Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, rinnovate le cariche elettive

L’assemblea generale dei soci della Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) ha rinnovato le cariche elettive per i prossimi tre anni. Confermati i vertici: Matilde Poggi presidente, Walter Massa e Leonildo Pieropan vice presidenti. Sono quattro i nuovi consiglieri – Luigi De Sanctis (Lazio), Gaetano Morella (Puglia), Luigi Maffini (Campania), Bruna Flaibani (Friuli-Venezia Giulia) – mentre sono stati confermati Costantino Charrère (Valle d’Aosta, già primo presidente Fivi), Lorenzo Cesconi (Trentino), Ettore Ciancico (Toscana), Luca Ferraro (Veneto) Gianmario Cerutti (Piemonte, consigliere delegato agli affari istituzionali), Armin Kobler (Alto Adige), Francesco Saverio Petrilli (Toscana, segretario nazionale) e Marco Vercesi (Lombardia). Abbandonano la carica Celestino Gaspari (Veneto), Guido Zampaglione (Piemonte) e Stefano Casali (Toscana), Giulia Cavalleri (Lombardia, che rimane alla guida dei Vignaioli di Franciacorta).

Il consiglio direttivo della Fivi potrà inoltre contare sull’apporto di 16 delegati di zona e delle tre associazioni indipendenti (Vignaioli del Trentino, Vignaioli dell’Alto Adige, Vignaioli del Soave) a cui è affidato il compito di mantenere il rapporto con i quasi 1000 soci.

Desidero ringraziare i consiglieri uscenti – sono le parole della presidente Matilde Poggi – per il lavoro che hanno svolto in questi anni e per aver dato spazio ai vignaioli delle regioni finora meno rappresentate. La Fivi oggi è ancora più forte, perché rappresenta in modo più compiuto i vignaioli di tutta Italia”. 
Proprio per venire incontro alle esigenze dei nuovi consiglieri la sede del consiglio potrà variare di volta in volta. “Oggi assumiamo l’impegno – ha aggiunto Walter Massa – a prendere qualche aereo, a nostre spese, per rendere più unita l’Italia”.

La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (Fivi) è un’associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla Fivi solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: “Il vignaiolo Fivi coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta“.

Attualmente sono quasi 1000 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 10.000 ettari di vigneto, per una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola. 70 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale supera 0,7 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 240 milioni di euro. I 10.000 ettari di vigneto sono condotti per il 49 % in regime biologico/biodinamico, per il 20 % secondo i principi della lotta integrata e per il 31 % secondo la viticoltura convenzionale.

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