I.G.T.: I Giovani (Terribili) al potere!

Oltre 80 persone, 6 vini, 3 aziende e tre giovani follemente innamorati del loro lavoro.
Questa è stata in numeri la serata IGT organizzata dalla Fisar RomModificaa e Castelli Romani nella persona di Fabio Ciarla che ha fatto anche da relatore e moderatore. IGT appunto, non una denominazione nuda e cruda, ma un acronimo di una nuova idea di fare vino. I Giovani Terribili, che con amore, passione dedizione ed una buona dose di leggerezza (o follia, vedete un po’ voi) ha scelto di seguire un cammino ben preciso, fare vino, e farlo bene.
Tre storie diverse per questi tre ragazzi che si sono raccontati allo Sheraton Roma. Valentina di Camillo, Elena Fucci e Rocco Toscani, timidezza ed esuberanza, una serata di racconti e di storie che hanno davvero appassionato i presenti. Rocco ha aperto “le danze” raccontando come l’azienda, OT Wine, che guida, sia per lui un impegno ed un gioco da condividere con tutto lo staff che si occupa della filiera. Molte persone tra tecnici ed operai che sono per lui una famiglia a tutti gli effetti. In degustazione Rocco ha portato due vini che al meglio rappresentano il suo carattere, freschezza e impegno. Il Lolì, un rifermentato da Syrah non sboccato, ed il Lumeo, un altro Syrah con affinamento in anfora, anzi, nel Cocciopesto per la precisione.

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I produttori

È stato quindi il turno di Valentina Di Camillo, con la sua azienda Tenuta I Fauri. Da Chieti con passione potremmo dire. L’esuberanza fatta donna. Solare come nessuno, Valentina ha raccontato alla platea quanto insieme al fratello Luigi, con dedizione e fatica, fanno nei loro vari vigneti che si articolano in diverse località del Chietino. Una realtà in continua ascesa che si è affermata grazie all’attento lavoro in vigna ed in cantina. Valentina ha fatto degustare due vini che spiegano molto bene le radici del territorio e che portano avanti una tradizione vitivinicola secolare, il Pecorino e l’Ottobre Rosso, il Montepulciano d’Abruzzo D.O.C..
A chiudere il trittico di questi Giovani Terribili, è stata Elena Fucci che con il suo Titolo, l’Aglianico del Vulture D.O.C., si è presa la scena, raccontando di come vedendo in pericolo la proprietà della sua casa d’infanzia si è presa “baracca e burattini”, ossia la casa e tutti i vigneti…a patto di lavorarli e di portare avanti l’azienda. Così è stato, in pochi anni la strada fatta è davvero di quelle importanti, un unico vino che l’ha fatta arrivare a livelli davvero notevoli.
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Una ragazza che straborda di passione per questo lavoro e che ha trasmesso l’amore che la lega alla sua terra e al “suo” vino. Un Aglianico appunto, che ha presentato per la serata in due diverse annate, la 2015 e la ’16.

Una grande degustazione, che la Fisar Roma ha voluto organizzare, che una volta di più ha evidenziato come nella viticoltura italiana i giovani siano in grande spolvero e sempre più meritevoli di grandi palcoscenici.

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