotolate  avendo cura di sigillare bene i bordi per non far fuoriuscire il ripieno in fase di cottura.

pescespada - involtini pescespada - involtini tegliaDisponeteli in una teglia irrorando con l’olio e passateli in forno a 180° per circa 20 minuti.

In alternativa, se ne avete la possibilità, cuoceteli alla brace dopo averli disposti su degli speidini di legno

Servite caldi, con a parte il  salmoriglio da aggiungere nelle quantità preferite.

Il salmoriglio

preparazione

Emulsionate l’olio con il limone aiutandovi con una frusta o con una forchetta, aggiungete qualche cucchiaio d’acqua, l’origano, il prezzemolo tritato finemente, un pizzico di sale e una spolverata di pepe.

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