Omina Romana, alla ricerca delle radici attraverso la scienza

È il 2007 quando la famiglia Börner acquista i primi 50 ettari dell’azienda. Ômina Romana si sviluppa lentamente dopo un’attenta e minuziosa indagine dei terreni, delle esposizioni e di tutte le condizioni pedoclimatiche. Si scopre così che nello stesso corpo unico (attualmente di 80 ettari) dell’azienda emergono o subducono suoli differenti. Sì, perché siamo sulle pendici occidentali della vecchia caldera del vulcano dei Colli Albani, a Velletri, altitudine 200 m s.l.m. circa, a 30 km in linea d’aria dal mare e ad altrettanti a sud ovest di Roma. Se  qui il vino era qualcosa di quotidiano già oltre 2.000 anni fa un motivo ci sarà.
Così grazie all’agronoma Paula Pacheco e all’enologo Simone Sarnà si è ragionato nel corso dei primi anni su come arrivare ad avere impianti definiti e di grande qualità. Un panorama di filari con esposizioni e conseguenti orientamenti diversi, varietà migranti perlopiù, con piede diverso a seconda della natura del suolo. Camminando per quello che sembra essere un decumano naturale dei vigneti, si passa da terre dure, ad argillose a terre rosse. Un operare ben delineato dalla scienza e coadiuvato dalla tecnologia, un sistema di centraline meteo che racconta di come ogni angolo di questi 80 ettari abbia una propria vita, assai diversa dagli altri.
La dedizione premurosa e l’ attenzione  rivolte alla vigna sono impeccabili e costanti e si rafforzano in solide  basi  scientifiche e su un lavoro quotidiano di cura.

L’attenzione che c’è in vigna si ritrova quando le uve passano nelle mani del cantiniere. Parcelle diverse per vini diversi che solamente dopo le fermentazioni vengono assemblati e poi affinati.
Le uve vengono lavorate tutte allo stesso grado di maturazione, è questo che determina le diverse vinificazioni iniziali, anche relative ad uve dello stesso vitigno.
Ovviamente poi ampio spazio è dedicato all’affinamento, con una barricaia da oltre 500 barriques di tonnelleries diverse, a seconda dei vini da affinare. Tostature dedicate, primo o talvolta, ma solo per piccole percentuali, secondo passaggio. Tutto rovere francese, tutto Massiccio Centrale.

La curiosità  di visitare Omina Romana con i suoi vigneti e la cantina è venuta dalla guida I Luoghi del Cesanese e si è concretizzata grazie all’ingresso in azienda di Dioniso, l’agenzia che si occuperà di rappresentare su Roma l’azienda. La presentazione dell’ ampia gamma dei vini ha mostrato le diverse linee tutte accomunate dai nomi di divinità agresti romane. Hermes Diactoros, Diana, Nemorensis e Ceres Anesidora e poi la linea dei monovarietali, l’Ars Magna.
Gli assaggi con cui abbiamo chiuso la bella visita sono stati di piacevole freschezza, anche per i più affinati, che hanno  come denominatore comune  una grande raffinatezza. La nota che più ci ha sorpreso all’assaggio riguarda i rossi, anche su vini totalmente differenti, il filo conduttore è la finezza del tannino, davvero molto interessante.

Omina Romana 
Via Fontana La Parata, 75, 00049 Velletri (RM)
tel. +39 06 96430193
ominaromana.com

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