Pier Paolo Lorieri e il Vermentino Nero

 

“Chiudi gli occhi e tutto quello che vedi è mio…” comincia così l’appassionato e allo stesso tempo disincantato racconto dell’istrionico Pierpaolo Lorieri, della sua vita e della sua azienda, due storie che si fondono in località Scurtarola in quel di Candia sui Colli Apuani che, nonostante il nome, sono parte dell’Appennino settentrionale e non delle Alpi.
In verità le parole sono quelle di suo padre quando, tanti anni fa, iniziava il sogno di creare un’azienda vitivinicola proprio qui al centro di questo suggestivo e vertiginoso comprensorio che oggi conta complessivamente circa 400 ettari di vigne eroiche, in gran parte coltivate a Vermentino (circa il 60 per cento) e completato da Albarola, Massaretta, Ciliegiolo e Sangiovese. Un sogno che si è poi realizzato e oggi quando Pierpaolo apre gli occhi vede i suoi 5 ettari di vigna, la sua cantina e il suo agriturismo.
La D.O.C. di riferimento si chiama Candia dei Colli Apuani e si sviluppa nell’area delle città di Massa, Carrara e Montignoso. La denominazione risale al 1981, comprende vini rossi, rosati e bianchi, oltre al Vinsanto.
“Alla creazione di questa denominazione ho contribuito anch’io” racconta Pierpaolo” quando avevo ancora 17 anni collaboravo con l’allora Ispettorato agrario di Massa-Carrara raccogliendo tra i contadini di questo comprensorio campioni di uva e di vino. È stato allora che ho compreso l’unicità di questo posto fatto di fatica, lavoro e impegno”
Descrivere Pierpaolo non è facile, è un produttore e anche tanto altro: presidente delle Strade del Vino della Toscana, guida per le commissioni del Concorso Internazionale del Vermentino, è inoltre un appassionato ampelografo che scrive di vini, vitigni e territori, fa parte dell’Accademia del Georgofili, è impegnato nella ricerca e nella conservazione di vitigni dimenticati in collaborazione con il CREA e le Università. Ha al suo attivo la scoperta del potenziale viticolo ed enologico del Vermentino Nero prima misconosciuto e bistrattato, oltre ad essere Ambasciatore emerito delle Città del Vino.

I vigneti di Gianpaolo Lorieri

La nostra sensazione è che la cosa di cui vada più fiero, oltre che dell’appassionata collaborazione dei suoi due figli, sia l’introduzione in questa area estrema, della moto-cariola un mezzo a motore realizzato ormai quasi  30 anni fa dalla collaborazione con UNIFI (prof Vieri) che ha pensato alla macchina e Pierpaolo che ha pensato già nel 1994 al raccordo delle terrazze per agevolare in vigna il lavoro dei contadini
che prima facevano tutto a mano o a spalla.
“Purtroppo” dice Lorieri “la moto-cariola, oggi diventata uno strumento indispensabile per tutte le aziende, anche nei modelli più recenti e tecnologici non funziona ancora  bene per i trattamenti, che cerchiamo di contenere al massimo, a causa della forte pendenza. Qui operiamo ancora con atomizzatore a spalla o con lunghe tubazioni a pressione, entrambe operazioni che richiedono un enorme sforzo fisico”.
Il nome del podere, che si trova sulla via dell’Uva, deriva dal termine dialettale “Scurtarola“, usato per indicare la scorciatoia che congiunge, passando attraverso i vigneti del Candia, la periferia di Massa con la città di Carrara. Non a caso il percorso sfiora la casa costruita dal bisnonno Federico a cui Pierpaolo ha dedicato un prezioso vino della sua collezione. Nell’agriturismo  è possibile durante tutto l’anno, su prenotazione, partecipare ad interessanti degustazioni enogastronomiche accompagnate dai vini ad alto indice di naturalità dell’azienda.
Lo sguardo si perde tra le colline ricoperte da boschi di pini, eriche, ginepri e mirto, tra terrazzamenti, retti da muri, realizzati come 2000 anni fa solo con zolle erbose. La vite affonda le proprie radici tra queste stratificazioni di arenarie e argille riuscendo a estrarre oltre all’acqua necessaria alla fotosintesi anche una grande quantità di minerali, che si traducono poi nei vini della Scurtarola in gusti intensi, diretti e profondi.
Oltre al vino, l’azienda produce miele di Acacia e di Castagno, Olio, Grappa e Spumante e Liquori a base di frutti ed erbe naturali.
“Già da diversi anni abbiamo fatto delle scelte ben precise” puntualizza Lorieri “sappiamo che la qualità dei nostri prodotti inizia dalla terra, ancor prima che dalla cantina ed è per questo che le nostre scelte aziendali devono coinvolgere prima di tutto la conduzione del vigneto. Vogliamo che le nostre viti crescano in un ambiente ricco nel quale si sviluppi una sana sinergia tra le varie specie animali e vegetali dove le nostre api possano trovare nettare e polline a sufficienza per uno sviluppo sano e vigoroso e posso garantire che lavorare in un ambiente così sia un ristoro per lo spirito e la mente anche  di chi lo lavora”.
E forse anche per questo proprio qui dal 1996 il Crea ha voluto allestire un campo catalogo di antiche varietà toscane.
“Nel tempo sono state piantate, 54 accessioni tra varietà e biotipi”conferma Paolo Storchi che guida la sede di Arezzo “proprio perché tanto materiale interessante è stato recuperato in queste colline.
Abbiamo scelto di avere almeno 20 piante per tipo, realizzando con la collaborazione di Lorieri moltissime microvinificazioni che conserviamo qui e nella nostra sede. Siamo riusciti ad iscrivere al Registro oltre al Vermentino Nero anche la Bersaglina, ma abbiamo altre varietà che seguiamo con interesse come la Bracciola Nera, chiamata così per i suoi grandi grappoli che arrivano ad un mezzo braccio, il Marinello, la Carraresa ed altri si tratta comunque di una collezione in divenire visto che arrivano sempre nuove sorprese”.

