Quotidiano, plastico, duttile: questi gli aggettivi che hanno prevalso nelle degustazioni che in questo caldo fine settimana hanno messo al centro il Trebbiano Spoletino. Lo scorso sabato e domenica infatti la manifestazione deGusto Spoleto ha portato nel chiostro del Complesso Monumentale di San Nicolò oltre alle tante tipicità gastronomiche della zona – dall’EVO, ai legumi, al tartufo, ai salumi – 22 cantine impegnate nella produzione e valorizzazione di questo antico vitigno, che ancora oggi si può trovare maritato ad aceri od olmi in qualche parte della Valle Spoletana. Un vitigno generoso, particolarmente resistente alle malattie che da una decina d’anni ha incontrato l’entusiasmo della riscoperta da parte di alcuni produttori e che rivendica uno spazio di rilievo tra i vitigni storici umbri. L’incerta fortuna degli anni passati si deve soprattutto ad un gusto tipico degli anni ’90 che prediligeva i rossi di muscolo (da cui è derivato il successo del Montefalco) e che poneva dunque il Trebbiano Spoletino in una posizione secondaria. A scoraggiarne la coltivazione ha contribuito anche la scomoda maturazione tardiva del Trebbiano Spoletino che lo poneva in competizione con la raccolta delle olive. Oggi, ha sottolineato Jacopo Cossater durante l’accurata introduzione alla degustazione volta a evidenziare la duttilità del Trebbiano Spoletino, il distretto produttivo è in grado di recepire la diversa chiave di lettura del territorio che può dare questo vitigno da cui derivano vini dalla spiccata personalità, profumati e caratterizzati da un’acidità veemente. Giampiero Pulcini ne ha messo in risalto la spigliatezza espressiva e la straordinaria capacità di farsi compagno, amante, amico del cibo, un grande vino da tavola dunque. La sua appartenenza ai trebbianoidi è stata di recente accertata da uno studio dell’Università di Perugia seppure ancora qualcuno parli di una parentela con il Greco. Forse perché le assonanze con il Trebbiano Toscano, con quello abruzzese o con quello romagnolo sono davvero irrilevanti come si è potuto accertare durante la degustazione curata da un brillante Giampiero Pulcini. Doveroso dire che nella stessa degustazione, come in quella in cui si sono assaggiati i Trebbiano Spoletino presenti a deGusto Spoleto, i vini hanno indicato un percorso in parte tracciato, dove sono evidenti le potenzialità del vitigno, ma con ancora strada da fare. Alcuni in particolare hanno mostrato una freschezza – passatemi l’espressione – disinvolta e gioiosa, senza rinunciare a una piacevole nettezza olfattiva. Come diceva Carlo Zucchetti a fine degustazione, nei casi meno riusciti prevale una ruvidità malgestita dovuta a un approccio tecnico derivante da una consuetudine alla scabrosità dei rossi della zona, così come i risultati migliori vengono perlopiù da chi da tempo lavora sui bianchi umbri con ottimi esiti. La volontà, l’impegno e l’entusiasmo dei produttori diventano allora elementi fondamentali che ci portano a tenere d’occhio l’evoluzione di quella che ha tutte le caratteristiche per diventare una bella storia.
Le Cantine
Agricola San Sabino SPOLETO
Annesanti SPOLETO
Antonelli MONTEFALCO
Az. Agr. Castelgrosso CASTEL RITALDI
Bartoloni Maria Rosa GIANO DELL’UMBRIA
Leonardo Bussoletti NARNI
Cantina Colle Uncinano SPOLETO
Cantina Fratelli Pardi MONTEFALCO
Cantina Ninni SPOLETO
Cantina Novelli TERNI
Cantina Valdangius MONTEFALCO
Casale Triocco SPOLETO
Chiesa del Carmine UMBERTIDE
Colle Capoccia CASTEL RITALDI
Collecapretta SPOLETO
Coricelli SPOLETO
Di Filippo CANNARA
Fongoli MONTEFALCO
Le Cimate MONTEFALCO
Perticaia MONTEFALCO
Romanelli MONTEFALCO
Tenuta Bellafonte BEVAGNA