Non certo positivo il quadro della produzione di olio presentato da Coldiretti a Firenze nei giorni scorsi, in occasione della Giornata nazionale dell’extravergine italiano, basato sui dati Ismea-Unaprol. La produzione di Evo in Italia crolla del 38%, scendendo a 298 milioni di chili, sfiorando i minimi storici. Anche nel Lazio la flessione è in linea con il dato nazionale: nel 2015, la produzione olearia della regione ha totalizzato 20.877 tonnellate e le stime del 2016 prevedono una produzione di 13.570 tonnellate, dunque con una diminuzione di 7.307 in tonnellate (-35% ).
“Molto meno olio prodotto quest’anno nel Lazio – dichiara David Granieri, presidente regionale Coldiretti – ma la qualità del nostro extravergine è garantita dalla sapienza e dalla serietà dei nostri olivicoltori. Vigileremo perché i consumatori di Roma Capitale, che è il primo mercato del Lazio, stiano ancora più attenti a non incappare nelle frodi e negli acquisti di falso olio italiano. Anzi, vista la quantità limitata, invito i romani a comprare, laddove possibile, direttamente presso i frantoi e le aziende agricole“.
“Gli effetti del crollo produttivo – spiegano da Coldiretti – peseranno sul carrello della spesa degli italiani, che fanno registrare consumi pro-capite di olio extravergine di oliva di 9,2 chili annui. Il crollo della produzione tricolore espone i consumatori a ulteriori rischi, in termini di qualità e sicurezza alimentare del prodotto, per via del prevedibile aumento delle importazioni. A cio’ si aggiunge che ancora oggi nei nostri ristoranti sono fuorilegge 3 contenitori di olio su 4 (76 per cento) per il mancato rispetto della introduzione obbligatoria del tappo anti rabbocco. Eppure parliamo di una misura a tutela dei produttori, dei consumatori e degli stessi ristoratori, perché consente di arginare la concorrenza sleale di chi spaccia come extravergine italiano prodotti importati di bassa qualità“.