Altro che scarti!
Dopo uno studio di circa due anni, la dottoressa Maria Paola Merlo, Chimica dell’ambiente e titolare di un laboratorio di cosmesi, con la collaborazione e l’assistenza dell’Università di Torino ha realizzato una scoperta sorprendente.
Alcuni scarti della fermentazione della birra, contengono squalene, una proteina che nel corpo umano si trova come componente all’interno del sebo. Da qui l’idea di trasformare questi residui in prodotto cosmetico.
Come afferma la Merlo, dopo un corso sulla birra la curiosità e la voglia di ricercare era tanta, e dopo molti tentativi, l’idea di poter estrarre lo squalene è diventata realtà.
La scoperta è diventata ufficiale a dicembre, dopo la pubblicazione di una tesi di laurea “Estrazione dello squalene dai residui di birra”, ora starà a lei trovarne un uso definitivo. Un ennesimo caso che dimostra quante sono le possibilità di riuso di tutto ciò che noi consideriamo scarto…almeno per ora.
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- Info Autore
Riccardo Roselli
Classe 1984, romano e Romanista. Dopo la formazione universitaria si dedica al cibo e l’enogastronomia in generale.
Ottenuta la qualifica professionale di Sommelier, un diploma di primo livello Onaf e un attestato professionale in una scuola di cucina, collabora con la Fisar in servizi, degustazioni ed eventi. Consulente in enoteche per carte dei vini e organizzazioni del food e beverage con ristoranti e catering, si diletta scrivendo articoli enogastronomici e organizzando eventi e piccole manifestazioni.
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