Le bugie quelle buone: la Befana ubriacona e la ricetta del carbone di zucchero

Il giorno dell’Epifania arriva e sancisce la fine delle vacanze e festività natalizie. Unica messaggera di festa rimane la Befana. Una vecchia signora, vestita di stracci che trasporta in suo sacco malconcio sorprese e doni. A cavallo di una scopa, vola di casa in casa per calarsi nei comignoli di tutto il creato, portando dolciumi ai bambini buoni e cenere e carbone ai birbantelli.

Il gatto Merlino, il primo a svegliarsi a casa del piccolo Domenico, pensava di fare colazione con il liquido trasparente e le fette di pane e zucchero che la sera aveva visto preparare sulla soglia del caminetto. Il piattino ed il bicchiere raso erano stati adagiati in corrispondenza della calza verde acceso, appesa alla trave e lontana dalla brace ancora calda e viva. Avvicinandosi al bicchiere, dopo una breve annusatina, capì subito che non c’era “trippa per gatti”, quel liquido aveva uno strano odore, non serviva ad abbeverare lui, non somigliava nemmeno alla sua acqua o al suo latte. Il bicchiere era colmo di ottimo vino bianco che sarebbe servito per togliere l’arsura alla Befana e a bagnare il pane con lo zucchero lì di fianco. Domenico, premuroso, aveva pensato all’eventualità che la vecchietta conoscesse e gradisse fare questa merenda tradizionale, pane zucchero e vino. “Hai capito st’ubriacona de la Befana” – pensava Merlino – “Se in tutte le case, le lasciano il vino, e Lei se lo beve tutto, sarà altro che brilla! Ubriaca proprio! Bisognerà confidare sulla scopa, sperando che abbia un super navigatore satellitare, o almeno il super orientamento dei miei baffi,  capaci di farle finire il lavoro e poi riportarla a casa!”. Il gatto, balzando sul divano, si accorse della presenza della nonna. La Giggia si era svegliata di buonora per riempire la calza di Domenico. Andava in cucina e spezzettava un blocco nero e poroso che aveva preparato la sera prima. Ne assaggiava delle mollichine e mentre sistemava i pezzi più grandi nella calza, bagnava le fette di pane e zucchero col vino e le mordeva con gran gusto. “Giggia scellerata!” – avrebbe urlato Merlino, se solo l’anziana signora avesse conosciuto il gattesco – “Fermati! Quella è la merenda della Befana!”. Un fulmine dal corridoio arrivava in salotto, era Domenico. La nonna aveva appena finito di riposizionare la calza appesa e sotto il bicchiere mezzo vuoto e il piatto dove ormai c’erano solo briciole di pane e qualche cristallo di zucchero. “Nonna! E’ venuta la Befana! Guarda! Ha pure fatto merenda e riempito la calza!”. Merlino si rotolava a terra, ronfando e facendo le fusa, che era proprio il suo modo di ridacchiare. “Che fregatura sta Befana!” – pensava- “la merenda e la calza le fa la Giggia, il carbone pure! Mica lo ha preso dal caminetto!? L’ha fatto nel pentolino! Per fortuna che a Domenico gli piace. Devono essere queste le bugie quelle buone!”

La ricetta del carbone di zucchero

Ingredienti:

ingredienti ok

200 gr di zucchero

100 gr di acqua

1 albume

100 gr di zucchero a velo

1 cucchiaio di alcol

Colorante alimentare nero q.b.

In un pentolino portare ad ebollizione lo zucchero con l’acqua per circa 10 minuti.

 

Assicuratevi che imbiondisca leggermente, se avete a disposizione un termometro controllate che non superi i 150° di temperatura. In un recipiente a parte montate a neve ferma l’albume. Aggiunte poco alla volta, sempre mescolando, lo zucchero a velo, l’alcol e il colorante alimentare (che ne possediate in polvere o liquido, regolate la quantità in base all’intensità di colore che desiderate raggiungere).

Unite i due composti e lasciate sobbollire per un minuto. Versate il composto in una teglia non troppo larga foderata di carta da forno. Lasciate freddare e solidificare per un paio di ore. Terminata l’attesa, estraete il blocco su un tagliere e spezzate grossolanamente. Il carbone di zucchero è pronto.

Notizie&Curiosità

Nella tradizione Cristiana, il Miracolo della tramutazione dell’acqua in vino operato da Gesù, avviene durante le Nozze di Cana. Il 6 gennaio Gesù manifesta il Suo Essere Divino con questo Primo Segno o Miracolo. Ecco la Sua seconda Epifania ( epipháneia: manifestazione, rendersi visibile, apparizione e venuta). Ancor prima, il 6 gennaio Gesù Bambino venne mostrato ai Re Magi nella capanna di Betlemme.

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