La Regola, l’arte di Uomini, Territorio, Natura

Con Flavio Nuti a Roma era inevitabile trovare l’occasione di incontrarlo e scoprire insieme le ultime novità dell’azienda. Con un menù dedicato presso “Il Ceppo” si è spaziato parlando della storia dell’azienda, della nuova cantina e delle molte idee che hanno guidato il lavoro di Flavio e Luca negli ultimi anni. Nata con un’idea di “autofinanziamento” di vino e olio nel 1900 la Famiglia Nuti ne ha fatta una vera e propria realtà enologica solo nel 1990 con Luca al comando, cui dopo pochi anni si è aggiunto Flavio.
Di idee parlavamo, e sono quelle che oggi hanno portato i due fratelli a capo di una produzione convertita totalmente al biologico, con densità di impianti limitate e basse rese.
Siamo a Riparbella, un comune a due passi da Bolgheri, va da sè che trovano felice dimora vitigni internazionali: lo Strido (merlot in purezza), La Regola (Cabernet franc), il Vallino (Cabernet Sauvignon in prevalenza), il Lauro (Viognier e Chardonnay), il Rosègola (Syrah e merlot), La Regola Spumante (Manseng e Chardonnay).
IMG_20190515_131958_resized_20190520_044951942IMG_20190515_131923_resized_20190520_044951483La degustazione è stata un modo per Flavio Nuti di presentarci la nuova cantina ed il progetto che ha portato a collaborare con loro l’amico (e maestro) Stefano Tonelli. A lui infatti è stata affidata una parte molto importante della cantina, la barriccaia. Tonelli, con la sua arte ne ha arredato le pareti di dipinti, immagini volte a rappresentare l’uomo ed il suo legame con la vite, omaggiando altresì il popolo che secoli fa ci ha preceduto in quella meravigliosa zona del nostro Paese, gli Etruschi.
Natura, Territorio e Arte dunque, che danno vita a quello che è stato il fulcro dell’incontro, il Vino dell’azienda La Regola; un percorso di abbinamenti che ha impreziosito le etichette che ci sono state servite, si è passati dal Metodo Classico 36 mesi (mill. 2015), molto agrumato, lungo e dalla finissima effervescenza, al Viognier con affinamento in Tonneaux, burroso e con una malolattica svolta che lo ammorbidiva ulteriormente. Un’esperienza è stato l’assaggio comparativo di due annate del La Regola, 2015 e 2016, splendido esempio di come il clima può influenzare il vino e la sua evoluzione nel tempo. Il paradosso di un vino più giovane al contempo più avanti nella parabola rispetto al più vecchio. La chiusura poi è stata degna di nota, con il Sondrete, con uvaggio composto da Trebbiano, Malvasia e Colombana per questo passito da uve bianche con un altissimo grado zuccherino, che è stato ottimamente accompagnato dal plateau di formaggi che ha portato alla chiusura del pranzo.
Un’occasione molto piacevole per conoscere più da vicino questa eccellente realtà di grande spessore, una certezza ormai in piena…(La) Regola!

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