Curiosità sul carciofo

 

Sembra che la pianta fosse coltivata già nel IV secolo a.C. nel bacino del Mediterraneo. Le sue proprietà medicamentose e terapeutiche erano molto apprezzate dai popoli arabi che ne tramandarono il nome, Kershouff e l’uso in Sicilia.

La storia del carciofo è un po’ controversa causa il confondere il carciofo selvatico (Cynara cardunculus) con il carciofo attualmente coltivato. In India, nelle grotte di Aianta, è stato rinvenuto un affresco, databile intorno al 200 a.C. in cui è raffigurato un monaco mendicante indiano, con in mano tre carciofi. Nonostante ciò, gli studiosi reputano la sua provenienza dai paesi del Bacino Mediterraneo Orientale, e dell’Africa settentrionale. Gli Egizi lo usavano nella preparazione di vari piatti, i Romani lo cucinavano con acqua e vino. Secondo quanto riferito dal greco Teofrasto (372 a.C.) di certo è che Greci, Etruschi e Romani coltivavano un tipo di cardo, chiamato cardui pineae, causa la sua somiglianza con la pigna. Anche Plinio parla del suo ortaggio preferito, il carduus e definiva migliori quelli di Cartagine e di Cordova; Columella, nel suo “De re rustica” parla di cinara ispida, facendo risalire l’etimologia del nome all’abitudine di concimare la pianta con la cenere, contrariamente a chi afferma che invece derivi dal colore cinereo delle foglie.
Secondo una leggenda, un’affascinante ninfa di nome Cynara, dopo aver fatto innamorare Giove, lo esasperò con i suoi capricci, al punto tale da indurlo a trasformarla in un ortaggio elegante, ma spinoso, come il carciofo.
In California, nella città di Castroville, nota già dalla prima metà del ‘900 per la produzione di carciofi, si teneva annualmente un concorso di bellezza che incoronava Miss Carciofo. Nel 1947 tale concorso fu vinto dalla bellissima ma ancora sconosciuta, Marilyn Monroe, che venne eletta Queen of Artichoke.
“Contro il logorio della vita moderna” era lo slogan, nel vecchio Carosello della pubblicità ad un liquore a base di carciofo.
Il grande Caravaggio, notoriamente poco cordiale, sembra abbia scaraventato un piatto di carciofi dritto in faccia ad un malcapitato garzone, che non era stato in grado di dirgli se erano stati cotti nell’olio o nel burro; quando si parla genio e sregolatezza…

Ad Orazio, il fiore del carciofo aveva ispirato il nome di una giovane amante.
Al botanico Castore Durante il carciofo era utile per stabilire lo stato di gravidanza ed il sesso del nascituro “A conoscere se una dona è gravida se le dia a bevere quattro once del succo di queste foglie, e se lo vomiterà è gravida. Al che si fa ancora la prova tenendo l’orina della donna per tre dì in vetro, poi si cola con una pezza di lino bianca, nella quale rimarranno (s’è la donna gravida) certi animaletti, che rossi denotano il maschio e i bianchi la femmina”.
Il Rinascimento italiano coincise anche con quello del carciofo che divenne cibo dei nobili. La leggenda narra che fu Caterina de’ Medici, sposa di Enrico II, a far conoscere il carciofo in Francia. Era talmente golosa di quest’ortaggio, che in ogni banchetto faceva imbandire una piccola montagnola di carciofi; e fu proprio durante un pranzo di nozze che rischiò un’indigestione per averne mangiati in quantità eccessiva.
Luigi XIV, meglio conosciuto come Re Sole, ne andava matto e ne faceva coltivare varie qualità nell’orto reale di Versailles.
Le donne che allattano devono limitarne il consumo, perché il carciofo contiene delle sostanze che inibiscono la secrezione del latte materno.

catiaminghi@carlozucchetti.it

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