I dolci Maccheroni con le Noci

Tozzetti, tozzetti e ancora tozzetti…

Salendo le scale di casa della nonna Giuliana si poteva anche inciampare ma non cadere, si restava sorretti dal profumo delle nocciole tostate e del biscotto che in forno le avvolgeva. Con i miei cuginetti calpestavamo velocemente il pavimento di marmo inebriati dalla fragranza che usciva dalla cucina… Ecco la nonna. Rubiconda e affaccendata, brandendo un coltellone a lama lunga, ci accoglieva nell’atto di tagliare i tozzetti. Di questo panetto grande mi pregustavo di poter arraffare le due estremità: i “culetti”, parte in cui di solito si depositano più nocchie o meno pasta!

La zia premurosa, sceglieva dei tozzetti per noi evitando che passassimo con le mani accanto alla lama implacabile.

Tutti paghi dei primi dolcetti ricevuti ascoltavamo l’impazienza di mio nonno estimatore di un altro dolce della tradizione Natalizia, tanto immancabile per lui quanto incomprensibile per me: i maccheroni con le noci e il cioccolato.

Pasta. I maccheroni: quelli stessi del sugo! Impiattati come una torta con cioccolato, miele e cannella…. Mah!

Mia madre mi racconta che per un periodo (per fortuna molto breve) era difficilissimo farmi assaggiare qualcosa di nuovo. Anche conoscendo il gusto degli ingredienti, bastava cambiassero forma per farmi apparire subito il classico punto interrogativo in testa.

I maccheroni con le noci dolci mi impressionavano come i cavoli a merenda!

Una sera di Vigilia di molti anni fa vidi mia nonna prepararli e mi sembrò una magia. Fu la preparazione a stregarmi e così come la vidi quel pomeriggio la voglio narrare.

Accanto alla finestra che traballava al passaggio di ogni camion stava il nonno, ansioso che anche quell’anno i maccheroni con le noci non mancassero sulla sua tavola.

Armato di martello di legno spaccava i gherigli ormai secchi dei noci della Commenda. Alla nonna ne servivano all’incirca 4 Kg. Mai visto rompere le noci in quel modo. Data la grande quantità ne metteva un po’ in una ciotola di rame non troppo alta e coperta con un panno, e assestando colpi decisi riusciva a romperne anche tre per volta.

La cuoca corpulenta si dimenava tra il tavolo e la dispensa per preparare gli ingredienti: 

Reginelle400 gr di maccheroni (Lei sceglieva le Reginelle), un pacchetto di carta d’oro che avvolgeva un blocco di cioccolato fondente – circa 300 gr, e 100 gr di zucchero. Dagli sportelli sotto la madia uscivano anche: pane grattugiato, miele, un pacchetto di ciambelline al vino che nonna sbriciolava con le dita. Nel contempo infilava un legnetto nel camino perché non si spegnesse e ingaggiava il nonno a fare più in fretta perché le noci dovevano essere pulite, sbollentate per eliminare la pellicina.

Pila d’acqua fumante sul fuoco, mai vista una pila così grande, il vapore faceva appannare la cristalliera ed i vetri della porta finestra. L’umidità mi spegneva i sensi e credo, pian piano di… essermi addormentata.formiche

D’improvviso il pavimento sale e pepe della cucina si animava di formichine che lavoravano alacremente nel favorire il passaggio delle noci spellate dall’acqua bollente al forno. Ognuna con il suo gheriglio, in fila ordinate portavano tutte le noci ad asciugare al caldo in attesa di essere triturate. Apine con il culetto giallo nero all’insù ricordavano al miele di farsi liscio e scorrevole mediante racconti di giallo tepore solare e il calore/colore dei pollini dei fiori. 

apeAllora il miele ambrato trasparente colava sulle noci sminuzzate e ricoperte di pene grattato, con le ciambelline triturate, lo zucchero, la cannella e un pizzico di noce moscata. Apparivano le mani grandi di nonna che mescolava amalgamava. Di fianco a lei le formiche grattugiavano il cioccolato e poi le api in volo depositavano la polvere nera fondente sull’impasto.

Il vapore era ancora alto e le Reginelle che cuocevano nell’ acqua salata cantavano che la cottura era già passata per cui era arrivato il momento di ballare la quadriglia con i resto degli ingredienti.

E allora avanti, nei grandi piatti di portata, danzavano a giravolte ed inchini dandosi il cambio strati di pasta e condimento, spolverate di noci, cannella, zucchero e cioccolato. Uno dopo l’altro, uno sopra l’altro.

Tutti pronti per il gran finale, le Reginelle calde calde abbracciavano i loro “dolci cavalieri” e si fondevano a poco a poco.  

I maccheroni dolci alle noci venivano messi a riposare.

Il ciocco che nonna metteva sul camino con un lancio ben assestato mi fece sobbalzare. C’erano un mucchio di pentolini e stoviglie in procinto di essere lavate. Presi un panno alzandomi in piedi sulla sedia accanto al lavabo, nonna che comprese la mia intenzione mi passò i cucchiai e le cose piccole da asciugare. Non si accorse però di una formica che scomparve in gran fretta dentro un buchino tra i mattoncini sotto al caminetto…

Dedicato a mia nonna Giuliana e le sue frasi magiche che in giornate come queste mi manca come non mai.

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