“I migliori vini Italiani” di Luca Maroni

La cornice composta dalle Alpi o dal precollina torinese è stato il primo argine al diluvio che si è abbattuto sulla capitale sabauda durante la tre giorni della kermesse de “I migliori vini Italiani” di Luca Maroni. Il salone delle feste dell’Hotel Principi di Piemonte e i suoi ospiti hanno fatto il resto, dando accoglienza a un pubblico numerosissimo che ha potuto esplorare 150 etichette in degustazione, 30 cantine aderenti, 60 espositori, accompagnati da degustazioni variegate da vari territori anche per quanto riguarda l’ambito gastronomico. La novità sono state infatti le Degustazioni Polimateriche inaugurate a Milano e proseguite a Roma e infine a Torino: Luca Maroni ha voluto unire le essenze del legno, i profumi, il vino e il cibo. Ospite d’eccellenza è stato lo chef Marcello Trentini, una stella Michelin, del ristorante Magorabin di Torino. Grazie alla sua creatività sono stati presentati Tacos di Cervo, Tagliatella al Tartufo e Melone cacio e pepe. Il primo presentato su un letto di pura corteccia, un richiamo alla terra tutto sensitivo; la Tagliatella al tartufo era al singolare poiché’ complessata dopo essere stata frullata, per esplodere in bocca quasi come una truffe di grano e tuber. La sorpresa del Melone cacio e pepe era sia nella sua preparazione, effettuata tramite un complesso meccanismo di vuoti e gin, che nel suo progressivo disvelarsi in bocca con una delicatezza fresca liberata dalla punta di nota di pepe in lingua, rilassata da un piacente pecorino del nord del Lazio selezionato dallo chef. Nella seconda serata lo chef ha presentato la Spugna con Maionese al wasabi e un omaggio al Piemonte con il Pan Bao ripieno alla Genovese di lingua con Balsamico di Barolo, une tuèrie. La degustazione polimaterica portata avanti da Luca Maroni ha offerto ai presenti delle selezioni di odori, profumi, alchimie da ritrovare nel calice col suo avvicinamento ed allontanamento; la collaborazione con lo Chef ha fatto da  conclusione alla degustazione con una azzeccatissima narrazione enogastronomica circolare.

Prima della degustazione polimaterica sono stati presentati i vincitori di questa edizione su un palco  dove Luca Maroni ha dato ancora prova della sua grande capacita’ di evocatore di momenti e senzazioni, narrando in particolar modo la creazione del suo progetto realizzato in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma che ha portato, a Febbraio 2018 presso l’orto botanico di Roma, alla nascita di “vigneto italia”, cioè il primo Museo Ampelografico Italiano, il registro vivo delle varietà di viti nazionali in cui sono stati raccolti ben 154 vitigni autoctoni italiani: una raccolta senza precedenti in Italia che dona al paese la memoria (e la vita) della sua ricchezza vitivinicola.

Per la VAL D’AOSTA sono stati premiati, come MIGLIOR BIANCO il VALLE D’AOSTA DOC PETITE ARVINE 2016 della cantina CAVE DES ONZE COMMUNES e come MIGLIOR SPUMANTE il MONTMARY ROSÉ EXTRA BRUT SA della cantina FRÈRES GROSJEAN. Per la LIGURIA è stato premiato come MIGLIOR VINO BIANCO L’ALBAROLA COLLI DI LUNI 2016 della cantina LUNAE BOSONI. Per il PIEMONTE sono stati premiati come MIGLIOR VINO BIANCO il SOLO LUNA 2015 della cantina PESCAJA; come MIGLIOR VINO ROSSO il BARBERA D’ASTI MERUM 2015 della cantina BELLICOSO, mentre segue subito dietro l’UCELINE 2012 della CASCINA CASTLET; come MIGLIOR VINO DOLCE il MOSCATO PASSITO LA BELLA ESTATE 2015 della cantina VITE COLTE e infine il MIGLIOR SPUMANTE è stato la CUVÉE ROSSA BRUT ROSÉ SA della cantina TRE SECOLIVITICOLTORI IN PIEMONTE DAL 1887. Infine, MIGLIORI VINI ROSSI IN ASSOLUTO, entrambi con il massimo punteggio assegnabile, cioè 99 punti, sono stati il LACCENTO RUCHÉ DI CASTAGNOLE MONFERRATO DOCG 2016 della cantina MONTALBERA e la BARBERA D’ALBA ELENA LA LUNA 2015 di ROBERTO SAROTTO.

Tra i premiati sono particolarmente risaltati alla degustazione il Petite Arvine, il Laccento Ruché di Castagnole Monferrato,  di Montalbera va segnalato anche Il Nuda, una Barbera d’Asti senza filtri.

I vini che abbiamo ulteriormente apprezzato durante la tre giorni sono stati infine la Barbera d’Alba Elena (della stessa cantina risalta benissimo anche l’Enrico I, Langhe rosso Doc strutturato e da invecchiamento perfetto per il Cervo di Trentini). Per le sue particolari qualità abbiamo già prenotato una visita con Antonio Bellicoso per godere ancora del suo AmorMio (Barbera D’Asti vivace, tonda, vellutata e aperta) ma soprattutto del Merum.

Menzione speciale, infine,  per Le Chicche della Tuscia, format che vuole promuovere il territorio del viterbese al di fuori dei suoi confini e che ha presentato laboratori seguitissimi, come quello sugli olii del territorio o quello dedicato al coregone. Grandi protagonisti anche i lamponi dei Monti Cimini con cui è stata realizzata la BAGNAIOLA, una nuova versione della classica pizza di Pasqua di Bagnaia, che unisce la polvere dei lamponi all’impasto classico di questa pasticceria soffice perfetta per la colazione di ogni giorno, accompagnata dalle composte fatte in casa: ovviamente di Lamponi.

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