Sicurezza alimentare, problemi in Veneto per i focolai di “blue tongue”

Sono ben 159 i focolai di blue tongue in Veneto, la febbre catarrale maligna che colpisce bovini e ovini risultando mortale per la seconda specie. 85 di essi sono in provincia di Treviso, 49 in provincia di Belluno, 24 in quella di Vicenza e uno in quella di Padova. L’allarme per tale situazione epidemiologica è stato lanciato dal Sivemp, il sindacato italiano dei veterinari di medicina pubblica, includendo tutte le province e i comuni della regione nei territori di restrizione per la “lingua blu”.

Secondo le indicazioni previste nel provvedimento trasmesso il 14 ottobre 2016 dal Ministero della Salute, l’area infetta viene modificata da quattro a 20 chilometri di raggio dal focolaio della malattia, ribadendo che “la profilassi vaccinale costituisce uno degli strumenti piu’ efficaci per evitare la diffusione della malattia e perseguire l’obiettivo della sua eradicazione dal territorio. Pertanto è necessario e urgente adottare un programma vaccinale da attuare in modo uniforme nelle zone soggette a restrizione per la blue tongue“.

Nel frattempo, per monitorare l’evolversi della situazione, “tutte le aziende di vacche da latte dovranno essere controllate per Blue tongue mediante prelievo di tre campioni di latte di massa a distanza di 15 giorni“, fa sapere Michele Bruchese, direttore dell’Unità Organizzativa Regionale Veterinaria e Sicurezza alimentare.

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