Non c’è tregua per il nostrano “nettare degli dei” che continua ad essere tra le bevande italiane più imitate. Tra tutte però è il prosecco ad avere il negativo primato: è “lui” il più contraffatto. E’ quanto emerge dai dati forniti, durante l’ultima edizione di Vinitaly, dall’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf). I numeri che emergono sono da capogiro: 17.820 i controlli antifrode totali sul vino italiano nel 2018, mentre la quantità di prodotto sequestrato è di circa 15 milioni di litri, per un valore dei sequestri di 16,5 milioni di euro. Dal report presentato, risultano essere stati controllati 18.974 prodotti, gli operatori controllati 8.071, i sequestri 298, le notizie di reato 194, le contestazioni amministrative 1.789. Negli ultimi 4 anni sono state effettuate 1.621 operazioni di tutela al di fuori dei confini nazionali di cui 370 sul web e 1.251. I controlli hanno riguardato 28 Paesi, dall’Australia agli Usa. “Con circa 17.800 controlli – afferma il direttore dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari Stefano Vaccari – Icqrf è l’autorità antifrode che fa più controlli al mondo. Controlliamo molto i produttori italiani, ma li difendiamo all’estero dalle imitazioni e dalla contraffazioni. Negli ultimi 4 anni abbiamo fatto solo nel vino 1621 interventi fuori dai confini nazionali e sul web. Il Prosecco, avendo maggiori volumi e per le sue dinamiche commerciali, è quello più imitato e contraffatto. Abbiamo fatto – conclude – controlli in 28 Paesi. Noi tuteliamo tutte le denominazioni” .