Verticale del Cesanese del Piglio Superiore Riserva D.O.C.G. Vajoscuro Terenzi

Giovanni Terenzi: il Cesanese dal 1950

 

Il Cesanese è un vitigno storico italiano a bacca nera originario del Lazio e sicuramente tra i più rappresentativi.
Un’uva pregiata che si sta affermando sul panorama vinicolo regionale e nazionale.
Due le varietà: Cesanese di Affile e Cesanese Comune e tre macro aree:
Olevano Romano, Affile (Roma) che hanno ottenuto la D.O.C. nel 1973 e la zona del Piglio (FR) divenuta D.O.C.G. dal 2008.
Senza dubbio si tratta di un vitigno antico, ma le sue origini sono ancora incerte.
Nei tempi passati era apprezzato nella versione abboccata o leggermente frizzante
Solo alla fine del ‘900, con l’inizio del nuovo millennio si comincia ad invertire la tendenza, recuperando progressivamente il paesaggio vitato abbandonato, prestando maggiore attenzione alle caratteristiche del vitigno in relazione al terroir, grazie anche alle maggiori conoscenze, alle nuove tecniche ed a una maggiore sensibilità ambientale.

Giovanni Terenzi

 Tra le aziende storiche del Cesanese, troviamo la famiglia di Giovanni Terenzi, nel comune di Serrone (FR) località La Forma. L’azienda nata nel 1950 grazie al lavoro di Giovanni, che ancora oggi troviamo quotidianamente in vigna, ed alla sua determinazione nel rilanciare il Cesanese, vino simbolo del territorio ciociaro.
Con l’aiuto della moglie Santa, Giovanni si dedica prima al recupero dei vecchi vigneti di famiglia, appartenuti al nonno che vendeva il vino sfuso alle osterie di Roma, e poi dopo una selezione massale del Cesanese di Affile, lo reimpianta nei nuovi vigneti. Una sfida coraggiosa quella di puntare tutto sui vitigni storici che si è rivelata vincente.
Forte della collaborazione con Roberto Mazzer, l’enologo che segue l’azienda dal 1999 e della partecipazione in azienda dei figli Armando, Pina e Maria, l’azienda Terenzi conta oggi oltre 13 ettari e 150.000 bottiglie prodotte.
Una storia tutta familiare, dalla vigna alla cantina. Armando si occupa della vinificazione, di tutte le pratiche di cantina e dell’export, Maria del punto vendita e Pina dell’accoglienza dei gruppi e dell’amministrazione. Pina è una donna impegnata su più fronti: oltre ad essere Presidentessa Nazionale delle Donne in Campo, un’associazione della C.I.A, da pochi mesi è anche Presidentessa del Consorzio per la Tutela Cesanese del Piglio D.O.C.G.

Pina Terenzi

La viticoltura è condotta in modo del tutto naturale con vecchi sistemi, senza l’uso di concimi chimici né diserbanti. Da tempo hanno altresì adottato forme di teconologia avanzate sia in vigna che in cantina. L’utilizzo di droni dotati di sensori particolari, permette di eseguire una mappatura del terreno in grado di evidenziare le sole zone che effettivamente necessitano di interventi mirati quali concimazione o irrigazione. Fermentazioni a temperatura controllata, utilizzo di lieviti autoctoni da ceppo Cesanese dal 2018, uso sapiente del legno, le botti in rovere di Allier che vengono cambiate ogni 2 anni, hanno reso l’azienda Giovanni Terenzi all’avanguardia ed in grado di farsi conoscere ed apprezzare per i suoi vini, anche all’estero.
Due vitigni storici sono alla base della produzione: Passerina del Frusinate per i bianchi, in due versioni, una in acciaio e una in cui il mosto fermenta in legno e matura per 6-8 mesi in barrique – Cesanese di Affile per i rossi. In realtà c’è anche una piccola produzione di Sangiovese, poco più di una decina di filari, riservata al Quercia Rossa.

Armando Terenzi

Alcuni giorni fa, abbiamo avuto il piacere di partecipare ad una verticale, di 8 annate, del loro vino di punta:
il Cesanese del Piglio Superiore Riserva D.O.C.G. Vajoscuro

Giovanni, Armando e Roberto Mazzer, l’enologo che segue l’azienda dal 1999 hanno sottolineato il cammino fatto per modificare l’identità del cesanese da “vinello locale” per trasformarlo in ciò che è o può essere: un vino dalle tante sfaccettature, complesso e potenzialmente longevo e che può essere estremamente elegante.
Vediamo nel dettaglio le singole annate:
2011 – La primavera asciutta e l’estate torrida, hanno fatto anticipare la vendemmia a fine settembre. 28 giorni di macerazione sulle bucce. Un vino che vince a pieni voti la scommessa sulla longevità del Cesanese, grazie anche all’uso di legni grandi, rovere di Allier, utilizzati nuovi ad anni alterni. Intensità olfattiva di grande suggestione e vivacità gustativa, una bella combinazione terpenica ed aldeica. Molto Elegante.

2012 – Inverno con tanta neve fino a tutto febbraio, primavera tardiva ed estate calda e regolare. Vendemmia a metà ottobre e 23 giorni di macerazione sulle bucce. Vino luminoso, tannino levigato ed evoluto.

2013 – Primavera molto piovosa, estate fresca. Suggestivo, fresco, tannini fini.

2015 – Dal colore rosso granato più concentrato, ottima integrazione con l’alcol, elegante e grande pulizia di bocca.

2016 – Inverno molto secco, poca pioggia, primavera piovosa, estate fresca. Medaglia d’Oro al Concorso Città del Vino.

2017 – Inverno mite, gelate primaverili ed estate molto calda. Spina acida molto spinta ancora non ben bilanciato.

2018 – Inverno freddo con gelate. Primavera piovosa nel primo mese, agosto e settembre molto buoni. Primo anno in cui sono stati introdotti lieviti autoctoni da ceppo cesanese. Al naso un bouquet complesso che spazia dalla peonia al geranio, dal corbezzolo alla macchia mediterranea, al caffè. Grande acidità, margini ancora ampi di evoluzione ne fanno un vino estremamente elegante.

2019 – Caratterizzato da inverno freddo e primavera mite. Imbottigliato da poco riserverà belle sorprese.

 

catiaminghi@carlozucchetti.it

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