Le uova rotte nel paniere. Pasticcio di frittata?

La radio sveglia tuono’ sulle note di Goblin – Profondo Rosso. Spalancando gli occhi Pina si chiese dove fossero finite le solite canzoni tormentoni di ogni mattina. Ore 7:17 di Venerdì 17 febbraio 2017. Quella giorno scese dal letto facendo ben attenzione a poggiare per primo il piede destro. Sarebbe stato inconcepibile iniziare quella giornata “pure col piede sbagliato”.

Attraversava la sala per arrivare alla cucina e alla fondamentale macchinetta del caffè. Nella penombra stava seduto Giuseppe, il gatto nero di casa. Con l’occhio iridescente miagolava sinistro in attesa della colazione. Mentre nell’aria si spargeva il profumo della miscela jamaica, Pina sorrideva dei suoi pensieri… ma chi lo decide poi se una giornata o una data possano essere fortunate o sfortunate! Che stupidaggine da creduloni! Ribolliva il caffè, era ora di spegnere la fiamma. Un passo verso il fornello e Giuseppe balzava sulla pantofola a orsetto. In equilibrio su una gamba sola Pina aveva la moka bollente in mano. Pochi attimi e i polpastrelli erano rossi come magma! Dal becco cadeva tutto il caffè fumante, sulle cosce, sul lavabo a terra. Si scottava balzellando su un piede solo per finire seduta, gambe all’aria sul tavolo dove la moka, ormai vuota, cadeva rompendo più di 8 uova nel paniere. Trascorsi 10 minuti dai pensieri irripetibili, il gatto veniva chiuso fuori casa. Ripulito tutto dal caffè versato, tre dita tese in aria con sopra un centimetro di crema da scottature, Pina si chiedeva cosa fare dei tuorli ed albumi ormai senza guscio, reduci dal disastro. Oggi frittata! Pensava, nel tentativo di riacquistare un po’ di buonumore e di trasformare quel disastro in qualcosa di buono.

L’aria era fresca e croccantina. Il sole permetteva di raggiungere Piazza dell’Erba a piedi per acquistare le verdure. mercato 2 mercato 1Giuseppe faceva salti da un muretto all’altro, poi via sui cornicioni, a seguire la passeggiata di Pina che per punizione non gli aveva dato più nulla per colazione.

Sceglieva le patate, quelle buone IGP dell’Alto Viterbese; la bieta (300 gr); gli spinaci (300 gr); bellissime e invitanti le foglie di “broccoletto da rapa” (300 gr); 1 scalogno grande; una testa  d’aglio. verdura verdura 3 verdura 2 porroIl cartello “uova nostrane” la ispirava nella scelta degli ingredienti per la sua frittata, tanto quelle le aveva gia! uova rotteE pure pronte! Sicuramente anche i due chucchiai di parmigiano e due di pecorino grattugiati insieme ai 3 cucchiai di latte e all’ immancabile E.V.O. Dop Tuscia. Bisognava fare solo una puntatina da Elio il Norcino per un paio di buone fette di pancetta.

Sulla strada del ritorno, soddisfatta e piena di buste e bustarelle, decideva che per Giuseppe la punizione finiva lì. Tutto sommato, combinando quel trambusto, le aveva dato un’ottima idea per un pasticcio di frittata.

Arrivata a casa il gattino già si rotolava al suono dei croccantini colorati che a pioggia cadevano nella ciotola.ingredienti

Pina era pronta in cucina. Pelate ed affettate finemente 3 patate, le faceva saltare in padella con un pò di E.V.O.. Leggermente rosolate, aggiungeva lo scalogno. Imbiondito quest’ultimo scolava l’olio ed aggiungeva la pancetta a tocchetti, lasciando che il suo grassetto andasse ad insaporire il resto. Nel frattempo le verdure già pulite, tolte le parti più dure e lavate a scroscio sotto l’acqua, riemergevano per essere appassire in padella con l’olio e uno spicchio d’aglio.  Dopo qualche minuto, Pina ne controllava la croccantezza e le univa alle patate, lo scalogno e la pancetta. Ecco pronta “la sostanza” del pasticcio di frittata. Era arrivato il momento di sbattere le  uova nella ciotola, aggiungendo: latte, parmigiano e pecorino. Niente sale o pepe perché già i formaggi e la pancetta avrebbero donato la sapidità al tutto.preparazione preparazione 2 preparazione 3 preparazione 4 uova 2

Scelta una padella dal bordo alto e la più antiaderente che aveva, versava “la sostanza” e delicatamente il composto con le uova in cui si sarebbero crogiolati tutti gli ingredienti. Che bei colori, pensava. Ma bisognava velocemente coprire perché il calore arrivasse anche a dorare la parte superiore del pasticcio.cottura

A quel punto Pina iniziava a rassettare la cucina. Il profumo indicava il giusto grado di cottura. Giuseppe aveva abbandonato la sua ciotola di croccantini. I due si guardavano e a Pina veniva in mente che da quel giorno a sentir nominare un pasticcio si sarebbe leccata i baffi proprio come stava facendo in quel momento Giuseppe.

 

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