Ferragosto è passato e si è conclusa la stagione delle Feste del Vino. Grande successo di pubblico, ma soprattutto grande successo della qualità.
Alla 54° Fiera del Vino di Montefiascone, il livello dei vini e l’attenta organizzazione hanno dato ottimi riscontri sia in termini di presenze che di apprezzamento. Il percorso enoico, le degustazioni e il clima festoso sono stati elementi fondamentali a cui, nella serata conclusiva, si è aggiunta la coinvolgente musica della street band.
L’assessore Trapè durante le degustazioni ha avuto modo di sottolineare l’importanza della nuova veste della manifestazione che ha puntato a dare al vino la giusta rilevanza, evidenziando un altro approccio possibile, lontano da eccessi e demonizzazioni, ma riportando questo prezioso liquido all’eleganza che lo contraddistingue.
Durante la chiusura delle degustazioni guidate, Alessandra Di Tommaso, a cui si deve l’accurata organizzazione della manifestazione, ha messo in evidenza il valore del territorio e la sua capacità di creare senso e consapevolezza di sé. Ha evidenziato la fondamentale importanza di lavorare per rafforzare e comunicare l’unicità di Montefiascone e i suoi elementi identitari: il suggestivo centro storico, la bellezza del Lago e non ultimo il vino. Da una parte, dunque, il paesaggio, in cui rintracciare i segni del lavoro dell’uomo e la sua felice interazione con l’ambiente, dall’altra i valori immateriali legati alla cultura del vino, motivi di orgoglio e di opportunità economiche rispettose della tipicità e delle tradizioni.
Chiudo con una frase di Eugenio Barba, grande uomo di teatro, che mi sembra si possa ben adattare al contesto: “Occorre affondare nella realtà e restituirla delirata; cancellare l’ovvio, il banale, il mediocre verso cui ci porta la società; preservare la propria identità nel contesto. Occorre avere il senso dell’artigianato, del lavoro ben fatto”.