Commercio al dettaglio alimentare, le imprese italiane perdono fiducia

Sono 126 mila le imprese del commercio al dettaglio alimentare in Italia e nei primi sei mesi 2016 hanno perso fiducia. Il dato emerge dall’analisi dell’Osservatorio congiunturale sulle imprese del commercio al dettaglio dell’alimentazione realizzato da Format Research per la Federazione Italiana Dettaglianti dell’Alimentazione (Fida) di Confcommercio – Imprese per l’Italia.

L’inasprimento del clima di fiducia non è del tutto ridimensionato dall’incremento del livello dei ricavi che si è registrato nella prima metà dell’anno. I timori per l’incognita Brexit (il 22% delle imprese sospetta di subire ripercussioni sulla propria attività), il persistente peso della pressione fiscale (l’82% delle imprese considera aumentati gli oneri fiscali negli ultimi due anni) e il continuo calo dei prezzi concorrono a giustificare quel 60% di imprenditori che si dice ancora preoccupato per il futuro.

Purtroppo – spiega all’Adnkronos Donatella Prampolini Manzini, presidente Fida e vicepresidente nazionale Confcommercio – come avevamo avuto modo di percepire i primi mesi dell’anno, l’auspicata ripartenza non c’è stata. Questa percezione sembra addirittura peggiorare nel terzo trimestre, confermando i timori legati ad una uscita dalla crisi non facile, non costante e non breve. Le politiche economiche devono tenere presente questo andamento, cercando ogni leva possibile per far ripartire i consumi interni e di conseguenza il Paese“.

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