Surf food

Nella letteratura culinaria contemporanea c’è di tutto, non solo dal lato dietologico ma anche come simbolo di appartenenza ad un gruppo. Seguendo una trasformazione antropologica del rito del cibarsi, il cibo è passato dalla selezione nominale delle pietanze a una denominazione sociale dei piatti, ossia da una funzionalità linguistica a una iconica, indicizzante, che rovescia la ricorrenza sul piano dell’eccezione, dello straordinario, dell’esclusivo. Se prima, infatti, alcuni cibi erano collegati a una festa, oggi un piatto intitola la festa, la giustifica invece di celebrarla diventando segno distintivo di una comunità, di un club, di una categoria sociale. Scrivere ricette in questa prospettiva significa trovare il pubblico di coloro che la potranno elaborare, un target, una nota specifica per la quale possano essere distinte tra la miriade di analoghe proposte. Ecco quindi, nascere ricette per vegetariani, vegani, golfisti, calciatori e velisti. Tra le più efficaci pubblicazioni di questo tipo ce n’è una intitolata SURF FOOD, un libro di centotrentacinque pagine che, in verità, gira già da alcuni anni. Scritto da Nava Young, The ultimate surf Cookbook (così recita il sottotitolo) raduna più di settanta ricette scritte da i più famosi surfisti del mondo. Chiaramente la figlia del pluri – campione del mondo old style Nat Young non poteva fermarsi alla semplice raccolta di ricette ma s’è addentrata nella storia e nelle storie tendenzialmente tipiche della comunità del surf. Caratterizzata da una forte propensione per la tradizione orale, questa tribù internazionale si riconosce ora anche nelle scelte gastronomiche ora fatte per velocizzare i tempi, ora per raccordare gli ingredienti marini che i quattro capi del mondo mettono a disposizione. Surf Food ha infatti il merito di rappresentare questo mondo itinerante del surf, che vola da un capo all’altro del pianeta pur mantenendo un legame forte con una tradizione millenaria che nulla ha a che fare con l’immagine stereotipata del Beach Boy californiano. Divertente e veloce, questa cucina può essere facilmente classificata come “fusion” rimanendo comunque nutriente ed economica. I cuochi surfisti, sono grandi campioni del passato e del presente che oltre a proporre il proprio piatto sono omaggiati da una foto che l’immortala in azione aggiungendo una nota di spettacolo alla lettura.

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