La visita del papa Gregorio XVI a Ronciglione: fuochi d’artificio, archi di trionfo ed esperimenti di fisica

Ci è capitata sotto mano la narrazione di un viaggio pastorale del Gregorio XVI, pontefice dal 1831 al 1846. Il racconto del suo passaggio a Ronciglione ci viene dalla relazione di Gaetano Moroni, suo cameriere privato. Lo scritto tratteggia il quadro della cittadina dello Stato della Chiesa quarantanni dopo l’incendio che la devastò e trentanni prima della breccia di Porta Pia. Una cittadina immersa nelle paludate cerimonie del più arretrato degli Stati Italiani, ma che presenta con orgoglio i suoi laboratori scientifici, dove vengono mostrati al pontefice semplici esperimenti di fisica, che non sono certo dimostrazione di fiducia positivistica, ma semplice curiosità.

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Era martedì 5 ottobre del 1841, poco prima delle dodici, quando Gregorio XVI giunse a Ronciglione, al convento dei Cappuccini che avevano innalzato sulla strada un arco di verdura per accoglierlo. Alle porte della città, “il magistrato municipale, presentò al Papa pel gonfaloniere Antonio Bramini gli omaggi di divozione e sudditanza”. In breve la carrozza pontificia “ fra le infinite salutazioni di gioia si diresse alla chiesa collegiata, passando sotto altro arco di trionfo elevato dalla città nel mezzo della via provinciale a foggia di ventaglio, terminando la base in forma di padiglione; era decorato da 4 statue colossali in atto d’offrire corone d’alloro e di quercia, situate avanti le colonne che lo sostenevano, non che da due festive iscrizioni”. Il corteo arrivò quindi alla Collegiata il cui interno era stato addobbato “con gran lusso ed abbondanza di lumi”. Dopo aver avuto la benedizione col ss. Sagramento, il Papa “seguito dalla moltitudine festeggiante” e “pendendo dalle finestre delle abitazioni della città ricchi paratisi portò al collegio de’ pp. Dottrinari dove avrebbe dimorato nei suoi due giorni ronciglionesi. Qui Gregorio XVI fu accolto dal p. d. Silvestro Glauda superiore generale de’ dottrinari, dal provinciale p.d. Gio. Maria Chiavassi, e dal rettore dello stesso collegio e professore di fisica d. Bernardino Cassini.

Dopo aver letto le numerose iscrizioni che celebravano la sua venuta il Papa “si recò alla loggia nobilmente ornata, donde compartì l’apostolica benedizione al popolo che cuopriva tutta l’ampia e lunga strada detta di Monte Cavallo: ammise quindi al bacio del piede la magistratura, il clero, i carmelitani scalzi, i cappuccini, e gl’impiegati governativi e comunali, insieme ad altre persone”.

Il pomeriggio il Papa “consolò di visita le monache teresiane, e fece loro baciare il piede”. Ritornato al collegio, dalla loggia benedì di nuovo il popolo giubilante, e visitò “l’elegante gabinetto di fisica del collegio” dove espresse il desiderio di vedere qualche esperimento. Così gli fu mostrato “quello della combustione del fosforo e della fusione del ferro per la rapida attività dell’ossigeno, seguendone una viva e abbagliante luce”, furono fatti anche esperimenti con una macchina elettrica e Papa Gregorio XVI “si dilungò nell’esaminare minutamente le altre diverse macchine, e quelle in ispecie che all’elettro-magnetismo si appartengono, delle quali espose con lucido sapere gli effetti”. E dire che il Pontefice bellunese, pur uomo colto, si era dato da fare contro ogni tentativo di riforma e persino di innovazioni scientifiche.  La sera Ronciglione era tutta illuminata, eil Papa, dopo aver ammesso alla sua presenza e al bacio del piede parecchie persone, vide dalle finestre del suo appartamento un “ingegnosissimo fuoco artificiale disposto in una macchina, invenzione dell’architetto ronciglionese Antonio Moretti”

La mattina seguente il Pontefice celebrò la messa, ricevette i vescovi d’Acquapendente e di Civita Castellana, la magistratura, e furono letti due sonetti “di gratitudine e venerazione” scritti dal p. rettore Cassini. Al termine “montò in carrozza per restituirsi a Roma, acclamato dal popolo ronciglionese con divoti e coi tesi evviva, cui reiterò le sue affettuose benedizioni, dichiarando a tutti la sua sovrana soddisfazione.”

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