La coltivazione del carciofo

 

Le coltivazioni di carciofo in Liguria, Toscana, Lazio, Puglia, Sicilia e Sardegna, fanno del nostro paese il maggior produttore al mondo.
Le carciofaie generalmente sono rinnovate ogni tre anni; si parte con l’impianto dei polloni, si tagliano le piante raso-terra e durante l’inverno si legano le foglie cresciute. Nella primavera del secondo anno si procede allo scalzo e alla slegatura della pianta; al terzo anno si ha il raccolto migliore ma l’ultima produzione. Una carciofaia può produrre anche 65.000 carciofi per ettaro.

I migliori sono i “cimaroli” primi nati al centro della pianta e più grossi. “Braccioli o Nipoti” i carciofi più piccoli, ma anche più saporiti, che nascono ai lati della pianta.

 

Carciofo Romanesco del Lazio I.G.P.
“Il Carciofo romanesco del Lazio ha ottenuto il riconoscimento I.G.P. dall’UE il 21 novembre 2002 pubblicato sulla GUCE n. L 318 del 22/11/2002. È prodotto nei territori idonei dei seguenti comuni delle province di Viterbo, Roma e Latina: Montalto di Castro, Canino, Tarquinia, Allumiere, Tolfa, Civitavecchia, Santa Marinella, Campagnano, Cerveteri, Ladispoli, Fiumicino, Roma, Lariano, Sezze, Priverno, Sermoneta, Pontinia. Le cultivar che concorrono alla produzione del Carciofo romanesco del Lazio sono il Castellammare e il Campagnano con i relativi cloni. La sua coltivazione prevede, per l’operazione d’impianto, un’accurata preparazione del terreno, l’interramento di concimi e un definitivo livellamento della superficie. Il trapianto avviene da agosto a ottobre. L’impianto della carciofaia è mantenuto in coltivazione per non più di quattro anni con un avvicendamento triennale della coltura. Le operazioni colturali tipiche del carciofo sono la dicioccatura e la scarducciatura: la prima consiste nell’eliminazione degli steli che hanno portato i capolini, la seconda si attiva mediante l’eliminazione manuale dei carducci superflui. Per il carciofo romanesco del Lazio viene allevato un solo carduccio per pianta. La raccolta inizia in gennaio e può protrarsi fino a maggio, secondo le condizioni climatiche. Il Carciofo romanesco del Lazio allo stato fresco, ha le seguenti caratteristiche: capolini di forma sferica, compatta, con caratteristico foro all’apice, colore da verde a violetto, brattee esterne di colore verde con sfumature violette. Il diametro dei cimaroli non è inferiore a dieci centimetri mentre il diametro dei capolini di primo e secondo ordine non è inferiore a sette centimetri. Ha un sapore dolce e gradevole. La consistenza delle foglie interne e del cuore è molto morbida. Presenza sul mercato da febbraio a maggio.”

 

catiaminghi@carlozucchetti.it

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