Mediobanca: il vino italiano vale 3,3 miliardi e il fatturato cresce del 4,8%

L’Area Studi di Mediobanca ha pubblicato l’aggiornamento annuale dell’indagine sul settore vinicolo italiano e internazionale. I dati principali indicano un valore di mercato di 3,3 miliardi di euro per quanto riguarda le Spa italiane e un aumento del 4,8% per quanto riguarda il fatturato 2015, soprattutto grazie a export e spumanti.

Iniziando dalle 87 Spa vinicole in Italia, il loro capitale netto ammonta a circa 2,4 miliardi di euro. Il valore di mercato è stimato indicativamente in 3,3 miliardi, in base ai multipli di borsa delle società quotate sui mercati internazionali, con un ”premio” sul valore contabile pari a circa il 40%. Nel 2015, inoltre, è avvenuta la prima quotazione in Borsa di due società vinicole italiane: Italian Wine Brands (Giordano Vini e Provinco) a gennaio e Masi Agricola, della famiglia Boscaini, nel mese di giugno.

Sono export (+6,5%) e spumanti (+10%, che diventa 15,2% al di fuori dell’Italia) a determinare il +4,8% di crescita del fatturato del settore vinicolo. Gli spumanti spiccano tra gli investimenti: già vivaci nel 2015 per tutto il settore (+17,9%), nel caso delle bollicine segnano un balzo del 37,2%, mentre i non spumanti crescono del 2,3%. Nel comparto l’occupazione cresce del 2,4%. L’indagine di Mediobanca registra un cauto ottimismo per quanto riguarda le vendite attese per il 2016: il 92% degli intervistati non prevede cali, ma solo il 15% si attende crescite oltre il 10% e il 46% non pensa di andare oltre il 5% di crescita dei ricavi nel 2016. Per l’export le attese sono un po’ più positive, con il 94,5% degli intervistati che prevede un fatturato in crescita o comunque stabile. Le attese di crescita superiore al 10% arrivano al 24,3%.

Ecco infine i dati relativi alle maggiori aziende Nel 2015 Cantine Riunite-GIV, con 547 milioni di fatturato (+2,7% sul 2014) si conferma il maggiore gruppo italiano nel settore vinicolo. Sul secondo gradino del podio rimane la cooperativa emiliana Caviro con 300 milioni (nonostante una perdita del 4,4%), mentre prosegue la crescita di Antinori (+8,7%) che conquista la terza posizione (202 milioni), primo gruppo italiano non cooperativo. Ancora meglio fa Zonin che diventa il quarto gruppo nazionale con vendite per 183 milioni (+14,3% sul 2014). Poi di nuovo una cooperativa, la trentina Mezzacorona, quinta a 175 milioni (+2,1%). La divisione vini della Campari paga la crisi russa e dalla terza posizione scivola in sesta posizione con 171 milioni (-18,2%). Il record di crescita nel 2015 va alla cooperativa trevigiana La Marca che passa da 60 a 76 milioni (+25,1%), seguita da Ruffino che sale da 81 a 94 milioni (+17%). Gli altri campioni di crescita sono: la trevigiana La Gioiosa (+16,7%), le venete Zonin (+14,3%) e Botter (+12,5%), Frescobaldi (+10,7%) e la cooperativa veronese Collis (+10,2%).

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