Location, location, location. Quante volte questo termine così inflazionato ha invaso gli articoli (compresi quelli di chi vi scrive sia ben chiaro), portando nulla o poco meno al contenuto del testo. Ecco, in questa occasione, mai come in questa, la sostituzione di questa parola è d’obbligo. Il PALCOSCENICO, della seconda edizione del mercato FIVI a Roma è stato il Teatro 10 all’interno della storica Cinecittà, da poco tornata di proprietà del MiBACT. Un palcoscenico, quindi, di grande impatto e suggestione in cui gli attori sono stati i Vignaioli con i frutti del loro sudato lavoro, i vini.
Una scelta davvero importante quella degli Studios, che, come ha avuto modo di raccontare Luigi De Sanctis, consigliere FIVI e viticoltore di Frascati, richiama una territorialità quasi affettiva: Cinecittà per i romani come i vigneti per i vignaioli.
1800 metri quadri che hanno accolto le circa 200 aziende che hanno partecipato a questa edizione del Mercato del FIVI, e che hanno visto un susseguirsi di visitatori davvero importante.
Sforzo notevole a livello organizzativo, Daniele De Ventura, titolare di Simposio, Trionfo del gusto, ha lavorato su ogni dettaglio per rendere perfetta la due giorni del FIVI. Numerosi i carrelli messi a disposizione degli acquirenti che hanno voluto premiare i vignaioli acquistando del vino direttamente dai produttori. D’altronde, è proprio nel manifesto del FIVI, ogni passaggio della filiera è seguita direttamente dal produttore, e la vendita sugella al meglio tutto il lavoro che inizia in vigna.
Venendo alla degustazione, molte le novità e altrettante le conferme, i Vignaioli sorprendono sempre per qualità e l’impegno che mettono in un mercato (non quello del Fivi) sempre più saturo e di difficile esposizione. Piccoli vitigni, antichi o dimenticati. Vinificazioni particolari, etichette ricercate. In ogni corridoio e in ogni stand è stato possibile rimanere stupiti da vini o storie raccontate direttamente da chi vive e a volte subisce ogni passaggio, dalla vigna alla bottiglia. Anche il percorso studiato ed ipotizzato da De Ventura ha consentito ai visitatori di fare un viaggio attraverso il nostro territorio, così grande e variegato da abbracciare ogni tipologia di clima e terreno.
Qui di seguito alcuni degli assaggi che ci hanno stupito di più
Azienda Biologica Trebotti con il suo nuovo Metodo Ancestrale
Rocco di Carpeneto con le sue Barbera e qualche campione da vasca
Azienda Agricola Casebianche ed il suo spumante La Matta
Lodi Corazza con gli storici Pignoletti
Il Soave di Graziano Prà
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