“Filaro o conocchia abbasta che nun se scacchia” Un week end ad Olevano Romano

Il titolo della canzone degli Otto Litri&Blues, mi appare adesso, davanti a questo foglio elettronico, l’incipit perfetto alla narrazione di un fine settimana nella caparbia cittadina di Olevano Romano.  Paese di circa 7.000 abitanti nella campagna, ad un pugno di km da Roma. L’occasione che ci ha portato in queste terre è stato l’invito della famiglia Terenzi alla degustazione verticale del Cesanese di Olevano Romano D.O.C.G. Vajoscuro. La conduzione è stata affidata al giornalista, attento degustatore Giampaolo Gravina che insieme all’enologo della cantina, Roberto Mazzer, Giovanni Terenzi il patron, i figli Armando e Pina ci hanno accompagnato nell’approfondimento della conoscenza del vitigno Cesanese.

Famiglia Terenzi
Famiglia Terenzi

E’ in occasione come queste che il gusto ti spinge al di là e soprattutto dentro il bicchiere. Il liquido odoroso è tramite per scoprire culture e colture, saperi e saggezze, toccare con mano il lavoro degli uomini e delle donne: conoscere persone e non personaggi.

La mattina di questo incerto venerdì di un settembre che rispecchia appieno la stagione capricciosa, inizia in Via Prenestina a la Forma di Serrone, nella nuova sala degustazione della Cantinadi Giovanni Terenzi.

Davanti a noi il paesaggio è campagna e vigna.

Di questa degustazione daremo conto in un prossimo articolo.

Lasciamo la famiglia Terenzi nel pomeriggio, dopo il pranzo in azienda, con ottimi prodotti e cucina di tradizione del Ristorante Bel Sito,  seguito dal Panettone al Cesanese. Idea di gusto azzeccatissima di un altro ramo della famiglia. La cugina Veronica taglia per noi il panettone frutto dell’ingegno e del sapiente lavoro del papà, proprietario del Bar Lazio.

Il nostro accompagnatore è Pasquale Pace, amico e Gourmet Errante: è nella sua terra.

Ha scandito per noi un programma che ci porta immediatamente nelle vigne di Damiano Ciolli.

Damiano è un giovane ben piantato nel fisico e nella mente. Immediato è il legame tra lui, la sua famiglia e la terra che ama, rispetta e lavora e su cui alleva la vigna che ci fa osservare fiero.

Dietro il vino prodotto ecco un’altra bellissima, per quanto semplice storia di persone. Emozionante sentirlo parlare della sua “prima volta”: la prima vendemmia del 2001. Come già raccontato da Giovanni Terenzi, in quell’anno nevicò e fece una tremenda gelata il giorno di Pasqua

Damiano Ciolli
Damiano Ciolli

Poco e niente da vendemmiare, di fronte ad una annata così, a casa Ciolli, viene data a Damiano la possibilità di fare di testa sua. “E il vino – dice Damiano orgoglioso- è venuto subito come volevo io”. Sì, perché questo giovane, con un pizzico d’impudenza vuole fare il vino come piace a lui a dispetto di ogni moda. “Il vino viene lavorando bene la vigna, prendendosene cura”, e si vede subito la sua maniacale attenzione. Il lavoro lo fanno lui, la sorella e la fidanzata enologa Letizia. “La mia è una piccola azienda e mi permette di tenere tutto sotto controllo” è attento e scrupoloso, “E’ un lavoro duro e faticoso ma, quando viene bene, anche ricco di soddisfazioni”. Silene e Cirsium i suoi Cesanesi. Ci confida “la mattina quando so che devo andare a lavorare in vigna sono felice. E’ quello che voglio fare”

Ci ritroviamo da Sora Maria e Arcangelo alle porte del centro storico di Olevano Romano dove ci raggiungono gli amici Alessandro Berasini e Luigi Baldi . Giovanni, il “ cuoco non lo chef” come vuol essere chiamato, è il cugino di Pasquale. La compagnia è perfetta e la convivialità si accende fin dal benvenuto con il supplì di zucchine. Ci raggiunge anche Damiano. La serata si attesta tra le più simpatiche e gustose dei nostri ricordi. Su tutto “i mitici cannelloni”Sora Maria1

La Chiocciola Slow Food e i “tre gamberi” per Giovanni sono ben meritati. Pasciuti e soddisfatti arriva il momento del riposo. Delizioso l’appartamento ben curato e suggestivo de La Loggetta Casa Vacanze gestita da Luigi, nel centro storico. Gli ospiti hanno a disposizione molti comfort. Dal wifi al gustoso paniere dei prodotti tipici.

