Tra Blade Runner e RoboCop, l’alluminio delle vaschette per gli avanzi

Ieri, oggi, sfido chiunque a dire di aver aperto il frigo e non aver trovato resti di arrosti, pasta farcita, antipasti e vellutate, dolci e pane.

Di essere usciti da casa della nonna, zia, suocera, cognata senza la sportina colma di avanzi come il kit anti carestia planetaria.

La sera di Santo Stefano, con gli amici impegnati nella battaglia alle carte che si svolge nell’altra stanza, padrona del telecomando, mi calo nella visione degli scenari fantascientifici di Blade Runner prima  e subito dopo del “nuovo” RoboCop.

Nel 1982 Ridley Scott immagina il mondo del 2019 e si impegna a far cercare ai suoi androidi replicanti la risposta ai quesiti: Chi sono? Perché mi trovo qui? Cosa significa essere “umano”?

Stasera con la pancia ancora soddisfatta dai banchetti luculliani di questi giorni, allontano ogni filosofia, distruggo anni di pensiero di grandi ed illuminate menti e quasi lobotomizzata dal lavorio dell’incerta digestione, perdo anche io “l’empatia” e le risposte mi appaiono chiare: sono un essere che per vivere deve cibarsi. Mi trovo qui per assicurarmi il cibo. Gustare.

Robocop alla OmiCorp con il suo creatore

Lo scintillio freddo dell’armatura di Robocop – in onda subito dopo gli occhi di ghiaccio di Rutger Hauer – mi proietta verso l’immagine delle vaschette di alluminio colme degli avanzi che colonizzano il mio frigo.

 

gli occhi di ghiaccio di Rutger Hauer

Consapevole che gran parte dei cibi finiranno nella pattumiera, mi spingo in alcune considerazioni.

 

Sono felice di avere cose buone e già pronte che posso mangiare senza impegnarmi in cucine laboriose, ma sono altrettanto sicura che fin da domani non resterò sempre a casa per pranzi e cene e che se lo facessi inviterei comunque, amici e parenti. Che faccio gli rifilo l’avanzetto nudo e crudo? So già che mi metterò a rifare la spesa. Comprerò altro cibo e mi impegnerò in altre ricette, che produrranno nuovi avanzi e man mano il cestino dell’umido diventerà il peccato mortale della società capitalista e sprecona.Impossibile rimediare? Impossibile creare un ottimo ed invitante menu riutilizzando buona parte di cibi, comunque ottimi, avanzati? Cavolo se L’OmniCorp riesce a ricostruire tutto il corpo di Alex Murphy dilaniato da un auto bomba, non posso io riuscire a creare un buon piatto da un paio di porzioni di gobbo o parmigiana di melanzane, o da un pezzo di pesce arrosto avanzato?

Eccomi davanti alla libreria alla ricerca del mio Dottor Norton. Lo trovo, Lui e il Suo libro. Ve lo consiglio: Fabio Picchi, Senza vizi e senza sprechi – La virtù in cucina e la passione degli avanzi; 2010 Arnoldo Mondadori Editori Senza vizi

 

Ecco un paio di ricette che fanno proprio al caso mio!

 

Casarecce con avanzo di Parmigiana

 

“Se ve ne avanzano una o due porzioni, spaccate sgarbatamente con un coltello e forchetta  mentre cuocete delle caserecce al dente. Dopo di che saltatele dentro aggiungendo all’occorrenza un goccio d’olio, e se ne avete due cucchiai di passata di pomodoro. Dopo un assaggio decidete se aggiungere del peperoncino o un cucchiaio di basilico tritato. L’immancabile parmigiano a vostra discrezione. Una volta uno dei miei tanti angeli custodi mi suggerì una laica variante con grattugiata finale di provolone stagionato.”

Variante:

“ Se avete un buon grill potete mettere le caserecce sopra descritte in un tegamino e rivestirle in superficie per esempio di provola affumicata tagliata a fettine. Grigliate il tutto con decisione. In fase iniziale obbligatorio cuocere le casarecce a mezza cottura.”

Pasta saltata o frittata col pesce arrosto

“Nell’occasione di un pesce arrosto spesso ne vedo avanzare innumerevoli pezzettini. Con quest’ultimi e con la ripulitura della testa, e recuperando l’untuosità della teglia, sappiate saltarci, anche in questo caso, della pasta, riorganizzando questo sughetto con un po’ di olio a crudo; i pezzettini di rosmarino e di salvia, residui anch’essi del pesce arrosto, aiuteranno questo recuperato piatto. Inutile dirvi che potrete riutilizzare il recuperato pesce per farvi una frittata a cui potete aggiungere croccantissime patate fritte a fiammifero.”

“…La vita come una dispensa, grande come una piazza di mercato dai tanti cibi e da bellissima gente frequentata, la vita come insaziabile gola, unico peccato da me confessato”. Fabio Picchi (cit.pg 4).

Fabio Picchi

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