La Febbre di Natale

Senza giri di parole ho l’esperienza per affermare che l’approssimarsi delle Feste Natalizie coincide con stati allucinatori e vaneggiamenti. Le prime avvisaglie del virus si manifestano all’apparire nei supermercati di panettoni, pandori e torroni. Essi hanno la potenza, legati ai riflessi onnipresenti delle luminarie,  delle invasioni dei Klingon per la nave del Capitano Kirk.

Sale una febbre strana che si chiama “apparenza e abbondanza” che si espande come un fungo, una muffa, ricoprendo ogni oggetto di brillantini, fiocchi rossi e neve finta.

Si è indotti alla composizione spasmodica di liste (nere?)e promemoria.

I regali da fare. Amici, parenti, conoscenti non sono più ricondotti a caratteristiche umane, ma il loro nome è seguito da appunti sugli oggetti già regalati e per ognuno di essi il “pensiero” che rimane è “ma che cavolo ti regalo quest’anno?”.  Ad alti livelli di “contaminazione” si finisce per passare in rassegna i regali ricevuti da ognuno che, con la paranoia che avanza, appaiano tutti orribili “sono sempre io a farne di  belli e costosi… ma quest’anno mi dispiace “quella” (spesso la tua mica del cuore) si becca la prima cosa che costa poco e che mi capita sotto le mani!”. Sguardo fisso, portafoglio in tasca come un revolver ci si aggira per ipermercati e mercatini nel tentativo di arraffate “il regalo giusto(?)”.

Un altro sintomo è la “frenesia dell’addobbo”. L’albero diventa un vero rebus: originalità a tutti i costi, stupire è la parola d’ordine. “Con le palline fatto, con i fiocchi pure, con i biscotti anche, piume di struzzo nel 2009…azz… manca solo con i turaccioli dell’idraulico liquido!”

Poi ci sono le azioni pre-Vigilia: ricaricare il cellulare per mandare un sms standard di auguri a tutti; postare su Fb la foto dell’albero, del Presepe, della tavola di Natale. Il picco della malattia si manifesta nella composizione dei Menu delle Feste e nella scelta del locale dove passare il Capodanno (ho visto amicizie finire per la scelta sbagliata).

Si passa poi alla composizione della perfetta compilation con i canti di Natale. Si sbattono i bambini davanti alla tv zeppa di mielosi film sul senso delle feste e si organizzano gite ai Presepi ricordandosi di far indossare anche alla nonna il cappotto buono.

Un antidoto è quello di esporre il malato a ripetuti controlli del proprio estratto conto.

Effetto collaterale è la comparsa di orecchie a punta, non quelle dei folletti di Babbo Natale ma di Spock il Vulcaniano.

 

Dopo tanti anni di febbre di Natale ho capito che un antidoto non esiste, il contagio è assicurato, nessuno di noi può dirsi lontano da tutti gli atteggiamenti descritti sopra. E’ come il raffreddore, lo prendiamo tutti e passa solo dopo che ha fatto il suo corso. Infatti se invece di imbottirci di bibitoni e ostinarci ad andare in giro con la testa che scoppia e il naso colante ci chiudessimo in casa al caldo, il raffreddore sarebbe un’occasione per riposare, per finire il libro che abbiamo sul comodino da qualche settimana e rilassarci un po’. Questo è lo spirito giusto per affrontare anche la febbre di Natale.

 

Per i regali e gli ingredienti del tuoi menu non fare viaggi verso mete inusitate, affollati e spersonalizzanti ipermercati. Fatti una passeggiata “sotto casa”, compra dal tuo “vicino”, probabilmente troverai cose più genuine ed originali. Vuoi comporre un cesto? Acquista prodotti tipici e tradizionali: componilo con un vino Doc o Igt, inserisci un E.V.O., un dolce proveniente dal tuo territorio! In questo modo contribuirai anche all’economia locale. Prendi piccoli “pensieri”, oggetti o prodotti che ti piacciono e vedrai che seguendo il tuo gusto li saprai assegnare con saggezza. Pensa che per Natale tutti quanti organizzano pranzi e cene, serate di gioco con gli amici dove si offrono dolci, salati e bevande. Prepari dei biscotti? Fai dei dolci tradizionali? Aumenta la dose, preparane degli altri e regalane ai tuoi amici!

 

Così, ad esempio, ho preparato i biscotti da regalare alle mie amiche!

 

Ingredienti:

 

250 gr di farina

200 gr di zucchero

2 cucchiai di cacao amaro

120 gr di burro

1 uovo

1/2 cucchiaino di lievito per dolci

1 cucchiaino di cannella

1 cucchiaino di zenzero

un pizzico di sale

 

Ricetta immagine 1

 

Preparazione:

 

Prendete la farina setacciata, il cacao amaro e il lievito e metteteli in una ciotola. Aggiungete anche un pizzico di sale e mescolate. In un altro recipiente sbattete energicamente il burro e lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso. Incorporate l’uovo intero e continuate a sbattere fino a quando tutti gli ingredienti non saranno ben amalgamati tra di loro. Unite poi la cannella e lo zenzero e la farina con il cacao, lentamente in modo da evitare la formazione di grumi. Quando il vostro impasto sarà compatto e omogeneo, avvolgetelo in una pellicola per alimenti e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno 1 ora. 

 

Ricetta 2

 

Intanto accendete il forno a 180 C°. Ricordate che il forno deve essere sempre ben caldo per consentire ai vostri biscotti una cottura ottimale. Una volta che l’impasto ha risposato, stendete la pasta con un mattarello, lasciandola circa 5 mm di spessore.

 

Ricetta 3

 

Potete scegliere di dare ai vostri biscotti la forma che volete in base all’utilizzo che volete farne. Se ci volete comporre una scatola regalo prendete delle formine tipicamente natalizie formando tanti biscotti dalle forme diverse. Altrimenti potete decidere di regalarli come decorazioni allora decidere di praticarci un foro con l’aiuto di una cannuccia, che vi servirà per il passaggio del nastro.

 

Disponeteli su di una teglia ricoperta di carta da forno, ed infornate! Dovranno cuocere per circa 15 minuti ad una temperatura di 180C°. Non appena saranno dorati, toglieteli dal forno e lasciateli raffreddare.

 

I vostri amici saranno entusiasti di ricevere qualcosa fatto con le vostre mani, con ingredienti genuini, con amore…..

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