Il domenicale di BereLeggereOziareGustare

Anche noi abbiamo il nostro domenicale!
A partire da oggi, ogni domenica troverete sul nostro BereLeggereOziareGustare questa rubrica per scoprire i legami  e le possibili connessioni fra l’enogastronomia, intesa come cultura materiale e la cultura comunemente definita”alta”. Piccole curiosità, recensioni di libri e film, descrizioni di mostre e quadri che mostrino il gusto come avventura intellettuale capace di animare e diventare protagonista del racconto inteso nelle sue diverse espressioni.

Il post che dà l’avvio alla rubrica è di Marcello Carriero.

I PITTORI DI BAGORDI

All’inizio del XVII Secolo Jean Brueguel il Vecchio e Pietre Paul Rubens s’incontrano per dipingere insieme diverse opere. Il primo era specializzato nella resa dei tessuti, della fragranza dei fiori, negli oggetti e nelle nature morte l’altro nelle figure, di cui era maestro di carnosità lussuriose e nei paesaggi. I due nel 1618 dipinsero un quadro di modeste dimensioni, ma di straordinaria ricchezza intitolato L’udito, il tatto e il gusto, un’opera conservata oggi al Museo del Prado. I due pittori, ciascuno con le proprie specializzazioni, riempirono lo spazio di tutti i generi in voga all’epoca: Natura Morta, Paesaggio, Scene di corte, dando un senso teatrale all’immagine dopo aver sollevato sulla destra una tenda rossa quasi fosse un sipario.

Il quadro ritrae un banchetto al quale seggono personaggi femminili di diverse età che gustano e toccano cibi, ascoltano la musica suonata da un chitarrista ante litteram. Più a sinistra un brulicante andirivieni di servetti rifocilla continuamente le commensali. Ricco, ma che dico, sovrabbondante di episodi pittorici di dettagliata perfezione, questo banchetto è la summa dei generi e insieme il loro superamento. La natura morta, infatti prende vita nel suo aspetto culinario, celebra la materia nell’artificio del sapore, nello stesso tempo l’ondivago propagarsi dei suoni ha sede visiva e timbrica negli strumenti meticolosamente dipinti sulla destra del quadro, persino il paesaggio è superato dalla sua ripetizione, lo sfondo naturalistico è dato nuovamente come quadro nel quadro, in alto a sinistra, con la stessa tenda rossa, evoca l’antica gara dell’imitazione. In un ambiente unitario, il numero delle cose rischia di diventare incalcolabile, una vertiginosa lista di dettagli che le belle commensali di Rubens manipolano e muovono alla vita. I bagordi della pittura qui sono al massimo e persino i due pappagalli appollaiati sul davanzale della loggia quasi al centro del quadro sembrano partecipare alla baldoria scambiandosi chissà quale commento.

Marcello Carriero ha curato e organizzato mostre in spazi pubblici e privati, ha partecipato a Convegni e Seminari, redatto cataloghi e scritto saggi e articoli collaborando con riviste di settore e quotidiani. Dal 2001 scrive sulla rivista specializzata “Arte e Critica”, sui siti web  www.exibart.com, www.merzbau.it e sul webmagazine “art a part of cult(ure)”.

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