Il Vermentino Nero della cantina Lorieri

Ma è il Vermentino nero il vitigno del cuore di Pierpaolo Lorieri, un vitigno a cui ha dedicato tempo e passione viaggiando a ritroso nel tempo e nei luoghi a caccia delle sue origini. Un lavoro paziente raccontato in un capitolo dedicato nel libro scritto a più mani con Mario Fregoni e Luigi Bavaresco insieme a tanti altri collaboratori dal titolo “Vermentino. Vitigno dei cambiamenti climatici” pubblicato recentemente a cura di Città del Vino.
Lorieri racconta che questa passione ha ormai più di 40 anni e all’inizio fu un po’ come mettersi alla ricerca di un tesoro perduto senza una mappa. Un’avventura nuova unicamente basata sul sentito dire e sui racconti dei coltivatori più anziani che sono sempre una fonte preziosa per chi sa ascoltare. Quasi un romanzo ricco di colpi di scena fino all’esame del Dna che ha confermato che il Vermentino Nero non ha alcun legame con altre varietà, tantomeno con il Vermentino Bianco ed è un vitigno che predilige i terreni poveri, con poca sostanza organica e non ama l’argilla. Storie e sensazioni uniche che si vivono al meglio degustando il Vernero, il Vermentino Nero del Podere Scurtarola.
“Il mio Vermentino Nero cresce dove soffre sete, caldo, vento, regalando pochi grappoli di grande concentrazione, da cui si possono ottenere vini di forte struttura, con oltre 20 anni di vita” ci spiega Lorieri “la vinificazione è semplice: uva perfetta, basse rese per ettaro, massima concentrazione, lunghe macerazioni, lunga permanenza nei caratelli, continuo controllo sensoriale, imbottigliamento, affinamento in bottiglia”. Un metodo semplice, accurato quasi accademico per un prodotto longevo almeno 20 anni con profumi di sottobosco, colore… nero, gusto caldo, pieno, morbido.

Podere la Scurtarola di Gianpaolo Lorieri
Via dell’Uva, 13 
54100 Massa (MS)
0585 831560
www.scurtarola.com

 

Il viaggio continua…
Foto di Gianmarco Guarise
graspo@carlozucchetti.it
 

Grazie a Francesco Turri e a www.egnews.it per averci dato la possibilità di ri/pubblicare i loro articoli

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