La visita mattutina a Santa Margherita di Antiochia, è d’obbligo, abbiamo in comune anche “La Patrona”.

Carlo Zucchetti ePasquale Pace già pensano al gemellaggio Santo tra Montefiascone e Olevano Romano.

La mattinata di sabato ci porta a colazione tra le vigne di un caro amico Mariano Mampieri della Compagnia di Ermes. Con Mariano avevano immaginato questa visita già da anni. Finalmente l’occasione in questo tour dalle mille anime. Mariano, infatti,  ci si svela come un perfetto cicerone ed un attento agricoltore. Tanti i progetti per l’azienda, per la famiglia, per le figlie, condivise con l’amico e cognato, e come scopriremo dopo, ottimo Trattore Silvestro Ciolli. La passeggiata nelle vigne è un racconto di tradizione e territorio proprio lì all’ombra della Mora Roscia, roccia rossastra nella spaccatura di questo territorio vulcanico. Qui  il sistema di allevamento della vite è la “conocchia”, un intreccio di canne con la pianta. Ci viene raccontato di questo gruppo blues goliardico che fa l’occhiolino, in una famosa canzonetta locale al dubbio poco amletico: Filare o canocchia?

Mariano e CArlo
Mariano Mampieri e Carlo Zucchetti

In vigna si parla di terroir, di vendemmie, di stagionalità, di voglia di fare bene e sempre meglio. Decidiamo un aperipranzo al Boschetto di Olevano Romano da Silvestro. Il locale è curato e accogliente, la dolcezza di Giulia: chiomè (=occhi miei, termine dialettale con cui si chiama un figlio o l’amato) di Silvestro, sono un ottimo benvenuto! La selezione dei cesanesi senza solfiti della Compagnia di Ermes, che stringono nei profumi e fieri graffiano in bocca,ci vengono serviti accompagnati da piccoli stuzzichini che provengono da una cucina saggia e schietta com’è quella di Margherita. L’aperipranzo prende le forme di un pasto luculliano a tutti gli effetti: fiori zucca e animelle fritte… la lingua tagliata sottile e le zucchine ripiene al sugo come quelle della nonna. Si racconta, si pensa intorno ad un territorio e al suo vitigno d’eccellenza, ad oggi uno tra i più interessanti della regione. Con Pasquale ci dirigiamo da un altro amico Fernando Proietti, siamo in cantina sulla direttiva per la strada di casa.  Fernando è impegnatissimo, la sua cantina si prepara più delle altre alla vendemmia. Le sue dimensioni richiedono più organizzazione e lavoro da scandire con la sua sapienza. La sua è una azienda basata su un prodotto di ottima beva, in tutte le sue etichette. E’ un lavoratore

Pasquale Pace, Fernando Proietti, Carlo Zucchetti
Pasquale Pace, Fernando Proietti, Carlo Zucchetti

e si vede. Un uomo dalle idee chiare che vuole fare bene il suo lavoro dalla vigna alla cantina, senza sottovalutare aspetti produttivi d’innovazione. Non di troppe parole, ma quelle giuste. Degustiamo, lo ascoltiamo.

Ringraziamo tutti gli amici incontrati in questa due giorni per averci comunicato un territorio con la loro esperienza, con il lavoro, con la passione. Sentiamo l’eco delle tradizione contadine e l’irrompere dell’innovazione. Olevano Romano è, e sarà sempre di più, un terroir da frequentare, da degustare. Per chi vuol conoscere, davvero, la viticoltura di questa regione.

 

 

 

 

 

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